mercoledì 2 dicembre 2009

Trattato di Lisbona

Il Trattato di Lisbona (noto anche come Trattato di riforma) è il trattato redatto per sostituire la Costituzione europea bocciata dal 'no' dei referendum francese e olandese del 2005. È entrato ufficialmente in vigore il 1° dicembre 2009[1].
L'intesa è arrivata dopo due anni di "periodo di riflessione" ed è stata preceduta dalla Dichiarazione di Berlino del 25 marzo 2007, in occasione dei 50 anni dell'Europa unita, nella quale il cancelliere tedesco Angela Merkel e il presidente del Consiglio dei ministri italiano Romano Prodi esprimevano la volontà di sciogliere il nodo entro pochi mesi, al fine di consentire l'entrata in vigore di un nuovo trattato nel 2009 (anno delle elezioni del nuovo Parlamento europeo).
Nello stesso periodo nasce a tal fine il cosiddetto "Gruppo Amato", chiamato ufficialmente "Comitato d'azione per la democrazia europea" (in inglese "Action Committee for European Democracy" o ACED) e supportato dalla Commissione europea (che ha inviato due suoi rappresentanti alle riunioni), con il mandato non ufficiale di prospettare una riscrittura della Costituzione basata sui criteri che erano emersi durante le consultazioni della Presidenza tedesca con le varie cancellerie europee.

Angela Merkel e José Barroso a Berlino per la celebrazione dei 50 anni dell'Europa unita, in occasione della quale è stata formalizzata la "Dichiarazione di Berlino", frutto di intensi colloqui precedenti che sono stati determinanti per trovare il consenso sul testo del Trattato di Lisbona.
Il risultato è stato presentato il 4 giugno 2007: il nuovo testo presentava in 70 articoli e 12 800 parole circa le stesse innovazioni della Costituzione (che aveva 448 articoli e 63 000 parole) diventando così il punto di riferimento per i negoziati.
Il Consiglio europeo di Bruxelles, sotto la presidenza tedesca, il 23 giugno 2007 raggiunse l'accordo sul nuovo Trattato di riforma.

Nessun commento:

Posta un commento