martedì 17 aprile 2012

ROMA, VIII Seminario Professionale della Facoltà di Comunicazione n.2

“Volti, persone, storie”

ROMA,  16 APR 2012  – Oltre trecento partecipanti, provenienti da 44 nazioni, stanno
assistendo da oggi e fino a mercoledì all'ottava edizione del Seminario professionale
sugli Uffici di comunicazione della Chiesa organizzato dalla Facoltà di Comunicazione
della Pontificia Università della Santa Croce e rivolto a direttori di uffici di
comunicazione, portavoce, operatori pastorali e giornalisti.

MONS. CELLI: NON PROPONIAMO UN PRODOTTO MA TESTIMONI DI UNA PERSONA
La Chiesa vive oggi una sorta di “apprendistato” in un mondo dove è richiesto il rispetto
di altre verità e comunque per la verità degli altri. Deve pertanto imparare sempre meglio
ad esercitare un “dialogo senza ambiguità e rispettoso delle parti coinvolte”, perché
attraverso di esso “si possono aprire nuove porte per la trasmissione della Verità”. È
quanto affermato dal Presidente del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali,
Mons. Claudio Maria Celli, che ha portato il suo saluto ai partecipanti prima di partire
per il Libano. Nel “supermercato delle scelte”, tipico della cultura del nostro tempo, è possibile – come
insegna Papa Benedetto XVI – trasmettere un annuncio fedele, integro e a volte sofferto,
nella consapevolezza che “non proponiamo un prodotto commerciale ma siamo testimoni
di una Persona, Cristo nel mondo di oggi”, ha concluso il vescovo.

FUMAGALLI (CATTOLICA): COMUNICAZIONE NON SOLO VERA MA EFFICACE,
ATTRAVERSO STORIE
Le istituzioni e organizzazioni della Chiesa devono imparare a realizzare una
“comunicazione che non solo sia vera, ma che sia anche efficace” se vogliono superare
con successo la maggior parte degli ostacoli dovuti a disinteresse, chiusure ideologiche,
pregiudizi, stereotipi o semplificazioni. Ne è convinto il prof. Armando Fumagalli,
professore all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, a cui è stata affidata la
relazione introduttiva del seminario, su “Tra realtà e racconto: una riflessione per gli uffici
di comunicazione della Chiesa”.

Mentre nella comunicazione professionale si sono sviluppate “tecniche sempre più
sofisticate e coinvolgenti che tendono a puntare sull'emozione, sull'attivazione di
empatia, sulla scelta di parole fortemente connotate, sull'invenzione di immagini, ecc.”,
da parte delle istituzioni della Chiesa si è spesso riposto “una fiducia totale nella capacità
della ragione da sola di arrivare ad aprirsi ai contenuti della comunicazione”, ma spesso
le condizioni “ideali” non corrispondono alle “situazioni di fatto”.

Una delle soluzioni proposte dallo studioso è quella di ricorrere allo “storytelling”
(narrazione di storie), mutuandolo dalla comunicazione aziendale, perché “le storie
attivano emozioni, riconoscimento di analogie con le vite degli ascoltatori, empatia”.
Evidentemente, “comunicare di più attraverso le storie non significa trasformare la verità
in menzogna, o 'abbellire' nel senso di manipolare la verità, ma significa riuscire a
superare – in molti casi – gli sbarramenti del disinteresse, della freddezza, del
pregiudizio”. Infatti, per aprirci alla verità “molto spesso abbiamo bisogno che l'emozione,
l'empatia, faccia sorgere interesse verso la verità stessa”.

Piazza di Sant’Apollinare, 49 – 00186 ROMA – Tel. +39 06 68164399 – Fax +39 06 68164400

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MILAN (SANTA CROCE): PREMIARE CREATIVITÀ, SPONTANEITÀ E LIBERTÀ
Su “La Chiesa negli schermi; offrire volti e testimonianze” è invece intervenuto il prof.
Jorge Milán, della Pontificia Università della Santa Croce, che ha offerto alcune
indicazioni per i direttori di comunicazione su come mettere a disposizione del pubblico
buone testimonianze attraverso i distinti canali audiovisivi. In particolare, occorre partire
dalla consapevolezza che non si lavora “con personaggi, ma con persone reali”. Per cui,
seppure a volte può sembrare rischioso, bisogna sempre avere fiducia “nella loro
creatività, spontaneità, libertà e diritto a mettersi in prima fila e rappresentare la Chiesa,
pur a costo di sbagliare”.

Il direttore ha come missione quella di “scoprire talenti, preparali e lanciarli nella
mischia”. Ovviamente, per raggiungere l'obiettivo è necessario investire molto tempo e
contare sulla dedicazione dei propri collaboratori. Tra i compiti fondamentali, quello di
“cercare testimonianze e volti da proporre, studiare il linguaggio audiovisivo,
concettualizzare idee ed esempi”, ma anche “istruire le persone a promuovere attività di
comunicazione nelle parrocchie o scuole”.

COMUNICARE L'AZIONE UMANITARIA DELLA CHIESA: LE ESPERIENZE “WHERE
GOD WEEPS” (Germania) E “CHIEDILO A LORO” (Italia)
In linea con il tema principale del Seminario, il primo Case studies  ha riguardato la
comunicazione dell'azione umanitaria in ambito ecclesiastico, con la presentazione delle
campagne “Where God Weeps” (Dove Dio Piange), un programma settimanale di Aiuto
alla Chiesa che Soffre dedicato alle zone dove la Chiesa è maggiormente perseguitata, con
Mark Riedemann; e “Chiedilo a loro”, promossa dal Servizio per la Promozione del
sostegno economico alla Chiesa Cattolica Italiana (8x1000), con Marco Calabresi e don
Domenico Pompili.

PANEL DI GIORNALISTI
La prima giornata dei lavori si è conclusa con un panel di giornalisti televisivi che hanno
portato la loro esperienza sul come raccontare “storie personali nella comunicazione
televisivi”. Moderati da Ioana Adriana Azamfirei, ne hanno discusso Patricia Thomas
(APTN, Usa), Marina Ricci  (TG5, Italia), Javier Martínez-Brocal (TV Azteca, Messico –
RomeReports, Italia) e Mary Shovlain (Lucem Communications, Usa).

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