(Guigo il Certosino)
"Chi non è con me è contro di me (Mt. 12,30) e chi è contro di me è lontano da me". O Buon Gesù, io vorrei che nessuno fosse con me quaggiù, sì che io possa essere tuo familiare. "Guai infatti a chi è solo" (Qo 4,10) se tu non sei solo con lui. Quanti uomini sono nella folla e sono soli perché non sono con te! Io vorrei non essere mai solo stando con te. Ecco perché nessun uomo è con me, e tuttavia non sono solo perché sono folla a me stesso. Sono con me le bestie che mi sono allevato in seno fin dalla mia infanzia. Esse amano in me i ben noti nascondigli, e neppure nella solitudine vogliono allontanarsi da me. Molte volte le ho sgridate: allontanatevi da me, o malvagi, osserverò i precetti del mio Dio" (Salmo 119). Ma strepitano le rane nelle mie stanze e piomba sui miei occhi il flagello dei mosconi d'Egitto. "Sieda costui solitario" è detto, e d è vero: se non siede non può essere solitario. Per questo è bene essere umiliati e portare il tuo giogo, Signore. Sotto il tuo giogo la nostra superba cervice impara la mansuetudine, poiché tu così dici a quanti prendono il tuo giogo sopra di sé: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore (Mt.11,29). La superbia monta a cavallo, non è capace di sedere. Tu invece siedi sul tuo seggio, cioé su chi è umile e pacificato. E' chiaro che non potrà mai essere pacificato chi prima non sarà stato umile. "Su chi è umile e pacificato": così sta scritto. Che grande bene essere umiliati, se questo consente di raggiungere la pacificazione! Allora costui siederà solitario e starà in silenzio. Chi non è solitario non può restare in silenzio.
"Chi non è con me è contro di me (Mt. 12,30) e chi è contro di me è lontano da me". O Buon Gesù, io vorrei che nessuno fosse con me quaggiù, sì che io possa essere tuo familiare. "Guai infatti a chi è solo" (Qo 4,10) se tu non sei solo con lui. Quanti uomini sono nella folla e sono soli perché non sono con te! Io vorrei non essere mai solo stando con te. Ecco perché nessun uomo è con me, e tuttavia non sono solo perché sono folla a me stesso. Sono con me le bestie che mi sono allevato in seno fin dalla mia infanzia. Esse amano in me i ben noti nascondigli, e neppure nella solitudine vogliono allontanarsi da me. Molte volte le ho sgridate: allontanatevi da me, o malvagi, osserverò i precetti del mio Dio" (Salmo 119). Ma strepitano le rane nelle mie stanze e piomba sui miei occhi il flagello dei mosconi d'Egitto. "Sieda costui solitario" è detto, e d è vero: se non siede non può essere solitario. Per questo è bene essere umiliati e portare il tuo giogo, Signore. Sotto il tuo giogo la nostra superba cervice impara la mansuetudine, poiché tu così dici a quanti prendono il tuo giogo sopra di sé: "Imparate da me che sono mite e umile di cuore (Mt.11,29). La superbia monta a cavallo, non è capace di sedere. Tu invece siedi sul tuo seggio, cioé su chi è umile e pacificato. E' chiaro che non potrà mai essere pacificato chi prima non sarà stato umile. "Su chi è umile e pacificato": così sta scritto. Che grande bene essere umiliati, se questo consente di raggiungere la pacificazione! Allora costui siederà solitario e starà in silenzio. Chi non è solitario non può restare in silenzio.
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Signore, hai allontanato da me amici e conoscenti, ma non allontanare da me il tuo aiuto. I miei fratelli quasi stranieri, si sono allontanati da me, ma Tu Signore, da me non stare lontano. "Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore; spalancano contro di me la loro bocca" (Sal.88 e 22) e maledicono l'anima mia. Ciò non venga loro imputato "essi pensano di rendere culto a Dio (Gv. 16,2) "maledicano essi" (Sal. 109), ma tu benedici loro e me. Perché tu Signore sei giusto giudice che scruti il cuore e la mente; a te ho affidato la mia causa (Ger. 11,20) difensore della mia vita. E ora Signore non v'è aiuto per me in me stesso (Gb 6,16) non ho accanto a me nessun uomo che mi consoli e mi consigli. "Io rifiuto ogni conforto" (Sal. 77) affinché solo il tuo conforto mi consoli" (Sal.94). "I miei occhi sono rivolti a te affinché tu liberi da questo laccio il mio piede" (Sal. 25,15); si consumano i miei occhi dietro la tua promessa mentre dico: "quando mi darai conforto?" (Sal.119).
Signore, hai allontanato da me amici e conoscenti, ma non allontanare da me il tuo aiuto. I miei fratelli quasi stranieri, si sono allontanati da me, ma Tu Signore, da me non stare lontano. "Hai allontanato da me i miei compagni, mi hai reso per loro un orrore; spalancano contro di me la loro bocca" (Sal.88 e 22) e maledicono l'anima mia. Ciò non venga loro imputato "essi pensano di rendere culto a Dio (Gv. 16,2) "maledicano essi" (Sal. 109), ma tu benedici loro e me. Perché tu Signore sei giusto giudice che scruti il cuore e la mente; a te ho affidato la mia causa (Ger. 11,20) difensore della mia vita. E ora Signore non v'è aiuto per me in me stesso (Gb 6,16) non ho accanto a me nessun uomo che mi consoli e mi consigli. "Io rifiuto ogni conforto" (Sal. 77) affinché solo il tuo conforto mi consoli" (Sal.94). "I miei occhi sono rivolti a te affinché tu liberi da questo laccio il mio piede" (Sal. 25,15); si consumano i miei occhi dietro la tua promessa mentre dico: "quando mi darai conforto?" (Sal.119).
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