PRESEPE REGIONE BASILICATA IN PIAZZA SAN PIETRO
In occasione
del prossimo Santo Natale Il tradizionale presepe che si allestisce ogni
anno in Piazza San Pietro sarà donato quest'anno dalla Regione
Basilicata.
Il presepe, costituito da oltre 100 statuine realizzate
in terracotta. è opera del Maestro Francesco Artese, considerato tra i
più importanti rappresentanti della scuola presepistica meridionale. La
peculiarità di Artese risiede proprio nella rivisitazione in chiave
artistica di uno spaccato del paesaggio dei Sassi di Matera e nella
messa in scena della vita quotidiana della civiltà contadina. Il presepe
di Piazza San Pietro riprodurrà la morfologia di un territorio che
richiama molto i luoghi della Terra Santa.
Il paesaggio lucano è - si legge in una nota informativa -
"impreziosito dall'opera di religiosi che scegliendo di vivere in quel
contesto trasformarono quei luoghi in un'umana dimora ricolma di
sacralità edificando ben centocinquantaquattro chiese rupestri,
monasteri e santuari che dall'Alto Medioevo al XIX secolo delineano
l'identità di una vasta area oggi considerata "Patrimonio Mondiale
dell'Umanità".
L'intera scenografia del Presepe in Piazza San Pietro
"pur ispirandosi a un genere iconografico tradizionale, è definita da
elementi che riproducono le architetture e i luoghi tipici del paesaggio
lucano. All'interno dello scenario, sono riconoscibili la Chiesa
rupestre Convicinio di Sant'Antonio e quella di San Nicola dei Greci. In
alto, tra la miriade di tetti delle case accavallate, spicca il
campanile di San Pietro Barisano. L'ambiente umano è quello dell'antica
civiltà contadina lucana (...). Le statuine (...) realizzate interamente
in terracotta, sono rivestite con abiti di stoffa inamidata fatti a
mano e ispirati ai costumi tipici dei contadini lucani di un tempo.
(...) Scelta dell'artista è stata quella di vestire la Sacra Famiglia
con i costumi della tradizione classica".
Come consuetudine l'allestimento del Presepe è curato dai
Servizi Tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano. (VIS).
giovedì 6 dicembre 2012
lunedì 3 dicembre 2012
Cari amici, è finalmente possibile vedere anche in Italia il film "Cristiada".
Non è uscito nei cinema
perché incredibilmente rifiutato da tutti i distributori italiani,
nonostante includa attori di fama mondiale come Peter O'Toole, a suo
agio nei panni del prete cattolico.
Avrei voluto acquistare
il DVD, anche per contribuire a un ritorno di cassa al coraggioso
produttore, ma intanto ce lo possiamo godere su Internet, con sottotitoli in italiano, ai link che si trovano qui in calce.
Primo tempo:
Secondo tempo:
“Cristiada”, cercasi ancora distributore
Per certi versi, la questione assomiglia a un giallo. Il protagonista è Cristiada, il film sull’epopea dei cristeros.
Vessata e perseguitata dal governo massonico e anticlericale del presidente Plutarco Elías Calles (1877-1945), tra 1926 e 1929 la popolazione cattolica del Messico insorse in
armi al grido di «Viva Cristo Rey! » (da cui il nome dei combattenti), e
con il beneplacito della Santa Sede, dando vita a una nuova Vandea
contemporanea. Ebbene, ne è stato fatto un film. Ma, pronto da mesi, già
predisposto per il lancio mondiale con tanto di trailer (emozionante) e
sito ufficiale, Cristiada non si vede. Almeno fino a ieri.
Ieri, infatti, martedì 20 marzo, questo film scomparso perché ancora manca chi s’incarichi della sua distribuzione nelle sale cinematografiche
è finalmente sbarcato al centro del mondo. A Roma, anzi praticamente in
Vaticano, proiettato non in anteprima ma in esclusiva mondiale
all’istituto Patristico Augustinianum, che sta a due passi –
letteralmente – dal colonnato del Bernini. Posti rigorosamente
riservati, prenotazione obbligatoria, di tutto si è occupato il servizio
d’informazione cattolica H2O. Per molti aspetti, l’operazione assomiglia a un SOS.
«Siamo
qui per promuovere la pellicola, sperando di riuscire presto a
distribuirla ovunque come accade per qualsiasi altro film, bello o
brutto che sia…». A La Bussola Quotidiana lo dice Pablo José Barroso, il produttore di Cristiada venuto
dal Messico apposta per accompagnare in Italia questa sua perla.
«Perché si faccia tanta fatica a trovare un distributore resta un vero
mistero…».
Azzardiamo:
forse che il suo essere così apertamente filocattolico nel denunciare
il brutale anticristianesimo che sta al centro della vicenda risulti
troppo imbarazzante? Barroso mantiene l’aplomb e smorza la nostra
malizia (forse). «Non lo so, francamente non lo so», risponde. «Ci
siamo rivolti a tutte le major del settore, seguendo le prassi di rito,
non tralasciando alcunché convinti che l’ottima qualità tecnica della
pellicola, la sua storia avvincente e il richiamo esercitato da un pool
di attori di grande fama potesse essere d’aiuto; e invece, per mesi e
mesi, niente, solo ostacoli… Nessuno dei distributori grandi e
piccoli che abbiamo interpellato è di per sé mai entrato nei dettagli
contenutistici del film… ». Però?… «Però ci siamo costantemente
sentiti rispondere che Cristiada è difficile da piazzare sul mercato, è
di nicchia, rischia di essere un flop al botteghino… ». Una pellicola
realizzata come un kolossal di Hollywood – benché di produzione messicana -, diretta dal Premio Oscar per gli effetti speciali di cult come Le due Torri, del 2002, e Il ritorno del re,
del 2003 (ovvero il secondo e il terzo episodio della trilogia
cinematografica tolkieniana diretta da Peter Jackson) e interpretato da Andy Garcia [nella foto], Eva Longoria, Peter O’Toole ed Eduardo Verástegui? Difficile da credere.
«Comunque»,
prosegue asciutto Barroso, «non ci siamo arresi, e alla fine qualche
risultato importante lo abbiamo ottenuto. La prima mondiale a Roma
prelude all’uscita del film – se null’altro accadrà nel frattempo – in
Messico, curata dalla 20th Century Fox. Accadrà il 20 aprile. Se andrà
bene, Cristiada verrà poi distribuito
in tutta l’America ispanofona. Forte di questa novità, la mia casa di
produzione, la Dos Corazones Productions di Città del Messico, lancerà
la pellicola negli Stati Uniti il 1° giugno. Ancora totalmente scoperta resta invece l’Europa…».
Già, l’Europa… «A
dire il vero, la Disney sta forse fiutando l’occasione, abbiamo
ricevuto qualche segnale, ma tutto è ancora prematuro. Stiamo persino
pensando d’iscrivere il film al Festival di Cannes, per cercare di
smuovere le acque. Ecco, lo scriva. Abbiamo bisogno di tutti gli
aiuti. Vogliamo offrire al pubblico una storia che è avvincente come un
western dei tempi d’oro e al contempo profondamente vera, davvero
accaduta, basata su fatti realmente accaduti. E tragici…».
Barroso
concepisce il cinema come uno strumento di testimonianza e di
apostolato. All’inizio del dicembre scorso è entrato nelle sale
cinematografiche statunitense con una pellicola animata in 3D, The Greatest Miracle (El
gran milagro) diretto da Bruce M. Morris (che ha all’attivo veri e
propri capolavori del cinema di animazione): storia di un gruppo di
cattolici che vengono guidati dagli angeli alla comprensione piena del
santo sacrificio della Messa… E sta in buona compagnia, visto che il
regista di Cristiada, Wright, ha recentemente
rivelato all’agenzia cattolica latinoamericana di stampa ACI Prensa di
accarezzare un sogno: spera che il film sui cristeros possa contribuire
alla promozione della libertà religiosa nel mondo.
La
proiezione all’Augustinianum è stata voluta ieri perché tra pochi
giorni Papa Benedetto XVI volerà in Messico. E subito dopo a Cuba,
l’isola che l’attore-”cristero” Andy Garcia si porta nel cuore (vi è
nato, con il nome di Andrés Arturo García Menéndez, nel 1956 ) e il cui
regime comunista notoriamente detesta. L’entertainment al servizio della
verità. Per parte propria, Barroso assicura che non sarà l’ultima volta
per la sua Dos Corazones Productions.
[La Bussola Quotidiana 21.3.12]
«Cristiada», la rivolta per difendere la fede
Le
logge contro le chiese, un sedicente illuminismo riformista contro una
vituperata metafisica, le leggi della plutocrazia contro le tradizioni
della fede: un periodo turbolento si scatena nella prima metà del ’900
in Messico, quando la massoneria al potere si scaglia contro un
cattolicesimo radicato.
Fu la guerra dei cosiddetti cristeros,
il cui nome deriva da Cristos Reyes, i «Cristi-Re», come gli avversari
definivano con intento spregiativo gli insorti cattolici che
combattevano al grido di «Viva Cristo Re!», riprendendo il tema della
regalità di Cristo, all’epoca molto popolare e in sintonia con
l’istituzione della festa di Cristo Re proclamata nel 1925 da Pio XI.
Una
guerra civile nata con l’imposizione di leggi laiciste e oppressive
volute dal nuovo presidente messicano, massone e intransigente, il
generale Plutarco Elías Calles. Lotta contro la Chiesa, le sue autonomie
e le cosiddette «primitive» credenze del popolo al centro del programma
presidenziale, condotto con rigidità assoluta e violenze ripetute, tali
da far passare alla storia il personaggio con il nomignolo, poco
lusinghiero, di Nerone messicano.
Aveva, in effetti, incendiato una nazione e scatenato l’esercito governativo mandandolo a caccia, con vera furia iconoclasta, di fedeli e sacerdoti, che avevano addirittura proclamato la sospensione del culto pubblico.
Aveva, in effetti, incendiato una nazione e scatenato l’esercito governativo mandandolo a caccia, con vera furia iconoclasta, di fedeli e sacerdoti, che avevano addirittura proclamato la sospensione del culto pubblico.
Su quei fatti ancora poco divulgati, “Cristiada”apre
un sipario tragico e magniloquente. La rivolta, come il film, inizia
nel 1926 e si conclude, anche se non definitivamente (strascichi della
storia ancora gravano sul Messico moderno), nel 1929, con l’accordo tra
Governo e Santa Sede, che voleva evitare ulteriori spargimenti di
sangue.
Regia
di Dean Wright, autore degli effetti speciali in pellicole come
“Titanic”, “Al di là dei sogni”, gli ultimi due episodi de “Il Signore
degli Anelli” ed i primi due de “Le Cronache di Narnia”.
Nel cast troviamo Andy Garcia, Eva Longoria, Peter O’Toole, volti emergenti come Eduardo Verastegui (protagonista di “Bella“), Oscar Isaac (Robin Hood di Ridley Scott), Catalina Sandino (Maria full of Grace, L’amore ai tempi del colera, Twilight/Eclipse) e nomi Ruben Blades, cantante di salsa e attore panamense di primissimo piano.
Nel cast troviamo Andy Garcia, Eva Longoria, Peter O’Toole, volti emergenti come Eduardo Verastegui (protagonista di “Bella“), Oscar Isaac (Robin Hood di Ridley Scott), Catalina Sandino (Maria full of Grace, L’amore ai tempi del colera, Twilight/Eclipse) e nomi Ruben Blades, cantante di salsa e attore panamense di primissimo piano.
La trama ruota attorno ad alcuni dei principali protagonisti storici di quegli anni. Come Anacleto
González Flores, avvocato e difensore dei diritti civili dei cattolici,
torturato e ucciso dagli uomini di Calles, beatificato nel 2005
(impersonificato da Eduardo Verastegui); Enrique Gorostieta Velarde
(rappresentato da Andy Garcia), uomo d’armi non credente, a cui venne
chiesto di mettere la sua esperienza a servizio della causa dei
cristeros, divenendone presto il formidabile leader militare; José
Sanchez Del Rio, arruolatosi poco più che bambino, catturato dai
federali, seviziato e fucilato all’età di 15 anni per aver rifiutato di
gridare «morte a Cristo Re!». Anche lui beatificato nel 2005.
(Forse questo
film darà l'opportunità di debellare i pregiudizi che impediscono di
conoscere la verità riguardo a un'altro conflitto di questo stesso
stampo, che è avvenuto negli stessi dall'altra parte dell'oceano: la
guerra civile spagnola. Noi ne conosciamo solo la versione romanzata.
Pochi sanno che i repubblicani, dalla parte dei quali stava Hemingway,
uccisero circa 7.000 religiosi, preti e suore, a sangue freddo,
tirandoli fuori dalle chiese e i conventi, appendendone i cadaveri per
le strade a monito dei cattolici. Fu per questo, per difendere la chiesa
e la libertà di religione, che Francisco Franco combatté e poi instaurò
la dittatura, e fu qui che Orwell, cioè il britannico Eric Blair, aprì
gli occhi sulle macchinazioni disumane dei comunisti, disposti a tutto
pur di seminare distruzione e orientare gli umori della gente esasperata
verso la rivoluzione.)
PRESENTATO A ROMA IL FILM “CRISTIADA”
Il produttore: “Sarà un riconoscimento ai nostri martiri che lottarono per la fede e libertà di religione“
(di H. Sergio Mora – Zenit.org, 24 marzo 2012)
Tre
giorni prima della partenza del Papa per il suo viaggio apostolico a
Cuba e in Messico, martedì 20 marzo, è stato presentato il film
messicano Cristiada, che racconta i terribili fatti della guerra civile
messicana (1926–1929), conosciuta come cristera, della quale diversi dei suoi protagonisti sono stati beatificati da Benedetto XVI e altri canonizzati da Giovanni Paolo II.
Nell’auditorium
dell’Istituto Patristico Augustinianum – di fronte alla colonnata del
Bernini a Piazza San Pietro – gli invitati, quasi tutti giornalisti o
rappresentanti del mondo della comunicazione e dello spettacolo, hanno
partecipato all’anteprima del colossal messicano, nell’evento
organizzato dall’agenzia H2O e presentato dal produttore messicano del film Pablo Josè Barroso.
Il produttore del film ha indicato ai presenti: “Questa
domenica il Santo Padre celebrerà la messa nel monte Cubilete, dove c’è
la statua di Cristo Re, centro geografico e spirituale del Messico”. Questo significa, ha detto, “un riconoscimento ai nostri martiri che hanno lottato per la fede e libertà di religione”.
Il produttore ha ricordato che uno dei principali personaggi del film è un ragazzo, “il beato Josè Sànchez del Rio, che è stato martirizzato ad appena 14 anni e beatificato da Benedetto XVI, assieme con Anacleto Gonzàlez Flores, Miguel Gòmez Loza e i fratelli Vargas”.
“Voi
li vedrete in questo film – ha detto – e conoscerete la loro storia,
come quella di Cristòbal Magallanes, interpretato da Peter O’ Toole, e
quella del padre Jose Maria Robles, canonizzato da Giovanni Paolo II.
Nel
centro di Cubillete, dove 90 anni fa il delegato apostolico Ernesto
Filippo era andato a consacrare la prima pietra del monumento a Cristo
Re, fatto che gli costò la deportazione, “il papa celebrerà la Santa Messa con più di 400 mila persone”.
“Con
Cristiada vogliamo che il mondo sappia e non dimentichi questi martiri
che sono morti per Gesù, la sua fede e per difendere la sua libertà di
religione. Sempre con le parole: Viva Cristo Rey y la Virgen de
Guadalupe!”. E ha concluso chiedendo “l’appoggio di tutti voi e di tutti coloro che credono nella libertà per poter rimanere nei cinema”.
Il film sarà presentato nei cinema del Messico il 20 aprile, negli Stati Uniti il 1° giugno ed in settembre arriverà in Spagna.
È
la produzione messicana più recente girata da tecnici e talenti del
Paese azteco, in grado di competere con le migliori del mercato
mondiale, interpretata da attori di fama mondiale come Andy Garcia, Peter O’Toole e Eduardo Verastegui.
Il regista è Dean Wright, i cui effetti speciali sono famosi nei film come Titanic, Il Signore degli Anelli e Le cronache di Narnia. È stato scritto da Michael Love, basandosi su fatti storici, ed è stato girata in inglese.
Il regista è Dean Wright, i cui effetti speciali sono famosi nei film come Titanic, Il Signore degli Anelli e Le cronache di Narnia. È stato scritto da Michael Love, basandosi su fatti storici, ed è stato girata in inglese.
“È stata più che una coincidenza, direi una Dioincidenza – ha detto Barroso a Zenit -. Questo
film lo abbiamo pianificato tre anni fa. Chi avrebbe pensato che il
Papa sarebbe andato in Messico e, per di più, a Cubilete, dove celebrerà
una messa. Tutto questo ci arriva dall’Alto”.
“Noi della Dos Corazones Film abbiamo realizzato altri tre film e ci accorgiamo che alla gente interessano le storie con valori positivi.
Prima ne abbiamo fatto uno sulla storia della Madonna di Guadalupe, poi un altro sulla grande leggenda del Sole e, infine, uno chiamato El Gran Milagro, primo nella classifica del Messico per cinque settimane.
In realtà non volevo fare più film, ma quando Dio vuole qualcosa, questa avviene, ed è il più insistente di tutti. Lui ci ha ispirato e condotto, abbiamo trovato attori molto bravi, che hanno funzionato e il risultato lo possiamo vedere: ha superato le mie aspettative”.
“I cristeros sono importanti per il Messico e per tutto il nostro continente. Sono persone che si sono offerte per quello che credevano e grazie a loro, oggi, c’è libertà di religione in Messico, con un imminente viaggio del Papa“.
“Noi della Dos Corazones Film abbiamo realizzato altri tre film e ci accorgiamo che alla gente interessano le storie con valori positivi.
Prima ne abbiamo fatto uno sulla storia della Madonna di Guadalupe, poi un altro sulla grande leggenda del Sole e, infine, uno chiamato El Gran Milagro, primo nella classifica del Messico per cinque settimane.
In realtà non volevo fare più film, ma quando Dio vuole qualcosa, questa avviene, ed è il più insistente di tutti. Lui ci ha ispirato e condotto, abbiamo trovato attori molto bravi, che hanno funzionato e il risultato lo possiamo vedere: ha superato le mie aspettative”.
“I cristeros sono importanti per il Messico e per tutto il nostro continente. Sono persone che si sono offerte per quello che credevano e grazie a loro, oggi, c’è libertà di religione in Messico, con un imminente viaggio del Papa“.
LA TRAMA DEL FILM
Il
film basandosi in fatti reali della guerra cristera, inizia con i
divieti del presidente Plutarco Calles. Una richiesta di un milione di
firme presentata per protesta è rigettata dal governo: partono quindi
una serie di intimidazioni, con fucilazioni di sacerdoti, messe
interrotte dal’esercito e un crescendo di violenza che porta a molta
gente semplice dei paesi a prendere le armi. I cattolici si dividono:
alcuni si uniscono ai cristeros, altri no, molti servono la causa con le
armi e l’appoggio logistico. Inizia anche un boicottaggio economico
popolare evitando qualsiasi consumo.
Il
film che racconta una guerra di tre anni, attraverso una serie di
personaggi, ed è ricco di effetti speciali. Ricorda che non sono mancate
brutalità come quando un treno viene attaccato dai cristeros con 51
vittime bruciate vive. I ribelli ricevono l’aiuto di un generale,
ateo, Enrique Gorostieta, si disciplinano e la rivolta prende corpo.
Mettono in seria difficoltà il governo di Calles e l’esercito federale,
ma non accettano la mediazione di Roma per mettere fine al conflitto.
Il
film è ricco di dettagli importanti che mostrano la trasformazione
interiore dei personaggi, a partire dal generale Gorostieta, che accetta
il comando per lottare per la libertà della religione anche se ostile
alla Chiesa, ma il susseguirsi dei fatti preparano la sua conversione,
nella quale è determinante il ruolo del giovanissimo José Sanchez Del
Rio, uno dei principali personaggi, assassinato dopo essere stato
torturato per non aver rinnegato la sua fede e aver proclamato viva Cristo Re.
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