mercoledì 13 gennaio 2010
Neologismi e vecchi schemi: ma Gesù era "buonista"?
C'è un uso/abuso sempre più spregiudicato di un paio di termini che paiono rischiare dubbie se non pericolose interpretazioni. I termini sono "buonismo" e "tolleranza zero", vanno spesso insieme, il primo compare nella frase principale, il secondo nella subordinata, in genere uno precede l'altro il primo sembra più nostrano, il secondo è una parola importata e tradotta da un'altra struttura linguistica. Cerco a fatica da anni di interpretarne il senso e il campo semantico: ma mi riesce difficile sia aiutandomi con l'etimologia sia con la semiotica, sia con la linguistica. Un metodo per procedere è quello di enumerare le situazioni in cui vengono pronunziate. Il "buonismo" si tira fuori nella maggior parte dei casi davanti a situazioni dis-umane che oramai non possono più essere definite tali si rischia appunto di venire etichettati come affetti da "buonismo", ma allora sarà una nuova specie di influenza? Purtroppo non posso verificare quest'altra supposizione, non rientra nelle mie competenze. Rientro allora nei miei ambiti, trovo allora la classica interpretazione che si da a tutti i termini che terminano con "ismo", quasi sempre negativa, esempio: comunismo, fascismo, demagogismo, egoismo, ecc. ecc, ma anche "pluralismo", termine finora al riparo da significati degenerativi. Alla lettera sembrerebbe il "buonismo" un eccesso di bontà, una forma di generosità non sottoposta al vaglio della ragione tanto che si traduce in stoltezza. D'altra parte nello stesso Decalogo, il comandamento che tratta di queste storie recita così: prima amerai Dio..., poi il prossimo tuo "come" te stesso, non dice "più" di te stesso. Così certamente occorre equilibrio anche nella solidarietà e nella generosità, fin qui ci siamo. Ma poi in quello stesso insieme di libri che chiamiamo Antico o Primo Testamento, ritrovo anche quelle terribili pagine in cui si narra di Lot che addirittura arriva a proporre ai violenti del suo paese che volevano abusare dei tre stranieri che stava ospitando lo scambio con le sue figlie vergini. Lot meriterebbe per i nostri occhi la medaglia del "buonismo" se ne esistesse una assegnazione... Così anche Davide che si dispera per la morte del figlio Assalonne, anche se l'aveva tradito nel peggiore dei modi. Forse alla fine anche Giobbe, che è noto al grande pubblico più per la sua "pazienza", rifiutando di maledire il Signore, mentre se ne sta per terra pieno di ulcere, privato senza motivo di figli e di beni, potrebbe concorrere alla palma del buonismo. Finché compare ad un certo punto, discendente di Davide ma anche nella genealogia da qualche donna di dubbia reputazione compare un certo Gesù di Nazareth. Mi accingo a cercare nelle pagine delle testimonianze della vita e delle parole di questa illustre figura, cioè nei Vangeli il corrispettivo del nostro termine "buonismo"... E' una operazione complessa, richiederà almeno una seconda puntata...! MLA (continua)
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