giovedì 28 agosto 2014

Letture estive: "La società impersonale" di E. Manna

Letture estive: tratto da Elisa Manna “La società impersonale”, in “Scuola e formazione”, n.1/2, 1914. Le politiche per accrescere il capitale d’istruzione nel nostro Paese devono aver avuto qualche falla: se si prende in esame il numero dei laureati in Italia, comparato con il dato degli altri paesi europei (EU 27) si scopre che siamo battuti in negativo solo dalla Romania, che ha il 13,6% laureati ogni 100 abitanti, mentre l’Italia ne ha “ben” 13,8. Svezia, Regno Unito, Finlandia, tanto per citarne alcuni, ne hanno circa il triplo. Si potrebbe dire che il numero dei laureati non è di per sé segno della crescita di consapevolezza di una popolazione. Nel 2011 il linguista De Mauro ha denunciato come, da autorevoli indagini internazionali emerga che oltre il 70% della popolazione italiana si trovi al di sotto del livello minimo di lettura e comprensione di un testo scritto in italiano di media difficoltà; che il 5% non è neppure in grado di decifrare lettere e cifre, un altro 33% è a rischio di analfabetismo di ritorno e che, non più del 20% possiede le competenze minime per orientarsi e risolvere, attraverso l’uso appropriato della lingua italiana, situazioni complesse e problemi della vita sociale quotidiana. “La società impersonale è innanzitutto una società afasica, che non ha cultura sufficiente, non ha sufficiente istruzione”, ha detto De Mauro. Questa alfabetizzazione disturbata e contratta, non ha ricadute solo sulla dimensione lavorativa o degli studi, ha evidenti ricadute nella capacità di esprimere sentimenti, emozioni, che siano appena più sfumati rispetto all’internettiano “mi piace”, nelle relazioni affettive, amicali, familiari. E porta ad organizzare la propria vita intorno agli istinti. Un ingorgo di emozioni che non ha parole per essere espresso, i pensieri per essere pensato. E che forse è alla base di tante vicende di prevaricazione e violenza.

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