venerdì 8 ottobre 2010

U2: In the name of love


U2, canzoni nel nome dell'amore: alla Sapienza dibattito sulla band
Il critico musicale Andrea Morandi e il giornalista Gino Castaldo protagonisti dell'incontro promosso da un gruppo di studenti e dal cappellano padre D'Adamo di Marta Rovagna.

Aria elettrizzata, luci soffuse e una sala gremita di giovani: è iniziata così la serata (il 7 ottobre) dedicata agli U2 all'Università La Sapienza, alla vigilia del concerto della band irlandese allo Stadio Olimpico. Ad aprire l'evento sono stati i “Lemon”, che hanno suonato due pezzi acustici del gruppo di Bono, prima di lasciare spazio al dibattito tra Gino Castaldo, giornalista de la Repubblica, e Andrea Morandi, autore del recente volume "U2. The name of love", dedicato a uno studio sui testi delle canzoni del gruppo in relazione alla Bibbia.

L'evento si è tenuto nella sala sottostante la cappella universitaria ed è stato ispirato proprio dal volume di Morandi, inedito nel suo accostamento tra Sacra Scrittura e testi degli U2. «I testi della band irlandese – ha spiegato padre Vincenzo D'Adamo, cappellano della Sapienza e organizzatore, con gli studenti, dell'evento – fanno emergere dei grandi valori, ci sono riferimenti continui al vangelo di San Giovanni, ai salmi, al Magnificat».

E i brani della band di Bono, che parlano di eternità, sono stati e sono fino ad oggi una delle principali colonne sonore della vita di migliaia di fan: «Il popolo degli U2 – ha raccontato Morandi – attraversa le generazioni, le loro parole, i loro testi sono uno specchio per ognuno di noi». La platea è d'accordo e applaude: da chi è nato negli anni '70 e ricorda i primi album della band a chi è della classe 1991 e sente comunque un'appartenenza forte al messaggio e alla musica dell'intramontabile gruppo. «L'ultimo vero gruppo del grande rock degli anni '60 e '70 – ha ricordato Castaldo – che ha in sé una forza che non deriva solo dall'enorme impero che hanno messo in piedi e che li ha resi plurimiliardari, ma anche da una volontà di esserci e di essere assieme, nonostante tutte le difficoltà, le incomprensioni e i litigi che pure hanno vissuto in questi quasi 40 anni di attività».

Nel corso del dibattito è stato affrontato anche l'impegno civile e sociale di Bono e della sua band: «Le canzoni degli U2 sono sempre denuncia e affondano molto spesso le loro radici nell'attualità, – ha sottolineato l'autore del volume “U2 the name of love” – ascoltarli è come leggere un editoriale e vedere come i loro testi sono diventati azioni, e sono entrati nella storia». La grande forza della band irlandese, per Morandi, è proprio questa: «Averci fatto digerire, nel corso del tempo, qualsiasi evento. In questo Bono è un fuoriclasse, ha un livello di comunicazione fuori dalla norma, è potentissimo».

“In nome dell'amore” si intitola il volume, ma di quale amore si parla nei testi degli U2? Per l'autore del testo le forme sono tante: «Si va da quello filiale a quello paterno a quello per una donna, ma in ultima analisi per loro, per il gruppo l'amore è, e continua ad essere, quello per il proprio pubblico, ai quali si sono sempre dati con una passione totale». E per i quali sono stati sempre pronti a rischiare: «Cambiando generi musicali – ha spiegato Morandi – rimettendosi sempre in gioco, andando avanti sempre». Ed è con loro quindi che si ricrea, anno dopo anno una magia, che rende lo stadio come il tempio di una religione: «Noi tutti, uniti ad ascoltare una musica che ci unisce e non ci divide – ha concluso Castaldo – partecipiamo ad un rito, una preghiera “laica” che celebra la bellezza della dignità umana».

(Da www.romasette.it )

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