giovedì 14 ottobre 2010

VAN GOGH

Dopo 22 anni torna a Roma Vincent van Gogh
Campagna e città in oltre settanta capolavori dell'artista olandese e in circa 40 opere di chi gli fu d'ispirazione, come Gaugin e Cézanne

Il Complesso del Vittoriano riporta a Roma dopo ventidue anni Vincent van Gogh con una selezione di oltre settanta capolavori – tra dipinti, acquarelli e opere su carta – e circa quaranta opere dei grandi artisti che gli furono di ispirazione, tra i quali Millet, Pissarro, Cézanne, Gauguin e Seurat.

Nonostante sia priva dei capolavori più noti, l’esposizione, con sintetici apparati informativi bilingue, consente al visitatore d’apprezzare senza troppi condizionamenti l’evoluzione delle tecniche d’esecuzione (qualche riferimento didascalico è impreciso) e d’espressione di quest’artista dalla personalità complessa. Artista nel quale convivevano l’amore per la gente, il bisogno irrefrenabile d’esprimersi e il tormento della malattia.

Il percorso scientifico è focalizzato su due inclinazioni contraddittorie che emergono dalla scelta dei suoi soggetti: l’amore per la campagna, come ambiente fisso e immutabile, e il suo legame con la città, centro della vita moderna e del suo rapido movimento. In entrambi i contesti il suo scopo era di presentare valori eterni e situazioni contemporanee in uno specifico repertorio di temi e immagini.

Caratterizzato da una sorprendente memoria visiva che gli permetteva di ricordare fin nei minimi dettagli dipinti o stampe dei suoi predecessori che considerava maestri, van Gogh non intendeva ritrarre una verità oggettiva quanto divulgare i valori della campagna, della felicità della vita rurale. Felicità ideale, per celebrare la quale egli dipinse, ad esempio, casette col tetto di paglia, ignorando consapevolmente che quelle dimore erano in realtà baracche miserabili, cadute in disuso già ai suoi tempi.

I suoi contadini – tutti anonimi – esprimono l’intrinseco legame con la terra. Sono rozzi, con la fronte bassa e le labbra grosse, le spalle curve. Ritratti con una tavolozza di colori cupi, smorti, non rivolgono mai (anche quelli in posizione frontale) lo sguardo verso l’artista.

Il suo ritratto della campagna come luogo immutabile, segnato da gesti lenti e ripetitivi – come intendono suggerire le opere messe a confronto – non si basava sulla semplice osservazione e sul resoconto di quanto aveva visto: era piuttosto il risultato della sua vasta cultura artistica e delle precise idee che intendeva trasmettere.

Anche i contesti urbani, nei quali la tavolozza dei colori si fa più vivace, sono stati rappresentati con un’angolazione specifica, preferendo le stradine dei sobborghi, all’epoca in rapido sviluppo, alle vie affollate o alle pittoresche piazze di Parigi. In mostra anche una selezione di autoritratti. Date le tematiche, discutibile, anche se di facile richiamo, la scelta di rappresentare con uno di essi la mostra.

“Vincent van Gogh. Campagna senza tempo – Città moderna”. Fino al 6 febbraio 2011. Orari: dal lunedì al giovedì dalle 9.30 alle 19.30; venerdì e sabato dalle 9.30 alle 23.30; domenica dalle 9.30 alle 20.30. La biglietteria chiude un’ora prima. Biglietto: intero 12 euro; ridotto 8,50 euro. Curatore: Cornelia Homburg. Catalogo: Skira 35 euro. Organizzazione: Comunicare organizzando. Segreteria della mostra, visite guidate e prenotazione gruppi c/o il Complesso del Vittoriano: tel. 06.6780664 – 06.6780363.

12 ottobre 2010

(di Francesca Romana Cicero da Romasette.it)

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