25 gennaio 2008 - Conversione di S. Paolo
A Damasco viveva un cristiano chiamato Ananìa. Il Signore in una visione lo chiamò: "Anaìa!" Ed egli rispose: "Eccomi, Signore!". Ma il Signore gli disse di nuovo: " Alzati e va nella via che è chiamata "Diritta". Entra nella casa di Giuda e cerca un uomo di Tarso, chiamato Saulo. Egli sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venirgli incontro e mettergli le mani sugli occhi perché ricuperi la vista". Ananìa rispose: "Signore, ho sentito molti parlare di quest'uomo e so quanto male ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. So anche che ha ottenuto dai capi dei sacerdoti l'autorizzazione di arrestare tutti quelli che ti invocano". Ma il Signore disse: "Va', perché io ho scelto quest'uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli di Israele." (Atti degli Apostoli 9, 10-16)Il povero Ananìa è praticamente terrorizzato! Forse più dello stesso Paolo, quando sbalzato dal suo cavallo sulla via di Damasco, rimane accecato dalla luce di quel Signore che perseguitava uccidendone i seguaci. E Ananìa avrebbe dovuto non solo incontrarlo ma addirittura imporgli le mani sugli occhi affinché recuperasse la vista! E chi gli assicurava che una volta recuperata la vista, Saulo non avrebbe ricominciato le sue persecuzioni, magari proprio da lui? Ma contrariamente ad ogni buon senso Ananìa vince ogni remora, ogni pregiudizio ogni timore e obbedisce. "Saulo, fratello mio è il Signore che mi manda da te: quel Gesù che ti è apparso sulla strada che stavi percorrendo . Egli mi manda perché tu recuperi la vista e riceva lo Spirito Santo". Subito dagli occhi di Saulo caddero come delle scaglie ed egli recuperò la vista. Si alzò e fu battezzato. Poi mangiò e riprese forza. (Atti 9,17-18)
Signore ti preghiamo perché come Ananìa, noi vinciamo ogni pregiudizio nei confronti del nostro prossimo, anche quando questo ci fa paura,
A Damasco viveva un cristiano chiamato Ananìa. Il Signore in una visione lo chiamò: "Anaìa!" Ed egli rispose: "Eccomi, Signore!". Ma il Signore gli disse di nuovo: " Alzati e va nella via che è chiamata "Diritta". Entra nella casa di Giuda e cerca un uomo di Tarso, chiamato Saulo. Egli sta pregando e ha visto in visione un uomo, di nome Ananìa, venirgli incontro e mettergli le mani sugli occhi perché ricuperi la vista". Ananìa rispose: "Signore, ho sentito molti parlare di quest'uomo e so quanto male ha fatto ai tuoi fedeli in Gerusalemme. So anche che ha ottenuto dai capi dei sacerdoti l'autorizzazione di arrestare tutti quelli che ti invocano". Ma il Signore disse: "Va', perché io ho scelto quest'uomo. Egli sarà utile per farmi conoscere agli stranieri, ai re e ai figli di Israele." (Atti degli Apostoli 9, 10-16)Il povero Ananìa è praticamente terrorizzato! Forse più dello stesso Paolo, quando sbalzato dal suo cavallo sulla via di Damasco, rimane accecato dalla luce di quel Signore che perseguitava uccidendone i seguaci. E Ananìa avrebbe dovuto non solo incontrarlo ma addirittura imporgli le mani sugli occhi affinché recuperasse la vista! E chi gli assicurava che una volta recuperata la vista, Saulo non avrebbe ricominciato le sue persecuzioni, magari proprio da lui? Ma contrariamente ad ogni buon senso Ananìa vince ogni remora, ogni pregiudizio ogni timore e obbedisce. "Saulo, fratello mio è il Signore che mi manda da te: quel Gesù che ti è apparso sulla strada che stavi percorrendo . Egli mi manda perché tu recuperi la vista e riceva lo Spirito Santo". Subito dagli occhi di Saulo caddero come delle scaglie ed egli recuperò la vista. Si alzò e fu battezzato. Poi mangiò e riprese forza. (Atti 9,17-18)
Signore ti preghiamo perché come Ananìa, noi vinciamo ogni pregiudizio nei confronti del nostro prossimo, anche quando questo ci fa paura,
ti preghiamo perché impariamo ad accettare che Tu puoi fare nuove tutte le cose,
e tutte le creatura in Te sono una cosa nuova,
Ti preghiamo perché Tu ci guarisca dalla cecità della nostra presunzione, del nostro egoismo, della vanità,
e accettiamo come Saulo di essere sbalzati dal cavallo delle nostre sicurezze, delle nostre "estensioni"
e accettiamo la notte oscura dell'attesa e dell'incertezza, finché non siano completamente purificati nostri occhi
e si aprano finalmente alla tua sfolgorante luce che allora non ci accecherà più ma ci guiderà, perché saremo tutt'uno con essa! Amen
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