I media: coscienza critica della società
Privati o pubblici, i responsabili dei grandi media hanno in realtà molta più autonomia di quanto talvolta
siano disposti ad ammettere, e la corsa agli indici di ascolto non è una scusa per rinunciare a ridare valore alla funzione primaria dei media come esploratori del bene comune, «sentinelle» della democrazia. Sta alla corresponsabilità dei direttori, degli inserzionisti e dei professionisti che gli organi di comunicazione e d’informazione ricoprano questo ruolo d’istanza critica autonoma nella società, e non quella di una semplice «fabbrica di consenso», cassa di risonanza delle parole d’ordine e degli stereotipi dell’ideologia del «politicamente corretto». Continuano a esserci fra gli addetti ai media donne e uomini che ancora si assumono questo compito essenziale. Ma troppo spesso i media di massa si fermano alla superficie o all’effimero degli avvenimenti, mentre sarebbero in grado d’offrire anche strumenti d’analisi e chiavi di lettura. Il successo dei blog e del giornalismo d’inchiesta su Internet dimostra che vi è spazio per metodi che sappiano privilegiare lo scambio, la condivisione delle conoscenze e delle informazioni. Vi è attesa reale per una comunicazione non, o non più, a senso unico, ma bidirezionale. Una tale comunicazione ridarebbe fiato all’espressione del pluralismo delle opinioni, alla ripresentazione senza deformazione dei punti di vista culturali e religiosi. Ciò rappresenta un’occasione per i media tradizionali di reinventarsi, di ritrovare un posto originale. I media illustrano in modo particolare quello che oggi significa corresponsabilità. Ben oltre la preoccupazione per l’Auditel e per le entrate pubblicitarie, la loro responsabilità si gioca nel ruolo insostituibile che ricoprono nel dibattito pubblico per la formazione di una coscienza civile e per l’apertura a una parola per tutti, specialmente per gli esclusi, coloro che vivono ai margini della società e che la crisi colpisce più duramente che altri.
(Da "Crescere nella crisi" Conf. Episc. Fr.)
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