giovedì 24 novembre 2011

Lettere dei bambini ai rappresentanti delle religioni riuniti ad Assisi


I bambini di V della Primaria Alfieri di Valle S. Bartolomeo, (Alessandria) hanno voluto nella stessa giornata di questo importante evento, durante l’ora di religione, “sintonizzarsi” spiritualmente con Assisi. L’hanno fatto scrivendo ciascuno una lettera a tutti i rappresentanti delle religioni lì riuniti.  A 25 anni dal primo incontro promosso da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI ha voluto rinnovare questo appuntamento invitando, questa è la bella novità, anche i non credenti. Papa Benedetto XVI ha svolto un’analisi  approfondita sui diversi modi di negare Dio e sui diversi tipi di violenza.
“La negazione di Dio, in definitiva, significa la negazione dell’umanità se si cerca un vero umanesimo questo deve avere Dio al suo vertice. Senza Dio, si ha la vuota religione umanista del terrorismo e il vuoto umanesimo religioso del secolarismo. E nessuna di queste due cose è buona per il nostro mondo. Il nome del Dio unico deve diventare sempre di più un nome di pace, un imperativo di pace, in fondo abbiamo valori fondamentali comuni, quali il senso del rispetto di Dio e del divino, il desiderio di Dio e del divino, il rispetto della vita, la consapevolezza della dignità della famiglia e anche questo immenso desiderio di pace, soprattutto tra i giovani: pace con Dio – o con l’Assoluto – e pace tra gli uomini.”
Curiosamente anche questi ragazzi hanno espresso un desiderio quasi unanime di impegnarsi, di collaborare per la giustizia, la libertà, la pace e la salvaguardia delle risorse naturali. Ancora oggi, come 25 anni fa, il mondo ha bisogno di pace. Ha bisogno che gli uomini e le donne sensibili ai valori religiosi, che gli uomini non credenti ma amanti del bene, ritrovino il gusto di camminare insieme. Vuole essere un sogno che continua e diviene sempre più realtà: ognuno insieme all’altro, non più uno contro l’altro; tutti i popoli in marcia da diversi punti della terra, per riunirsi in un’unica famiglia. 
Ancora una volta – basti pensare ai recenti avvenimenti in Egitto o in altre regioni del mondo – c’è bisogno di dire «no» a qualsiasi strumentalizzazione della religione. La violenza tra religioni è uno scandalo che snatura la vera identità della religione, vela il volto di Dio ed allontana dalla fede. Il cammino delle religioni verso la giustizia e la pace, perché impegno primario della coscienza che anela al vero e al bene, non può che essere caratterizzato da una comune ricerca della verità. La pace ha bisogno della verità sulle persone, sugli Stati, sulle religioni stesse, nonché sulle corrispondenti culture, in cui spesso si annidano elementi non conformi alla verità sull’uomo, per cui divengono ostacolo allo sviluppo integrale dei popoli e alla pace (cf Caritas in veritate, n. 55).
È per questo che Benedetto XVI desidera porre l’esperienza di Assisi 2011, oltre che nel segno della preghiera e del digiuno, sotto la cifra del pellegrinaggio, che implica ascesa, purificazione, convergenza verso un punto superiore, assunzione di un impegno comunitario. La verità rende più liberi e più capaci di essere, insieme, costruttori di pace. La ricerca della verità è premessa per conoscersi meglio, per vincere ogni forma di pregiudizio, ma anche di sincretismo, che offusca le identità. Essere tutti partecipi di un comune cammino di ricerca della verità significa riconoscere la propria specificità, sulla base di ciò che ci fa uguali – tutti siamo capaci di verità - e diversi insieme. Non tutti, infatti, possediamo la verità allo stesso modo; l’averla, poi, ricevuta in dono non impedisce di approfondirla e di sentirsi compagni di viaggio di ogni uomo e donna, perché essa non è mai esauribile.
Ricercare sinceramente ed umilmente la verità significa, poi, rinnovare uno sguardo di benevolenza nei confronti degli altri, per accettarsi reciprocamente, dialogare meglio, e collaborare al bene comune, su cui è possibile convergere sul piano di una ragione naturale. Non sempre è possibile il dialogo sul piano teologico o dottrinale, mentre appare più agevole il dialogo sul piano della vita e delle opere.
La ricerca della verità è, inoltre, condizione per abbattere il fanatismo e il fondamentalismo, per i quali la pace si ottiene con l’imposizione agli altri delle proprie convinzioni. È, ancora, condizione per superare la babele dei linguaggi e quel laicismo che intende emarginare dalla famiglia umana Colui che ne è il Principio e il Fine. È, da ultimo, premessa per ogni rinascimento morale delle persone e delle istituzioni.
In vista della pace, la sola conoscenza teorica non basta, occorrono una mobilitazione dello spirito, la ricerca di nuove vie, di buone pratiche, di gesti e di istituzioni che possono essere posti in atto solo mediante relazioni positive e l’apertura delle coscienze al Sommo Vero e al Sommo Bene, Dio: un’apertura che è scritta anche nello spirito degli atei, perché ogni anelito al bene è un raggio di quel Lógos o «Sole» (Dio) che ancora non si conosce pienamente e a cui si è inevitabilmente protesi per dono dello stesso Creatore.
Tutto questo deve iniziare sin dalle prime fasi di ogni processo educativo, mai nella storia come oggi si dall’infanzia si è a contatto con culture diverse dalla propria ed è terribile accorgersi come sovente i bambini e i giovani siano imbevuti di pregiudizi e stereotipi nel giudicare o rapportarsi a coetanei provenienti da culture diverse dalla propria.
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I Paesi del mondo rappresentati sono più di 50, tra i quali, oltre a numerosi Paesi europei e americani, anche Egitto, Israele, Pakistan, Giordania, Iran, India, Arabia Saudita, Filippine e molti altri (sono quelli che soffrono forse maggiormente, in questo momento storico, per problemi di libertà religiosa e dialogo tra religioni, hanno confermato la loro presenza 176 esponenti di diverse tradizioni religiose non cristiane e non ebraiche.
Sono attese 4 personalità in rappresentanza delle Religioni Tradizionali dell’Africa, dell’America e dell’India. Il rappresentante della tradizione religiosa indiana partecipa per la prima volta alla Giornata di Assisi. L’africano Prof. Wone Abimbola offrirà una riflessione sul tema della Giornata. Per quel che riguarda le religioni connesse col sub-continente indiano, hanno accettato l’invito del Santo Padre 18 persone:
- 5 personalità Indù con 2 accompagnatori. Tra di esse vi è il Prof. Rajhmoon Gandhi, nipote del Mahatma Gandhi, che già partecipò alla Giornata del 1986
- 3 jainisti ;
- 5 Sikh ;
- 1 Zoroastriano ;
- 1 Bahai,  per la prima volta è presente ad una Giornata di Assisi.
Per le altre religioni diorigine asiatica, si sono avute le seguenti conferme di partecipazione:
- 67 Buddisti, di cui 16 capi-delegazione provenienti dal 11 Paesi:
a) 1 gruppo dalla Corea del Sud, dallo Sri Lanka, da Myanmar, dalla Cambogia, dall’India (Tibetani), da Singapore, dalla Cina Popolare (che viene per la prima volta), da Taiwan e dall’Australia;
b) 2 gruppi dalla Tailandia e 5 delegazioni dal Giappone.
È poi atteso il Presidente dell’Associazione del Confucianesimo, con 2 accompagnatori, dalla Corea del Sud.
Da Hong Kong verrà il Presidente dell’Associazione del Taoismo, con 2 accompagnatori.
Hanno confermato la loro presenza 2 delegazioni shintoiste dal Giappone, con un totale di 17 partecipanti. Tra le Nuove Religioni del Giappone sono da registrare esponenti di 4 denominazioni per un totale di 13 persone.
La partecipazione dei musulmani è risultata, indubbiamente, condizionata da alcuni fattori, sia per il numero che per il livello di rappresentatività, come la situazione socio-politica in diversi Paesi arabi a forte maggioranza musulmana del Medio Oriente, del Nord Africa e del Golfo. Si è verificata la quasi coincidenza con il pellegrinaggio alla Mecca e con la Conferenza interreligiosa annuale di Doha, in Qatar. Dai paesi arabi e medio-orientali, e dai Paesi occidentali sono attesi 48 musulmani, e precisamente: dalla Giordania, da Israele, dall’Egitto, dal Libano, dall’Algeria, dal Marocco, dall’Iran, dalla Turchia, dall’Arabia Saudita, dall’Albania, dalla Bosnia ed Erzegovina, dalla Bulgaria, dall’Azerbaigian, dal Tajikistan, dal Regno Unito, dalla Francia, dall’Italia, dal Portogallo, dagli Stati Uniti di America. Tra le personalità provenienti da questi Paesi, precisamente dall’Azerbaigian, è da notare lo Sheick-ul Islam Allahshukur Pashazade, Presidente della Direzione dei Musulmani del Caucaso.
Si può inoltre rilevare la presenza di un rappresentante del Re dell’Arabia Saudita e Custode delle 2 Sacre Moschee:si tratta del Vice Ministro dell’Educazione, S.E. Faisal Al Muammar e Acting Segretario Generale del "King Abdullah Bin Abdulaziz International Centre for Interreligious and Intercultural Dialogue" di Vienna appena istituito; il rappresentante delRe del Marocco, il Ministro delle Pie Fondazioni e degli Affari Islamici, Prof. Ahamd Tawfiq e un Membro della Famiglia reale della Giordania, il P.pe Ghazi bin Muhammad. Si può notare che dalle precedenti Giornate di Assisi a quella attuale vi è stato un crescendo di partecipanti musulmani: 11 nel 1986, 32 nel 2002, 50 quest’anno.
Dai paesi dell’Asia e del Sud-Est a maggioranza musulmana hanno confermato la loro partecipazione 5 personalità, accompagnate da 7 esponenti musulmani, provenienti: dal Pakistan, dal Bangladesh, dalla Tailandia e dall’Indonesia. Da quest’ultimo paese che conta il più grande numero di musulmani nel mondo ( circa 190 milioni) sono attesi esponenti delle due maggiori e più influenti Organizzazioni islamiche : la "Muhammadiyah" e la "Nahdlatul Ulama". Il Sig. Nasihin Hasan, Direttore della Conferenza degli Accademici musulmani, sorta da un’iniziativa della "Nahdlatul Ulama", offrirà una testimonianza sul tema della Giornata.


Ciao!
Sono Magda, ho nove anni ed abito ad Alessandria, Valle S. Bartolomeo. Vorrei tanto che nel mondo ci fosse la pace e che coloro che sono ora nemici collaborino uno con l’altro; nei paesi più poveri vorrei tanto donare un po’ di  amore e serenità. Certe volte mia mamma ai bambini poveri e agli orfanatrofi dona del mangiare per toglierli la fame e qualche vestitino che a me non va più bene, così possiamo aiutare i bambini che non sono fortunati come noi. La cosa che vorrei di più al mondo è che tutti i bambini abbiano una famiglia e amore.

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Ciao!
Sono Gaia ho dieci anni e vivo a Valle S. Bartolomeo. Vorrei  che ci fosse la pace nel mondo e vorrei che tutti i popoli fossero amici. Quando sarò grande vorrei avere un futuro molto bello con la pace senza  guerre. Nei paesi più poveri vorrei donare amore mentre mia mamma dona soldi e i vestiti che non mi vanno bene, vorrei che in quei paesi ci fosse una famiglia molto unita.

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Cari capi delle religioni,
so che per voi oggi sarà una giornata lunga, però vi chiedo di pregare perché ci siano scuole in Africa, per combattere la fame nel mondo, l’analfabetismo e per la protezione dei bambini. In un mondo futuro non vorrei che io, i miei figli o i miei fratelli ci trovassimo ad andare in guerra o in luoghi dove ci fosse il terrorismo. Questo non mi piacerebbe perciò vi chiedo di vegliare sulla protezione dei bambini del mondo che hanno qualche problema e donare loro un futuro e lavoro.
                                                                  Gabriele
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Ciao!
Sono Enrico, ho dieci anni e vivo ad Alessandria in Piemonte, vorrei che questi problemi economici finissero  perché molti edifici pubblici sono uno spreco e milioni di euro vengono consumati invano. Ma il governo dovrebbe essere più responsabile e spendere i soldi per costruire scuole e ospedali e non questi edifici che non servono.

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Ciao!
Mi chiamo Lorenzo ho dieci anni  vivo ad Alessandria in Piemonte. Vorrei che non ci fossero più guerre e che non ci fossero più omicidi in tutto il mondo, perché di questi tempi hai paura ad uscire di casa. Io ho fatto molti sbagli perché a volte me la sono presa con persone che non si sanno difendere, ma ora ho capito che si devono aiutare i deboli e non fare il contrario!
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Ciao!
Mi chiamo Milly, ho dieci anni e sono Argentina, la mia idea è di aiutare i poveri, ma adesso non posso perché ho solo dieci anni. La mia mamma mi dice che sono brava per l’idea di difenderli, anche se io dico che sono un po’ cattiva di carattere, anche se ora leggendo questo mi diranno il contrario. Alcune volte difendo le mie compagne di classe, Cecilia, Magda, Gaia e Lia, anche se non siamo tanto amiche. A me non importa se non sono amiche mie, io le difendo  ugualmente.
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Ciao!
Sono Erik abito ad Alessandria ed ho dieci anni. Vorrei che ci fosse la pace nel mondo e vorrei che nessuno morisse solo, vorrei che i più ricchi donassero dei soldi ai più poveri!
                                         
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Ciao!
Sono Salvatore, frequento la  classe V ed  abito a Pietra Marazzi in provincia di Alessandria. Vorrei che la gente si fidasse delle organizzazioni che aiutano i bambini perché è per mancanza di fiducia che la gente dona poco. Però vorrei aiutare anche amici e nemici perché ad esempio a volte con le ragazze della nostra classe ci scontriamo, ma nonostante i torti che faccio loro, ogni tanto fanno qualcosa per me e per questo le ringrazio!
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Io  sono Francesco, abito ad Alessandria però sono nato a Napoli. Vorrei tanto che ci fosse pace in tutto il mondo e anche che nessuno muoia da solo, se non vi dispiace vi chiedo ancora un’altra cosa, che non ci siano le armi. Vorrei tanto una vita senza distruzioni …
 
                                        ***
Ciao!
Mi chiamo Cecilia, ho nove anni e mezzo ed abito a Valle S. Bartolomeo in provincia di Alessandria. Vorrei tanto che tutti gli abitanti, soprattutto i poveri, avessero il cibo e l’acqua e se non ce li avessero, vorrei che avessero i soldi! Vorrei anche che il mondo non finisse mai!
           

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