mercoledì 22 febbraio 2012
Meditazione di Origene
Il gusto, una volta che avrà gustato la bontà del Verbo di Dio, le sue carni, e il pane che discende dal cielo (Eb 6,5; Gv 6,52), dopo non tollererà più di gustare altro. Infatti in confronto alla dolcezza e alla soavità di quello, ogni altro sapore sembrerà all'anima aspro e amaro e perciò si nutrirà solo di quello, poichè troverà ogni dolcezza che potrà desiderare, in lui che si rende adatto e idoneo a tutto. Infatti per coloro che, provenienti da seme corruttibile, vengono rigenerati, egli diventa latte spirituale e senza inganno (1 Pt 1,23;2,2) a coloro che sono deboli in qualche parte si presenta come legumi (Rm 14,2) per grazia e amicizia ospitale; a coloro che poi grazie alla capacità di ricevere hanno i sensi esercitati alla distinzione del bene e del male, si presenta come cibo solido (Eb 5,14). Se infine ce ne sono alcuni che sono usciti dall'Egitto e seguendo la colonna di fuoco e di nubi vengono nel deserto, a costoro egli scende dal cielo presentandosi come cibo minuto e sottile, simile al cibo degli angeli, così che l'uomo mangi il pane degli angeli (Es 16,4; 14,24; 16,14; Sal 78,25).
Origene, "Commento al Cantico dei Cantici", libro 1, Cantico 1, 3-4, Città Nuova pp.93-94
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