giovedì 27 febbraio 2014

Sulla spontaneità

L'uomo è l'essere della riflessione, secondo il filosofo Spaemann, avendo perduto la sua innocenza iniziale, non può recuperarla rivendicando quella spontaneità che si perde proprio nell'atto stesso di rivendicarla. Piuttosto possiamo riguadagnarcela se riflettiamo sul come, se è vero che l'amore non è mai "peccato", lo è violare una persona umana, venir meno alla fedeltà, infrangere una promessa. Quando sentiamo dire, sottolinea ancora Spaemann,  "sono fatto così, mi devi accettare come sono" è un'impertinenza. Dio, solo lui può accettarci come siamo. Altrimenti non esisterebbe più il perdono. Questa difficile arte, dice il filosofo,  non è dire a chi mi ha fatto un torto "Be' sei fatto così", ciò è l'opposto del perdono. Quindi il perdonare non significa lasciare che l'altro rimanga un vigliacco, un bugiardo,  un traditore,  ma gli permette di evolvere nel suo essere e ricominciare da capo. Questo è molto evidente quando si sperimenta il perdono e la misericordia di Dio. Non si può più essere come prima... Ogni episodio di autentica conversione, dai casi celebri a quelle avvenute nel nascondimento, lo testimoniano. D'altronde,  la missione di Gesù,  così come è narrata  nel Vangelo, non inizia con le parole: "Dio vi accetta così vome siete" ma con l'invito a cambiare "Pentitevi, siate diversi da ciò che siete ora". Nel rito ormai prossimo delle Ceneri, che inaugura il periodo quaresimale, questa espressione verrà ripetuta per ogni membro dell'assemblea...Senza la consapevolezza di essere un mucchietto di polvere e il desiderio autentico del cambiamento non vi sarà la gioia pasquale della resurrezione!  Secondo la tradizione che ancora alcuni rispettano, le ceneri che cospargeranno il capo dei fedeli nella celebrazione liturgica, è ottenuta dai rametti di ulivo avanzati dalla Domenica delle Palme. Dalle palme e dagli ulivi si ricava l'olio. Quel triste mucchietto grigio con il quale veniamo segnati si tramuterà in olio di letizia.

martedì 25 febbraio 2014

A proposito di adulterio

"Chi guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio" dice il Vangelo. È stato letto due Domeniche addietro e, quasi in concomitanza, ho trovato questa interpretazione riportata dal filosofo R. Spaemann. Si fa notare come non si dice "chi guarda una donna e la desidera" ma "chi guarda una donna 'per' desiderarla". È in questo "per" che la persona guardata non è più l'oggetto dell'amor concupiscentiae; è il desiderio stesso a diventare il fine e la persona desiderata diviene soltanto il mezzo per sperimentare il desiderio. È adulterio anche se si tratta della propria moglie...