domenica 29 giugno 2008

Pietro e Paolo



Questi due grandi testimoni della fede hanno pur nella loro diversità, hanno qualcosa in comune, l'aver vissuto entrambi ciò che la moderna psicologia definisce come "peak-experience". San Pietro quando insieme a Giacomo e Giovanni sul monte Tabor assiste ed è partecipe, ("E' bello per noi stare qui!") della Trasfigurazione del Signore, San Paolo quando fa l'incontro con il Cristo Risorto. Nella 1 lettera ai Corinzi 15 scrive: "Vi ho trasmesso l'insegnamento che anch'io ho ricevuto: Cristo è morto per i nostri peccati, come è scritto nella Bibbia, ed è stato sepolto. E' risuscitato il terzo giorno, come è scritto nella Bibbia ed è apparso a Pietro. Poi è apparso ai dodici apostoli, quindi a più di cinquecento discepoli riuniti insieme. Dopo essere apparso a tutti, alla fine è apparso anche a me, benchè io tra gli apostoli sia come un aborto. Infatti io sono l'ultimo degli apostoli, non sono degno neanche di essere chiamato apostolo, perché ho perseguitato la chiesa di Dio. Tuttavia per grazia di Dio sono quello che sono. E la sua grazia non è stata inefficace: io ho lavorato più di tutti gli altri apostoli; non io, a dir la verità, ma la grazie di Dio che agisce in me."

lunedì 23 giugno 2008

Voci che gridano nel deserto

Preghiera
(nella memoria della nascita di S. Giovanni Battista)


Signore, nella memoria liturgica di colui che fu "voce", ti preghiamo per tutti coloro che hanno ricevuto il carisma dell'annuncio e della predicazione, per tutti i "battezzatori" dei tempi moderni, che sovente lo fanno utilizzando i moderni mezzi della comunicazione, che spesso non vestono con pelo di cammello, ma con giacche e clergyman, o cravatte, che sovente non abitano in deserti geografici ma in deserti dello spirito, dove ogni forma di autentica trascendenza è mal vista o sotto controllo, ti affidiamo oggi Signore tutti gli autentici operatori di pace e tutti i veri testimoni della verità, sostieni e incoraggia quanti sono costretti al silenzio, quanti si sforzano di educare comunque e in ogni caso alla verità
, coloro sui quali lo spirito di menzogna non ha presa, tu sai quanta sete ha questo mondo di parole di verità, di gesti autentici, di santi autentici, di destini autentici, ora che questo tempo si fa breve, Signore, insegnaci ad anteporre al successo personale il servizio della verità, donaci la gioia di poter gustare qualcosa di vero, di santo, di non corrotto, perché molti cuori si aprano al tuo Amore e non all'idolo menzognero, alla vera pace e non allo stordimento della ragione, alla vita vera, non a quella che sembra vita ma conduce alla morte! E allora i cieli dei nostri cuori si apriranno e si rischiareranno e vedremo finalmente il Figlio tuo prediletto e amato saremo allora pronti per ascoltarlo. Amen

A servizio del Verbo

"Cari amici, mentre lavorate nelle stazioni radio cattoliche siete al servizio del Verbo. Le parole che trasmettete ogni giorno sono un'eco del Verbo eterno che si è fatto carne. Le vostre parole daranno frutto solo nella misura in cui servono il Verbo eterno Gesù Cristo. Nel piano salvifico e nella provvidenza di Dio, questo Verbo ha vissuto in mezzo a noi, o come dice S. Giovanni, "venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14) in umiltà. L'incarnazione è avvenuta in un villaggio distante, lontano dalle rumorose città imperiali dell'antichità. Oggi, sebbene facciate uso delle moderne tecnologie della comunicazione, le parole che voi trasmettete sono parimenti umili, e talvolta potete pensare che vadano completamente perse nella competizione con gli altri mezzi della comunicazione sociale rumorosi e più potenti. Ma non vi scoraggiate! State seminando la Parola "in ogni occasione opportuna e non opportuna" (2 Tm 4,2) adempiendo così il mandato di Cristo di predicare il Vangelo a tutte le nazioni. le parole che trasmettete raggiungono innumerevoli persone, alcune delle quali sono sole e ricevono la vostra parola come un dono consolatorio mentre altre sono curiose e interessate a quanto sentono, altre non vanno mai in Chiesa perché appartengono a un'altra religione o a nessuna, e altre ancora non hanno mai sentito il nome di Gesù Cristo, ma attraverso il vostro servizio ascoltano per la prima volta le parole di salvezza. Questo lavoro di paziente semina, svolto giorno dopo giorno, ora dopo ora è il vostro modo di cooperare alla missione apostolica. Se i molteplici tipi e forme di comunicazione possono ssere un dono di Dio al servizio dello sviluppo della persona umana e della umanità intera, la radio attraverso la quale esercitate il vostro apostolato, propone una prossimità e un ascolto della parola e della musica, per informare e distendere, per annunciare e denunciare, ma sempre nel rispetto della realtà e in una chiara prospettiva di educazione alla verità e alla speranza. Gesù Cristo ci dona in effetti la Verità sull'uomo e la Verità per l'uomo, e, a partire da questa verità una speranza per il presente e per il futuro delle persone e del mondo. In questa prospettiva il Papa vi incoraggia e si congratula per il lavoro svolto. Tuttavia come ha sottolineato la Redemptoris Missio, "non basta usarli i mezzi di comunicazione,(...) ma occorre integrare il messaggio stesso in questa nuova cultura creata dalla comunicazione moderna" (n.37). Per questo legame con la parola, la radio partecipa alla missione della Chiesa e alla sua visibilità, ma genera anche un nuovo modo di vivere, di essere e di fare Chiesa: comporta poste in gioco ecclesiologiche e pastorali. E' importante rendere attraente la Parola di Dio dandole corpo attraverso le vostre realizzazioni e le vostre emissioni per toccare il cuore degli uomini e delle donne del nostro tempo e per partecipare alla trasformazione della vita dei nostri contemporanei.
Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, quali entusiasmanti prospettive si aprono al vostro impegno e al vostro lavoro! I vostri network possono rappresentare, fin d’ora, una piccola ma concreta eco nel mondo di quella rete di amicizia che la presenza di Cristo Risorto, il Dio-con-noi, ha inaugurato fra cielo e terra e fra uomini di tutti i continenti e le epoche. Così facendo, il vostro stesso lavoro si inscriverà a pieno titolo nella missione della Chiesa, che vi invito ad amare profondamente. Aiutando il cuore di ogni uomo ad aprirsi a Cristo, aiuterete il mondo ad aprirsi alla speranza e a spalancarsi a quella civiltà della verità e dell’amore che è il frutto più eloquente della sua presenza fra noi. A tutti la mia Benedizione!

(Dal discorso di Papa Benedetto XVI ai partecipanti ricevuti in udienza il 20 giugno)


(per approfondire www.pccs.it)

Identità e missione delle radio cattoliche oggi


"Dal pensiero sull'uomo ad una informazione a servizio della persona"

Si è svolto dal 19 al 21 giugno, presso la Pontificia Università Urbaniana il primo Congresso Internazionale che ha riunito a Roma le radio cattoliche di tutto il mondo. Le emittenti cattoliche – ha detto il Papa incontrando i congressisti - partecipano in modo sempre nuovo alla missione della Chiesa annunciando il Vangelo agli uomini del nostro tempo. Ma cosa è emerso dal Congresso?
Secondo Mons. Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, dicastero promotore dell’evento, " E' da sottolineare l’aspetto positivo, la ricchezza delle esperienze ed una presenza vera, concreta, precisa delle radio cattoliche a livello mondiale. E di questo bisogna renderne grazie al Buon Dio di ciò che le radio stanno facendo in questo momento, nel contesto ecclesiale e mondiale. Alcune realtà sono emerse fortemente. Nella prima c’è una consapevolezza che un radio cattolica deve nascere da un’esperienza profonda di incontro con Gesù Cristo e quindi deve essere annunciatrice del Vangelo: quindi, il ruolo di evangelizzazione di una radio cattolica, vissuto però in una contestualità. Vale a dire come è emerso qui, durante gli incontri, c’è il settore africano, il settore latinaoamericano, l’asiatico, l’europeo, per citarne alcuni, ciascuno con le proprie caratteristiche; però, il grande discorso è: come vedere, come annunciare il Vangelo in questa contestualità particolare? Quindi, un dialogo interculturale, a tutto tondo. C’è questa profonda consapevolezza. La seconda consapevolezza è il ruolo che una radio cattolica gioca nella promozione dell’uomo. Erano interessanti, certi riferimenti ad esempio a ciò che soffrono determinate radio con il proprio personale in settori di questo mondo dove certe parole non sono gradite, o dove certe parole causano difficoltà con gli ambienti socio-politici locali. Qui direi che è emersa con grande forza questa testimonianza, questo diritto di dire una parola vera all’uomo. Perché? Perché è ancora emerso ugualmente con grande forza che una radio cattolica deve essere voce di chi non ha voce, e quindi ancora una volta tutto ciò che è reazione a problematiche, a situazioni in cui all’uomo è negata la possibilità di essere uomo, dove non gli è riconosciuta la dignità dalla sua umanità. Poi, un’altra cosa che è emersa e forse è stata anche una delle ricchezze di questo Congresso – e qui siamo grati al teologo della Casa Pontificia, che ci ha riportati a riscoprire ancora una volta che siamo, sì, legati alla tecnologia, legati al professionalismo ma poi, riscoprire come c’è un dono di Dio nell’annuncio della Parola; c’è una grazia della predicazione. Il che vuol dire quindi che quando io mi accingo ad annunciare la Parola anche attraverso la radio, io devo avere questa consapevolezza e questa profonda umiltà di sapere di essere portatore di qualche cosa che è più grande di me, perché è la Parola di Dio. E allora, sapere che non sono tanto le capacità tecnologiche, ma è la grazia di Dio che interviene nel cuore dell’uomo, per accogliere la Parola. E questo ci ha fatto bene, perché ci ha invitato – lei avrebbe dovuto vedere ieri le reazioni dell’uditorio, di fronte a questo intervento del teologo pontificio! - a riflettere sull’essenzialità. Il lavoro di una radio cattolica non è propaganda, ma è testimonianza e essere consapevoli che quello che noi annunciamo è la Parola di Vita. E questo va sottolineato con tutta forza. (...) Il Santo Padre ci ha ricordato che la Parola è questo amore di Dio rivelato e donato in Cristo, che continua ad invitare gli uomini a rapportarsi con Lui e fra di loro in modo nuovo. E poi, l’altra cosa che mi sembra ancora forte, del Papa, per noi, è che le parole che voi annunciate, che voi trasmettete dalle vostre stazioni radio, ogni giorno, sono un’eco di quella eterna Parola che è divenuta Carne. Le vostre parole porteranno frutto solamente nella misura in cui queste servono, sono a servizio della eterna Parola che è Gesù Cristo. E poi ancora questo richiamo del Papa a far sì che il nostro intervento, la nostra comunicazione sia al servizio dello sviluppo della persona umana, di tutta l’umanità. Ecco, credo che il Papa ci abbia proprio invitato a questo, abbia ancora nuovamente puntato l’indice su questo grande punto di riferimento. Infatti “L’Osservatore Romano”, scrivendo di questo congresso ha titolato: “Una rete di amicizia tra Cristo ed i popoli di tutti i continenti”. Ecco, credo che questa sia stata la grande ricchezza di questa iniziativa."

(per approfondire www.pccs.it)


mercoledì 18 giugno 2008

Il Volto dell'Assoluto


Icone bizantine contemporanee del Monte Athos - Roma Basilica S. Maria in Ara Coeli

Per la prima volta in Italia sono state presentate 85 icone dipinte a mano, con il tradizionale metodo della tempera all'uovo e pigmenti colorati su fondo oro, dai più grandi maestri monaci athoniti e dalle loro scuole. L'iniziativa si propone la raccolta di fondi economici da devolvere interamente alla ricostruzione di un lembo di terra del Santo Monte Athos (penisola al nord della Grecia autogovernata da venti monasteri in cui vivono oltre 3.500 monaci ortodossi) affidato cinque anni fa ad un gruppo di volontari per la maggior parte italiani. Questa proprietà chiamata metoki è dedicata a S. Nicola di Mira. La mostra è stata organizzata dall'Associazione Onlus "Insieme per l'Athos".

Info: www.voltoassoluto.com

martedì 10 giugno 2008

1. FAO Cosa dicono gli esperti


1. I cambiamenti climatici di adattamento
Settore alimentazione e agricoltura . FAO (studio del 5-7 marzo 2008)


APPENDICE 2
Valutazioni di impatto nel cambiamento climatico:
Africa
• Peggioramento dell'insicurezza alimentare peggioramento e aumento del numero di persone a rischio fame.
• La produzione agricola gravemente compromessa a causa della perdita di terra, delle stagioni di crescita più brevi e più incertezza su cosa e quando piantare. Entro il 2020, alcune colture potrebbe essere
dimezzata in alcuni paesi e, dal 2100, ricavi netti da colture potrebbe diminuire del 90 per cento.
Generale declino nella maggior parte dei raccolti di sussistenza, come il sorgo in Sudan, Etiopia, Eritrea e Zambia; granturco in Ghana; miglio in Sudan; arachidi e in Gambia.
• Gli stock ittici già compromessi saranno esauriti per ulteriore aumento di temperatura dell' acqua e altr modifiche all' ecosistema fisico. Minacce di inondazione per la costa orientale dell' Africa, costiere,
delta, come ad esempio il Nilo, e il degrado degli ecosistemi marini e altre modifiche dell' ecosistema.
• Diffusa essiccazione e desertificazione, in particolare nel Sahel e
Africa australe.
• Deforestazione, degrado e aumento degli incendi boschivi

Asia
•Per la diminuzione dei raccolti in molte aree molti milioni di asiatici rischieranno di morire di fame.
• Lo stress idrico interesserà più di 100 milioni di persone a causa di diminuzione della disponibilità di acqua dolce nel centro, sud, est e sud-est asiatico, in particolare nei grandi bacini fluviali come Changjiang.
• Il degrado dei suoli e la desertificazione potrà aumentare a causa della ridotta umidità del suolo e di una maggiore evapotraspirazione. La produttività dei pascoli dovrebbe ridursi dal 40 per cento al 90
con un aumento della temperatura di 2-3 C, combinate con la riduzione delle precipitazioni in regioni semi-aride e aride.
• La produttività dell'Agricoltura potrebbe espandersi in zone settentrionali.
• La foresta boreale nel nord Asia, potrà aumentare, anche se il probabile aumento della frequenza e la portata degli incendi boschivi potrebbe limitare l'espansione delle foreste.
•L' habitat di pesce di allevamento e pesce di approvvigionamento alimentare, l'abbondanza delle popolazioni ittiche, nelle acque dell'
Asia verranno sostanzialmente modificate. Il settore dell'acquacoltura e delle infrastrutture, in particolare in delta densamente popolate, rischiano di essere gravemente colpite da inondazioni costiere.

Australia e Nuova Zelanda
• Intensificazione dei problemi di sicurezza dell'acqua entro il 2030 nel sud orientale, Australia, Nuova Zelanda Northland orientale e alcune regioni. Espansione del degrado del terreno per grandi problemi come l'erosione e salinizzazioni.
• Per la produzione agricola è previsto un calo entro il 2030 in gran parte di tutta Australia orientale meridionale, e in tuttala parte orientale della Nuova Zelanda, a causa di una maggiore siccità e fuoco. Al contrario, vi potrebbe essere moderato aumento della produzione nel nord-est l'Australia e nelle principali parti della Nuova Zelanda a causa di un più lungo periodo vegetativo, meno gelo e l'aumento della pioggia.
• Si prevede che la produttività del bestiame in Australia soffra da stress da calore, diminuzione della produttività dei pascoli, foraggio di qualità inferiore e espansione delle malattie degli animali come ad esempio i bovini di spunta.
• Foreste beneficeranno di fecondazione di CO2, per un numero più elevato di precipitazioni, più stagione di crescita, a lungo impatti negativi di maggiore stress idrico, per parassiti, incendi e di erosione.
• Il settore della pesca marittima avrà ulteriore stress a causa di una sempre maggiore temperatura del mare, cambiamento del livello del mare, l'acidificazione e le modifiche della circolazione oceanica del Sud che provocherà cambiamenti specie di distribuzione, in particolare per le specie ai bordi di habitat.

Europa
• La produttività delle colture avranno piccoli aumenti globali che potrebbe essere di gran lunga superato dallo sviluppo tecnologico. Un aumento della produzione sarà principalmente nel nord Europa, e la più grande diminuzione nel Mediterraneo, i Balcani a sud-ovest e il sud della Russia europea.
• Sud Europa colture come mais, girasole e soia avranno espansione verso nord.
• La produttività delle colture del Mediterraneo è influenzata dalle più frequenti siccità che portano ad una riduzione delle rese (ad esempio, girasole), aumentodella domanda di acqua per l'irrigazione, un più elevato rischio di incendio e meno biodiversità.
• Aumenterà il bestiame a rischio di malattia per malattie come la febbre catarrale degli ovini e la peste equina.
• La produttività della foresta aumenterà notevolmente nel Nord Europa. Vi saranno perdite di carbonio del suolo in foreste boreali e spostamenti stagionali a seconda del gelo.
• La produttività delle praterie in Europa (zone temperate) è destinata a crescere.
• Specie marine, pesci, crostacei e molluschi possono essere colpite nel Nord Atlantico, per aumento della produzione delle acque del nord e invece variazioni in diminuzione al sud, per aumentato stress a causa di agenti patogeni. L' Acquacoltura subirà danni a livello locale a causa di rifiuti organici e diffusione di agenti patogeni.

America Latina
• Sicurezza alimentare a rischio in aree asciutte dove i terreni agricoli saranno oggetto di salinizzazione ed erosione, riduzione delle rese delle colture e della produttività del bestiame.
• I terreni agricoli rischiano al 50 per cento la desertificazione e la salinizzazione in alcuni settori a partire del 2050.
• I prodotti di raccolto potranno essere ridotti in alcuni settori, anche se altri settori possono vederla aumentata.
• Perdita di habitat e specie di estinzione in molti settori, comprese le foreste tropicali, a causa della più elevata temperatura e la perdita di acque sotterranee, in particolare colpite le comunità indigene.
• Impatto sul livello del mare di eventi estremi, in particolare quelli
associati a El Niño, fenomeno che interesserà la morfologia costiera, le barriere coralline e mangrovie, l'ubicazione degli stock ittici e la
disponibilità di acqua potabile.

America del Nord
• Manifestazioni pluviali rischiano di aumentare da 5 a 20 per cento nei primi decenni del secolo, ma con importanti variabilità tra regioni.
• Le risorse idriche saranno interessate da riscaldamento nella parte occidentale delle montagne che porteranno a diminuzione del manto nevoso in inverno, inondazioni e riduzioni di flussi di estate, inasprendo la concorrenza per le risorse idriche.
• Colture come ad esempio uva da mosto, che dipendono dalle risorse idriche dovranno affrontare grandi sfide.
• La crescita della foresta rischia di aumentare da 10 a 20 per cento durante il XXI secolo come risultato di estese stagioni di crescita di CO2 e di elevazione, anche se con variazioni spazio-temporali importanti. Le foreste sono suscettibili ad essere influenzate per modifiche di disturbi da insetti, malattie e incendi, e le relative perdite a seconda delle emissioni.
• La pesca in acqua fredda potrà essere danneggiata.(...) Temperature più elevate comporteranno spostamenti verso nord di specie.

Piccoli Stati insulari in via di sviluppo
• I terreni agricoli e quindi la sicurezza alimentare è influenzata dal livello del mare, inondazioni, dalla salinizzazione del suolo, dall'intrusione dell' acqua di mare nelle acque dolci e la perdita di approvvigionamento di acqua dolce.
• La produzione agricola è influenzata da eventi estremi.
• la pesca è influenzata dalla crescente temperature della superficie del mare, e dai danni da cicloni tropicali. Degrado delle barriere coralline e problemi di pesca avranno un impatto sui redditi.
• Le foreste colpite da eventi estremi saranno lente nella rigenerazione. La copertura forestale potrà aumentare per isole di alta latitudine.
• L'abitabilità e quindi la sovranità di alcuni Stati membri saranno minacciati a causa della riduzione delle dimensioni dell'isola o per completa inondazione.

Regioni polari
• Movimento verso nord di specie in risposta alle temperature più alte e il più lungo periodo vegetativo offre opportunità per l'espansione delle attività agricole e pastorali, ma con vulnerabilità relative a specie invasive, perdita di biodiversità e diffusione di animali infetti da
malattie. Si stima che dal 10 al 50 per cento della tundra potrebbe essere sostituito da macchia e delle foreste.
• Gli ecosistemi sono influenzati dalla temperatura aumento, riduzione ghiaccio marino, con effetti negativi su molti organismi, tra cui migratori
uccelli, mammiferi e predatori.
• Sicurezza alimentare di alcuni sistemi di soggiorno sarà minacciata da cambiamenti negli ecosistemi, diminuito trasporto e accesso al mercato, da qualità inferiore di acqua potabile.
• Cambiamenti della biodiversità e modifiche nella distribuzione e la produttività dei bioti marini avranno effetti negativi soprattutto a nord di ghiaccio bordo, ma i vantaggi più importante per Artico
e sub-artico saranno commerciali, come ad esempio l'aringa e il merluzzo bianco.

(Per avere ulteriori informazioni www.fao.org)

giovedì 5 giugno 2008

Presentato il progetto Archivio Storico La Stampa on-line dal 1867

A Torino presso il Circolo dei Lettori è stato presentato ieri un progetto di grande portata culturale il cui scopo è quello di creare una Biblioteca Digitale dell'Informazione Giornalistica accessibile liberamente e gratuitamente.
Il progetto è il primo in Italia di questa rilevanza e a livello mondiale esistono solo altri due esempi il Times e il New York Times, che però non sono disponibili gratuitamente.
Si avranno 150 anni di storia italiana e internazionale a disposizione di tutti. Oggetto della digitalizzazione sono infatti tutte le edizioni quotidiane delle testate che si sono succedute nel tempo, dai tempi della "Gazzetta Piemontese", primo nome della testata, venuta alla luce il 9 febbraio 1867 a "La Nuova Stampa" e "Stampa sera", fino alla attuale denominazione. Le pagine saranno acquisite dalla copia su microfilm utilizzando software tra i più avanzati, il lavoro sarà portato avanti da un gruppo di aziende italiane specializzate nel settore (STI, Bassilichi, Bassnet, Micro Shop), specializzate nella gestione elettronica di grandi archivi documentali. Questa straordinaria raccolta di testi e immagini on-line sarà messa a disposizione di storici, studiosi, ricercatori, ma anche al semplice curioso, che potranno accedervi dal proprio computer, leggere ed eventualmente salvarne copia. Il progetto rientra nel programma della Biblioteca Digitale Piemontese in coordinamento con la Biblioteca Digitale Italiana, che è impegnata a salvare l'archivio storico di pubblicazioni presenti sul territorio.
(mla)


lunedì 2 giugno 2008

Festa della Repubblica

Chiesa e Stato nel pensiero di sant'Ambrogio

Vuoi governare? Studia le api

di Antonio V. Nazzaro
Università di Napoli Federico II

Sant'Ambrogio preferiva decisamente una forma democratica di governo, che per lui era il pulcherrimus rerum status. Tale preferenza si può spiegare sia con l'educazione filosofica, influenzata da idee platoniche, sia con l'entusiasmo del civis Romanus per le imprese gloriose dell'antica Res publica.
L'ideale forma di governo repubblicana è efficacemente delineata nell'excursus sulle gru contenuto nell'omelia esameronale, predicata nel pomeriggio del mercoledì santo di un anno compreso tra il 386 e il 390 (forse il 387).
La società delle gru - nella quale l'organizzazione politica e il servizio militare (politia quaedam et militia) sono un fatto naturale - si regge sull'equa distribuzione dei carichi di lavoro e sull'assunzione in comune del labor e della dignitas; sull'avvicendamento degli oneri e degli onori; sulla solidarietà fra governanti e governati: "Che c'è di più bello del fatto che la fatica e l'onore siano comuni a tutti e il potere non sia preteso da pochi, ma passi dall'uno all'altro senza eccezioni come per una libera decisione? Questo è l'esercizio proprio di un'antica repubblica, quale conviene in uno stato libero. Così da principio gli uomini avevano cominciato ad attuare un'organizzazione politica ricevuta dalla natura sull'esempio degli uccelli, in modo cioè che la fatica fosse comune, comune la dignità, ciascuno imparasse a dividersi a turno le responsabilità, venissero ripartiti obbedienza e comando, nessuno fosse escluso dalle cariche, nessuno esente dalla fatica. In questa situazione politica ideale nessuno insuperbiva per l'esercizio ininterrotto del potere né si abbatteva per il lungo servire, perché da un lato l'avanzamento, conferito com'era secondo un ordine di funzione e per un periodo limitato, non suscitava invidia e dall'altro sembrava più tollerabile perché comportava un comune compito di sorveglianza. Nessuno osava tiranneggiare un altro, del quale, perché destinato a succedergli nella carica, avrebbe dovuto sopportare a sua volta l'alterigia; a nessuno era grave la fatica, perché la dignità che sarebbe venuta in seguito l'avrebbe compensato" (cfr Exameron, 5, 15, 51-52). La forma di governo repubblicana - di cui le gru offrono un efficace modello - è entrata in crisi, quando la libido dominandi, scovolgendo il rapporto di solidarietà tra governanti e governati e liquidando l'avvicendamento delle cariche, ha condotto a dispotiche forme di governo. Nonostante le sue spiccate simpatie repubblicane, Ambrogio accetta realisticamente il governo monarchico imperiale, convinto che il potere non è in sé un male: da Dio, infatti, proviene l'ordinamento del potere, mentre dal maligno proviene l'ambizione del potere. Il potere unico e assoluto dell'imperatore ha oltre tutto assolto una funzione provvidenziale, agevolando attraverso la pacificazione del mondo la diffusione del cristianesimo. Si capisce in quest'ottica l'atteggiamento intransigente del vescovo nei riguardi sia degli usurpatori, che mettono in crisi l'ordine costituito, sia dei barbari che premono ai confini dell'impero.
Il vescovo riconosce il governo imperiale e invita i cristiani a essere leali nei suoi riguardi, ma non rinuncia alla libertas repubblicana che può realizzarsi anche sotto l'impero, a condizione che questo sappia accettare i limiti della potestas e quell'integrazione di potestas e di servitium, che caratterizzano, al di là dell'unità o della pluralità del comando, la caratteristica della politia a natura accepta.
Alla società delle gru nella citata omelia esameronale il vescovo affianca quella altrettanto egualitaria delle api - che hanno in comune le leggi, la fatica, il cibo, il lavoro - in cui però il potere supremo è affidato a un rex, scelto non in base alla sorte, né alla successione dinastica, né all'elezione della moltitudine, ma a chiari segni di natura: la grandezza e la bellezza del corpo e, soprattutto, la mansuetudo morum. La consimile terminologia, impiegata per esprimere le due forme di governo, rappresentate dalle gru e dalle api, sottolinea il fatto che anche nel regnum la fida devotio verso il potere imperiale non è incompatibile con la libertas. Un regnum, fondato sulla comunione di tutti nei diritti e nei doveri, è, insomma, anch'esso una res publica.
Sembra avere colto nel segno la Sordi, affermando che le idee politiche emergenti da questi brani sono state coerentemente messe in pratica da Ambrogio e, in particolare, che gli atteggiamenti da lui assunti di fronte al potere imperiale sono l'attuazione consapevole del rapporto tra libertas e potestas, teorizzato nei suoi scritti. Insomma, la devotio naturalis delle gru e la fida devotio delle api, così come la fides degli uomini è possibile solo quando la maxima potestas lascia uno spazio adeguato alla libertas.
Nella storia della lenta e faticosa definizione dei rapporti fra lo Stato romano, totalitario e imperialistico, giuridicamente fondato sull'auctoritas e sull'imperium, e la Chiesa, che ha una missione divina da svolgere nel mondo, il vescovo di Milano occupa un posto di rilevante importanza.
Grazie al coraggio e alla coerenza della sua azione politico-religiosa e alla chiara formulazione delle sue idee, egli ottiene che lo Stato, divenuto cristiano, si assuma le sue responsabilità nei riguardi della Chiesa, alla quale non solo deve garantire la libertà, ma deve assicurare una continua assistenza, che si esplica nell'esecuzione dei decreti conciliari, nell'assunzione di misure legislative contro il paganesimo e l'eresia, e nel pubblico riconoscimento della legge morale cristiana. Il che comporta per lo Stato la subordinazione all'autorità religiosa nelle materie religiose o che riguardino la religione e per i vescovi il diritto-dovere di intervenire in questioni riguardanti la fede e la morale.
Ambrogio si pone come il campione della libertà, che non è ancora la libertà di coscienza che lo Stato ha il dovere di garantire, ma è piuttosto la libertà della Chiesa, che si esprime nell'affermazione della superiorità della potestas spiritalis sul potere civile. La libertà che egli rivendica alla Chiesa ha una dimensione essenzialmente religiosa: è libertà nelle deliberazioni dogmatiche come nella disciplina ecclesiastica, nella scelta dei vescovi come nell'intangibile possesso degli edifici di culto. Nella scia di altri vescovi (Atanasio, Lucifero di Cagliari, Ilario di Poitiers), che prima di lui avevano rivendicato la libertà e l'indipendenza della Chiesa nell'esercizio delle proprie funzioni, il vescovo di Milano ribadisce l'esigenza della Chiesa di esplicare liberamente la sua missione spirituale, senza patire azioni di forza o intromissioni statuali, spettando ai vescovi il compito di assicurare la disciplina interna e il rispetto degli interessi supremi di Dio e dell'anima.
Dello Stato non sollecita e non tollera l'intervento, neppure nei casi in cui esso potrebbe svolgere la funzione di "braccio secolare": si pensi alla vibrata protesta che insieme con Martino di Tours e con Papa Siricio elevò contro i vescovi che nel 385 fecero condannare sotto l'imputazione di magia e giustiziare Priscilliano dall'usurpatore Massimo. L'intervento dello Stato, invocato nella lotta contro le eresie, in base a principi, che fanno pensare alla moderna teoria del braccio secolare, non si risolve mai in nocumento per le persone, né è diretto a giustificare le latenti tentazioni di cesaropapismo. Ad Ambrogio è sufficiente che lo Stato, impedendo all'errore di propagarsi, aiuti la Chiesa nella sua missione spirituale.
La tutela offerta alla Chiesa e le garanzie assicurate alla sua libertà, garantendo la pace e il benessere dei popoli, finiscono con il coincidere con gli interessi stessi dell'impero, sicché l'invocata Libertas Ecclesiae s'identifica con il baluardo delle pubbliche libertà.
Il capovolgimento del pensiero politico cristiano attuatosi nel corso del iv secolo spiega il progressivo allineamento della Chiesa, sul piano politico, alle posizioni dell'autorità imperiale. Gli scrittori cristiani non sostengono più l'illiceità del servizio militare e non ne predicano più la diserzione; accettano anzi la situazione politica e si sforzano persino di giustificare il cristiano che combatte per l'imperatore e la fede.
I vescovi, e cioè i dirigenti cristiani che per tre lunghi secoli avevano sognato la caduta dello Stato romano, trepidano ora dinanzi al pericolo delle invasioni barbariche e si pongono come i più validi difensori delle città dell'Impero. Ambrogio, convinto che l'impero garantisca la difesa del diritto, della libertà e della vita civile contro la barbarie, assicura una franca collaborazione agli imperatori cristiani, di cui riconosce l'autonomia nell'ambito civile. (...)
La battaglia di Ambrogio per l'indipendenza della Chiesa contro l'ingiustificata intromissione dei poteri statali, la cui mancanza di scrupoli dogmatici era stata sperimentata nel corso del governo di Costanzo ii, ha come obiettivo il pubblico riconoscimento di un'unica, vera Chiesa cattolica, fondata sull'insostituibile base della professione ortodossa, che è unica e quindi la sola legittima.

Sacro Cuore

Benedetto XVI: "Cristo, cuore del mondo"

Intervento in occasione dell'Angelus domenicale


* * *

Mi piace ricordare che questo mese è tradizionalmente dedicato al Cuore di Cristo, simbolo della fede cristiana particolarmente caro sia al popolo sia ai mistici e ai teologi, perché esprime in modo semplice e autentico la "buona novella" dell'amore, riassumendo in sé il mistero dell'Incarnazione e della Redenzione. E venerdì scorso abbiamo celebrato la solennità del Sacro Cuore di Gesù, terza e ultima delle feste che fanno seguito al Tempo Pasquale, dopo la Santissima Trinità e il Corpus Domini. Questa successione fa pensare ad un movimento verso il centro: un movimento dello spirito che è Dio stesso a guidare.

Dall'orizzonte infinito del suo amore, infatti, Dio ha voluto entrare nei limiti della storia e della condizione umana, ha preso un corpo e un cuore; così che noi possiamo contemplare e incontrare l'infinito nel finito, il Mistero invisibile e ineffabile nel Cuore umano di Gesù, il Nazareno. Nella mia prima Enciclica sul tema dell'amore, il punto di partenza è stato proprio lo sguardo rivolto al costato trafitto di Cristo, di cui ci parla Giovanni nel suo Vangelo (cfr 19,37; Deus caritas est, 12). E questo centro della fede è anche la fonte della speranza nella quale siamo stati salvati, speranza che ho fatto oggetto della seconda Enciclica.

Ogni persona ha bisogno di un "centro" della propria vita, di una sorgente di verità e di bontà a cui attingere nell'avvicendarsi delle diverse situazioni e nella fatica della quotidianità. Ognuno di noi, quando si ferma in silenzio, ha bisogno di sentire non solo il battito del proprio cuore, ma, più in profondità, il pulsare di una presenza affidabile, percepibile coi sensi della fede e tuttavia molto più reale: la presenza di Cristo, cuore del mondo. Invito pertanto ciascuno a rinnovare nel mese di giugno la propria devozione al Cuore di Cristo, valorizzando anche la tradizionale preghiera di offerta della giornata e tenendo presenti le intenzioni da me proposte a tutta la Chiesa.

Accanto al Sacro Cuore di Gesù, la liturgia ci invita a venerare il Cuore Immacolato di Maria. Affidiamoci sempre a Lei con grande confidenza. Vorrei invocare la materna intercessione della Vergine ancora una volta per le popolazioni della Cina e del Myanmar colpite dalle calamità naturali, e per quanti attraversano le tante situazioni di dolore, di malattia e di miseria materiale e spirituale che segnano il cammino dell'umanità.