giovedì 31 luglio 2008

Humanae Vitae

40 anni dalla pubblicazione della Lettera Enciclica "Humanae Vitae"
L'Enciclica Humanae vitae, venne firmata da Paolo VI il 25 luglio 1968. Il testo, ricorda, "respingeva la contraccezione con metodi artificiali" e andava "contro l'edonismo e le politiche di pianificazione familiare, spesso imposte ai Paesi poveri da quelli più ricchi". Appena pubblicata, l'Enciclica sollevò "un'opposizione senza precedenti all'interno della stessa Chiesa cattolica, al punto che il Papa decise di non utilizzare più la forma solenne dell'Enciclica, con ogni probabilità per non esporre a inutili logoramenti l'autorità pontificia". Il Cardinale Joseph Ratzinger scrisse nel 1995 che "raramente un testo della storia recente del Magistero è divenuto tanto un segno di contraddizione come questa Enciclica, che Paolo VI ha scritto a partire da una decisione profondamente sofferta". Nonostante tutto, il Papa non mutò il suo atteggiamento. Il 23 giugno 1978 ribadì anzi al collegio cardinalizio, "dopo le conferme venute dalla scienza più seria", le decisioni prese allora per affermare il principio del rispetto delle leggi di natura e quello "di una paternità cosciente ed eticamente responsabilizzata". Nel discorso per la solennità dei santi Pietro e Paolo, presentato come un bilancio del suo pontificato, Papa Montini "citò le encicliche Populorum progressio e Humanae vitae come espressioni di quella difesa della vita umana che definì elemento imprescindibile nel servizio alla verità della fede". La Humanae vitae, di fronte agli "inquietanti sviluppi dell'ingegneria genetica", appare "lucida e profetica in più punti, quando ad esempio, dichiara che 'se non si vuole esporre all'arbitrio degli uomini la missione di generare la vita, si devono necessariamente riconoscere limiti invalicabili alla possibilità di dominio dell'uomo sul proprio corpo e sulle sue funzioni; limiti che a nessun uomo, sia privato, sia rivestito di autorità, è lecito infrangere'". Malgrado i tanti attacchi a quella che è stata definita "l'Enciclica della pillola", si levarono anche voci a favore di quanto scritto dal Papa. Il noto filosofo Jean Guitton definì l'enciclica "ferme mais non fermée" (ferma ma non chiusa), perché "se parla della via stretta" mostra che è "la via aperta verso l'avvenire". Il Card. gesuita Jean Daniélou, dal canto suo, sottolineava che il documento "ci ha fatto sentire il carattere sacro dell'amore umano", esprimendo una "rivolta contro la tecnocrazia". Sostenitori di Paolo VI furono anche il cardinale Karol Wojtyła e Joseph Ratzinger.
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Padre Federico Lombardi risponde a una pubblicità apparsa recentemente sul "Corriere della sera" dove i critici dell'Humanae vitae accusano falsamente la Chiesa cattolica di diffondere l'Aids e dimenticano il punto centrale dell'Enciclica di Paolo VI, cioé l'amore tra l'uomo e la donna, spiega il portavoce vaticano. Padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha risposto alla pubblicazione di una "Lettera aperta al Papa", pubblicata a pagamento sul "Corriere della sera" da un cartello di associazioni, il "Catholics for choice", che attacca radicalmente l'Enciclica nel giorno in cui si compiono i 40 anni della sua pubblicazione. "Anzitutto - spiega padre Lombardi in una nota -, i firmatari sono un certo numero di gruppi ben noti per le loro posizioni contestatrici, che non si limitano al solo insegnamento sulla morale coniugale, ma riguardano molti altri argomenti (ad esempio l'ordinazione delle donne) e si pongono quindi da tempo in antitesi con il magistero della Chiesa. Quindi, nulla di nuovo". "Inoltre, la lunghezza della serie dei gruppi nominati non deve impressionare, poiché si tratta spesso delle diverse sezioni nazionali dello stesso gruppo, e diversi gruppi sono assai poco significativi". Il portavoce sottolinea poi "l'accusa più dura, che cioè la posizione cattolica sia causa della diffusione dell'Aids, e quindi di dolore e di morte, ostacolando politiche illuminate di sanità pubblica". Questa accusa, sottolinea, è "manifestamente infondata". "La diffusione dell'Aids è del tutto indipendente dalla confessione religiosa delle popolazioni e dall'influsso delle gerarchie ecclesiastiche, e le politiche di risposta all'Aids fondate principalmente sulla diffusione dei preservativi sono largamente fallite. La risposta all'Aids richiede interventi ben più profondi e articolati, in cui la Chiesa è attiva su molti fronti", osserva. Secondo padre Lombardi, "la 'lettera' non tocca neanche da lontano la vera questione che al centro della Humanae vitae, cioè il nesso fra il rapporto umano e spirituale fra i coniugi, l'esercizio della sessualità come sua espressione e la sua fecondità". "In tutta la lettera, la parola 'amore' non compare mai. Sembra che ai gruppi firmatari questo non interessi per nulla. Nella sola contraccezione sembra risiedere per essi la sola speranza delle coppie e del mondo. Per capire il significato dell'Enciclica e il suo valore 'profetico' sarebbe bene invece rileggere il discorso del Papa del 10 maggio scorso ai partecipanti al Convegno tenuto in Laterano appunto per il 40 della Humanae vitae". "Del resto - conclude il sacerdote -, è evidente che non si tratta di un articolo che esprima una posizione teologica o morale, ma di una propaganda a pagamento a favore dell'uso dei contraccettivi. Viene anche da domandarsi chi l'ha pagata e perché". (Fonti: L'Osservatore romano e Zenit)
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Ma cosa dice alla fine di così "osceno" questa enciclica? Proviamo a leggerne qualche paragrafo (n.17-21-22)
17. Gli uomini retti potranno ancora meglio convincersi della fondatezza della dottrina della Chiesa in questo campo, se vorranno riflettere alle conseguenze dei metodi di regolazione artificiale delle nascite. Considerino prima di tutto, quale via larga e facile aprirebbero così all'infedeltà coniugale ed all'abbassamento generale della moralità. Non ci vuole molta esperienza per conoscere la debolezza umana e per comprendere che gli uomini, i giovani specialmente, così vulnerabili su questo punto, hanno bisogno di incoraggiamento a essere fedeli alla legge morale e non si deve loro offrire qualche facile mezzo per eludere l'osservanza. Si può anche temere che l'uomo, abituandosi all'uso delle pratiche anticoncezionali, finisca per perdere il rispetto della donna e, senza più curarsi del suo equilibrio fisico e psicologico, arrivi a considerarla come semplice strumento i godimento egoistico e non più come la sua compagna, rispettata e amata. Si rifletta anche all'arma pericolosa che si verrebbe a mettere nelle mani di autorità pubbliche, incuranti delle esigenze morali. Chi potrà rimprovarare a un governo di applicare alla soluzione dei problemi della collettività ciò che fosse riconosciuto lecito ai coniugi per la soluzione di un problema familiare? Chi impedirà ai governanti di favorire e persino di imporre ai loro popoli, ogni qualvolta lo ritenessero necessario, il metodo di contraccezione da essi considerato più efficace? In tal modo gli uomini, volendo evitare le difficoltà individuali, familiari o sociali che s'incontrano nell'osservanza della legge divina, arriverebbero a lasciare in balia dell'intervento delle pubbliche autorità il settore più personale e riservato della intimità coniugale. Pertanto, se non si vuole esporre all'arbitrio degli uomini la missione di generare la vita, si devono necessariamente riconoscere limiti invalicabili alle possibilità di dominio dell'uomo sul proprio corpo e sulle sue funzioni; limiti che a nessun uomo, sia privato, sia rivestito di autorità, è lecito infrangere. E tali limiti non possono essere determinati che dal rispetto dovuto all'integrità del corpo umano e delle sue funzioni naturali scondo i principi sopra ricordati e secondo la retta intelligenza del principio di totalità, illustrato dalle sue funzioni naturali secondo i principi sopra ricordati e secondo la retta intelligenza del principio di totalità, illustrato dal nostro Predecessore Pio XII.
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21. Una retta e onesta pratica di regolazione della natalità richiede anzitutto dagli sposi che acquistino e posseggano solide convinzioni circa i veri valori della vità e della famiglia, e che tandano ad acquistare una perfetta padronanza di sé. Il dominio dell'istinto, mediante la ragione e la libera volontà, impone indubbiamente una ascesi, affinché le manifestazioni affettive della libertà coniugale, gli conferisce invece un un più alto valore umano. Esige un continuo sforzo, ma grazie al suo benefico influsso i coniugi sviluppano integralmente la loro personalità, arricchendosi di valori spirituali: essa apporta alla vita familiare frutti di serenità e di pace e agevola la soluzione degli altri problemi; favorisce l'attenzione verso l'altro coniuge, aiuta gli sposi a bandire l'egoismo, nemico del vero amore, e approfondisce il loro senso di responsabilità nel compimento dei loro doveri. I genitori acquistano con essa la capacità di un influsso più profondo ed efficace per l'educazione dei figli; la fanciullezza e la gioventù crescono nella giusta stima dei valori umani e nello sviluppo sereno ed armonico delle loro facoltà spirituali e sensibili.
22. Noi vogliamo in questa occasione richiamare l'attenzione degi educatori e di quanti assolvono compiti di responsabilità in ordine al bene comune dell'umana convivenza, sulla necessità di creare un clima favorevole all'educazione della castità, cioé al trionfo della sana libertà sulla licenza, mediante il rispetto dell'ordine morale. Tutto ciò che nei moderni mezzi di comunicazione sociale conduce alle eccitazioni dei sensi, alla sfrenatezza dei costumi, come pure ogni forma di pornografia o di spettacoli licenziosi, deve suscitare la franca e unanime reazione di tutte le persone sollecite del progresso della civiltà e della difesa dei beni supremi dello spirito umano. Invano si cercherebbe di giustificare queste depravazioni con pretese esigenze artistiche o di trarre argomento dalla libertà lasciata in questo settore da parte delle pubbliche autorità.
Quale donna, veramente donna potrebbe mai dire che non c'è del vero in queste riflessioni scritte proprio negli anni della così definita "liberazione sessuale"? La liberazione alla fine era esattamente il contrario di ciò che sembrava, era la frantumazione e la schizofrenia del bellissimo dono dell'amore e soprattutto per le stesse donne. Per quanto riguarda le coppie sposate invece è molto bello e attuale il pensiero del pontefice visto che oggi si parla tanto di santificazione della coppia!
Il miglior commento a questa enciclica è la seguente lettera scritta da una giovane donna che pur non avendola mai letta era arrivata alle stesse conclusioni con il solo buon senso!
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Lettera ad un futuro padre

Sola con il mio piccolo dolore nella pancia. Il mio utero diventava grande, spingeva per crescere, per farsi spazio. Non sentiva ragioni, paure, dubbi, lui spingeva e basta. Allo stesso modo il seno non pareva volesse ascoltare nessuno. Cresceva si gonfiava, e ogni centimetro della sua superficie tirava e doleva. Il mio olfatto aveva acquistato una nuova sensibilità. Niente gli sfuggiva. Il gusto aveva modificato le sue abituali preferenze. Il mio umore, solitamente facile ad eccitarsi o a deprimersi, si sentiva come in una specie di limbo. Sospesa finalmente ad una giusta altezza, sperimentavo uno stato d'animo molto raro per il mio carattere, l'imperturbabilità. Mi sembrava tutto più distante. C'era qualcosa tra me e il mondo. Qualcosa che era mio, ma non completamente, e del mondo ma non ancora interamente. Era una strana condizione, non potevo fare a meno di rifletterci. Qualcosa di mio, di suo, e del mondo, era un tramite con il tutto, con la vita, era il riscatto dall'esserci amati separandoci dal mondo. Questo evento ci ricollegava ad esso. Ci permetteva di superare l'egoismo dell'essere amanti. Era... l'evoluzione del nostro amore!Caro amore, non è vero che voglio sabotare la tua vita.Cosa sono le nostre piccole vite in confronto alla Vita? Cos'è la nostra vita se ancora non siamo pronti alla Vita?Non venire a dirmi anche tu che queste cose si devono programmare. Quanto consumiamo, come possiamo avere il coraggio di dire che un'altra vita non avrebbe di che nutrirsi? Quante cose buttiamo, quanto superfluo ci circonda! E' orribile quello che stai dicendo amore. Sento la vita prendere corpo nel mio corpo, frutto del nostro amore. Davvero nel nostro caso non si puo' dire che non sia frutto d'amore. Ma tu mi stai chiedendo di dividere il desiderio di far l'amore con te, dal desiderio di avere un figlio da te. Non posso. Più sono consapevole dell'amore, cioè più amo con coscienza e consapevolezza, più non posso dividere queste due cose.Quanto tempo ho impiegato per arrivare a questo punto! Mi stai chiedendo di tornare indietro, di regredire a ruoli bestiali di accoppiamento senza coscienza, senza vero amore, senza luce. A questo punto della mia vita queste cose sono inscindibili per me. Questa piccola vita dentro di me mi rende sana, mi dà nausea se mangio male, se respiro aria sporca, se fumo una sigaretta. Perdonami amore forse questo stato modifica il mio sentire. Mi vedo vivere in mezzo a dei fagocitatori. Abbiamo bisogno di tanto, di troppo, e non ci basta mai. Divoriamo cibo in eccesso. I nostri corpi sono facilmente in sovrappeso, il nostro sangue è troppo ricco, ci ottura le arterie. Come posso crederti quando dici che sono tempi difficili per fare un figlio?Per dare bisogna togliere. Per dare qualcosa dobbiamo privarci di qualcosa. Per dare la vita a un nuovo essere, che è un’opera meravigliosa, non vogliamo privarci di niente?Non so veramente perchè caro amore io devo rinunciare a questo dono. Perchè la vita costa, rispondi tu.Parlare con te mi spezza il cuore amore mio. Ma esisterà mai un momento ideale per fare un figlio? Oppure i nostri desideri aumenteranno con il passare degli anni?Perchè proprio lì dove c’è più benessere, proprio li' paradossalmente non nascono più bambini? Qualcuno mi spieghi questo. Perchè, amore, tu conosci le regioni più ricche del nostro paese, e proprio li' aumenta il rifiuto della vita? In quella passiva assenza di desideri che accompagna la sazietà, nella corsa sfrenata verso l'accrescimento di beni materiali, il desiderio di vita non aumenta, ma diminuisce.Ma noi non possiamo vivere solo per le cose!Come fanno a non stancarsi del godimento fine a se stesso! Tu desideri vivere meglio. Ma quanti desiderano avere di più non per essere di più, ma per consumare l'esistenza in un godimento fine a se stesso.Ti prego amore tu non sei tra questi, vero?Se potessi comunicarti quello che sento. Questa spinta nella pancia è una spinta di vita. Un tempo studiavo danza amore mio, quanto tempo l'insegnante indiana dovette impiegare per farci sentire questo punto, in mezzo alla pancia. Le danzatrici Orissi considerano questo punto come l'origine del movimento delle loro danze. Come puoi non capire amore mio?La vita segue i suoi meravigliosi perfetti schemi e noi ne sappiamo ancora cosi' poco. Cosa sono le nostre piccole meschine vite in confronto alla miracolosa complessità della vita? Come possiamo noi con le nostre piccole menti 'decidere' qualcosa di cosi' importante?Le nostre piccole menti si sentono più importanti della grandiosa forza che le ha create?Cosi' mi sembra che il testimone della vita è più facile che passi tra le mani degli ignavi, dei poveri di spirito, di coloro che 'non sapendo' servono docilmente la forza della vita, non chiedendosi nulla, non possedendo nulla, essi servono.Piuttosto che tra le mani di coloro che convinti da una falsa consapevolezza, si illudono di aver squarciato il velo che ricopre il mistero della vita e si sentono padroni di essa come della loro automobile. Dicono che non si deve scherzare con la vita, che è troppo importante, ma io non vedo traccia di vita nelle loro comode abitazioni. I loro sensi sono annebbiati, mi sembrano ombre. La loro visione del mondo è condizionata da un falso sapere che loro chiamano ‘informazioni’, di cui si nutrono, e cosi' pensano di 'sapere'. La vita per loro consiste nel poter cambiare automobile ogni anno, o viaggiare in continuazione alla ricerca di nuove sensazioni.Come posso parlare loro della Vita, amore mio? Questa loro molteplicità per me è morte, come morte è la loro vita vissuta senza capirne il senso. Tesoro mio ancora prima di sapere che ero incinta mi hai accarezzato a lungo la pancia, ogni notte, come non hai mai fatto. E' strano vero? A quante cose non sappiamo dare una spiegazione razionale. Il cuore è più veloce della mente. La tua mente ora non vuole accettare. Ma la tua mano abituata a sentire tutto il mio corpo aveva sentito qualcosa nel mio ventre e istintivamente aveva cominciato ad accarezzare un punto che prima ignorava o quasi. Nonostante le tue assurde obiezioni a questo evento, io penso ancora di amarti. Ma non posso amare un amore sterile!Mi rigetti nell' antica contraddizione.Questa spinta nella pancia, questa sensazione di pienezza, di rotondità, mi fa uscire dal mondo piatto vostri teleschermi! Questa è una possibilità, tesoro, questa spinta sarà una spinta anche per noi due, per il nostro lavoro, per il nostro futuro, perchè la vita porta vita! Il ciclo delle futilità, il tempo della sensazione è finito ormai. La vita non puo' più essere un'insieme di sensazioni da sperimentare. Ho paura di me stessa, se seguiro' il tuo volere e mi 'libererò'' di questa piccola spinta.Che ne sarà di me ? E che ne sarà del nostro amore? Dopo che mi avranno infilato una cannula sterile li' dove le tue mani ultimamente amavano sostare. Come potro' sopportare di vedere il frutto del nostro amore ridotto in poltiglia colarmi tra le gambe?Nessuna anestesia sarà abbastanza potente da farmi aprire le gambe alla morte. A cosa mi stai conducendo amore mio, mi costringi a discorsi di morte. In questo momento vorrei urlare la mia felicità e la mia gratitudine al mondo intero per questo dono che la vita ci concede. E' un dono di vita amore mio, ci farà crescere, ci aiuterà a staccarci da certi stupidi attaccamenti. Ci darà consapevolezza. Ci insegnerà la rinuncia.I programmi lasciamoli alle macchine!Caro tesoro non guardarmi cosi'. Siamo adulti, entrambi, consapevoli di vivere in un momento buio dell'umanità. “Tutti erano concentrati intorno ai propri vitelli d'oro.” E' una colpa cosi' grande desiderare qualcosa di vero? Quello che io sto provando ora non è un film, non è un prodotto di illusione, non è niente di costruito, il mio seno che raddoppia di volume è vero! E' voglia di verità che mi spinge a parlarti cosi' ora. Non ti accorgi che tutto cio' che è falso e corrotto sta crollando? Tu mi parli della tua libertà, ma io vedo catene intorno a te. E non sono io che le ho messe.E' cosi' stupido pensare che la felicità derivi solo dal soddisfacimento di bisogni materiali, perche' nessuno pensa mai che la felicità puo' derivare anche da una rinuncia?Da desiderio nasce desiderio, nessuno si accorge di quanto pesino le catene dei desideri. Le donne lavorano, lavorano, per la loro indipendenza, dicono. La loro 'indipendenza' quasi sempre finisce nell'acquisto di qualcosa che gli darà felicità per dieci minuti, poi fastidio perchè i loro armadi sono troppo pieni.Ci sono tante cose che mi piacciono di questo mondo, ma ora questa gente mi sta dando dell'egoista. Mi sembrano cosi' confusi, io dico che sarei disposta a rinunciare a viaggi, divertimenti, pur di avere un figlio, e mi guardano come un'aliena. Non mi ero accorta che eravamo a questo punto.No amore. Ma questa spinta nella pancia, il mio corpo che si trasforma, è cosi' stupefacente! Tutto il resto ora mi sembra un gioco idiota. Uno specchio per le allodole, una danza di zombie.Quando studiavo all'università fui colpita dalla lettura del testo di un'antropologa sugli haitiani. Poveri, maltrattati, ignoranti, (secondo i nostri canoni) gli haitiani chiamano "zombies" gli uomini che si preoccupano solo dei bisogni materiali. Da noi si chiamano persone concrete. Tanto vale ricominciare a camminare a quattro zampe.Non guardarmi cosi', amore! E’ questa condizione che muta il mio sentire. Siamo piccoli granelli, polvere da polvere, nati per servire. Dio mio, perchè si dimentica così facilmente la sostanza di cui siamo fatti?Polvere, solo polvere, polvere divina, ma nient'altro che polvere. Eppure basta così poco per scatenare la nostra vanità!

mercoledì 30 luglio 2008

Una avvincente biografia

Ignazio è nato a Loyola, nei Paesi Baschi, da una famiglia di piccola nobiltà. Ha frequentato la corte e ha partecipato a campagne militari. Nel 1521, costretto a stare a letto per una ferita riportata nella difesa di Pamplona, ha trascorso il tempo leggendo una vita di Cristo e le vite dei santi. Queste letture lo animarono e emerse il desiderio di seguire Gesù.
Iniziò un lungo periodo di pellegrinaggio esteriore e interiore. L'itinerario del "pellegrino" - così si definisce Ignazio stesso nel raccontare la sua vita - ebbe come prima tappa il paese di Manresa, vicino Barcellona. Qui ha vissuto un'intensa esperienza spirituale che si è prolungata lungo tutto l'arco della sua vita. Il libro degli Esercizi Spirituali è il condensato di questa esperienza del santo.
Il cammino, sempre improntato a quello di un pellegrino, lo portò a Gerusalemme, dove gli fu proibito di stabilizzarsi, come avrebbe voluto, per cui dovette tornare in Europa.
Arrivato a Barcellona, si dedicò agli studi per poter aiutare meglio gli altri.
A Parigi, dove si era recato per approfondire e concludere la formazione filosofico - teologica, si costituì attorno a lui un gruppetto di una decina di studenti, che Ignazio stesso ha denominato "amici nel Signore". Questi "amici" (tra cui incontriamo Francesco Saverio, futuro santo e patrono delle Missioni) erano di diverse nazionalità e erano animati dallo stesso ideale di aiutare gli altri.Ignazio fu ordinato sacerdote a Venezia nel 1537 e nello stesso anno si recò a Roma.Lungo questo ultimo tratto di cammino verso la meta Ignazio ebbe un nuovo incontro forte con il Signore a La Storta, vicino Roma. E proprio a Roma quel gruppetto che si era formato a Parigi ora si mette a disposizione del Papa per essere inviato in missione ovunque: diventa la comunità che fonda la Compagnia di Gesù. Questa venne approvata dal Papa Paolo III nel 1540.Ignazio fu eletto primo Generale dei gesuiti. Fino al 1556, anno della sua morte, ha governato i gesuiti componendo le costituzioni dell'Ordine, scrivendo circa 6000 lettere e interessandosi di diverse dimensioni della società: dai governanti alle povere donne di strada, dal difendere e propagare la fede nello scacchiere nel mondo allora conosciuto alle questioni riguardanti singole persone. Ignazio fu in sintonia con il detto: "non farsi costringere dal massimo e tuttavia farsi contenere dal minimo: questo è divino"

1491
Nascita di Ignazio Lopez di Loyola ad Azpeitia nella casa-torre della famiglia. È l'ultimo di 13 figli di Beltran Ibañez de Oñaz e di Marina Sanchez de Licona.

1506 Ignazio, orfano di padre e di madre, è ad Arévalo, paggio del ministro delle finanze del re Ferdinando il Cattolico, Juan Velazquez de Cuellar. Qui riceve un'educazione cavalleresca.

1515 Ignazio è accusato di «enormi delitti», commessi ad Azpeitia durante il carnevale. Si ignora come terminò il processo.

1517 Dopo la morte di Juan Velazquez de Cuellar, Ignazio si reca presso il castello di Antonio Manrique, duca di Najera e viceré di Navarra: vi rimarrà fino all'età di 26 anni.

1521 Durante l'assedio della fortezza di Pamplona da parte dei Francesi, Ignazio rimane gravemente ferito alle gambe da una palla di cannone e viene ricondotto a Loyola. Alla vigilia della festa di San Pietro, verso il quale aveva una speciale devozione, comincia lentamente a migliorare. Durante la convalescenza, non trovando in casa i racconti cavallereschi da lui preferiti, legge la Vita di Cristo di Ludolfo il Certosino e la Leggenda aurea (vite di santi) di Giacomo da Varazze. Nell'autunno ebbe luogo la conversione di Ignazio. Desidera seguire l'esempio dei grandi santi, in particolare Francesco d'Assisi e san Domenico, e mettersi al servizio di Cristo con una fedeltà cavalleresca maggiore di quella prestata ai signori della terra.

1522 Ignazio si reca prima a Aranzazu (santuario vicino a Loyola) e poi a Montserrat (poco distante da Barcellona), presso l'abbazia benedettina, dove fa la confessione generale della sua vita. Alla vigilia della festa dell'Annunciazione, trascorre tutta la notte in preghiera in una singolare «veglia d'armi». Quindi depone le suoi abiti cavallereschi e, vestito da pellegrino, parte per Manresa, dove conduce per più di un anno una vita di preghiera e penitenza. Ignazio comincia a scrivere gli Esercizi Spirituali. Presso il fiume Cardoner «riceve una grande illuminazione», da cui esce profondamente trasformato.

1523 Ignazio arriva a Barcellona, da dove vorrebbe imbarcarsi per Gerusalemme. Si imbarca invece per Gaeta e da qui si dirige verso Roma, dove arriva la domenica delle Palme. Incontra il papa Adriano VI, che benedice il suo prossimo pellegrinaggio nei luoghi santi. Da Venezia parte per la Terra Santa. Visita Gerusalemme, il Santo Sepolcro, Betania, Betlemme, il Giordano, il Monte degli olivi, e vorrebbe fermarsi in quei luoghi, ma deve rinunciare al suo progetto perché il superiore dei Francescani glielo proibisce.

1524 Rientra a Venezia, va a Genova e da qui si imbarca per Barcellona, dove comincia, a trentatré anni, a studiare la grammatica latina.

1526 Studente di filosofia e teologia ad Alcalá. Altri compagni si aggiungono a lui: Calixte de Sa, Juan de Arteaga, Lope de Cáceres e un giovane francese, Jean de Raynald. Ignazio e i suoi quattro compagni sono inquisiti dal Vicario generale della città. Ignazio, dopo aver tentato di trasferirsi presso l'università di Salamanca, decide di trasferirsi a Parigi.

1528 Nella capitale francese Ignazio rimase fino al 1535, ottenendo il dottorato in filosofia. Riunisce attorno a sé alcuni giovani maestri: Pietro Favre, Francesco Xavier, Laínez, Salmerón, Rodrigues, Bobadilla, con i quali nella cappella di Montmartre, il 15 agosto 1534, fa voto di vivere in castità e in povertà e di recarsi a Gerusalemme; se poi per qualsiasi ragione quel pellegrinaggio non si fosse realizzato essi si sarebbero rimessi alla decisione del Papa perché fosse lui a fissare il luogo dove esercitare il loro servizio sacerdotale.

1537 Ignazio si trasferisce in Italia: prima a Bologna e poi a Venezia, dove è ordinato sacerdote. Insieme a Favre e Laínez si avvicina a Roma, rinunciando definitivamente a tornare in Terra Santa. A 14 chilometri a nord della città ha una straordinaria esperienza mistica («visione di La Storta»), che lo conferma nell'idea che portasse il nome di Gesù a quella «Compagnia» o un gruppo di apostoli, che attraverso di loro il Signore Gesùstava facendo nascere.

1538 Ignazio e i suoi compagni si offrono al Papa, secondo il voto di Montmartre. Il papa Paolo III accetta la loro offerta e come prima missione indica loro la catechesi di tutti i bambini delle scuole di Roma. Ignazio celebra la sua prima messa la notte di Natale nella cappella della natività della basilica di Santa Maria Maggiore.

1539 Paolo III approva a voce la formula dei nuovo Istituto.

1540 Il 27 settembre Paolo III approva la Compagnia di Gesù con il decreto «Regimini Militantis Ecclesiae»

1541 Ignazio è eletto all'unanimità, l'8 aprile, Preposito generale della Compagnia. Chiede una nuova elezione, preceduta da tre giorni di preghiera. Il 13 aprile viene confermata l'elezione di Ignazio, che dopo sei giorni accetta. Il 22 aprile Ignazio e i suoi sei compagni vanno in pellegrinaggio alle sette chiese di Roma, e fanno la professione religiosa nella basilica di S. Paolo fuori le Mura.

1544 Ignazio lavora alla redazione delle Costituzioni

1546 Documento «Exponi nobis» di Paolo III, che consente a Ignazio di ammettere nell'Ordine dei coadiutori.

1548 Paolo III approva il testo degli Esercizi Spirituali. Ignazio, pur ammalato, continua a occuparsi delle Costituzioni.

1549 Ignazio per la prima volta parla del progetto di fondare il Collegio Romano. La malattia gli impedisce anche di scrivere e di occuparsi dei catecumeni di Roma

1550 Il 21 giugno: decreto: «Exposcit debitum» di papa Giulio III, che conferma la Compagnia di Gesù. Ignazio completa la stesura delle Costituzioni.

1551 Ignazio tenta invano di dare le dimissioni da Preposito generale. Inaugurazione del Collegio Romano, per il quale redige le prime «Regole».

1552 Ignazio si oppone decisamente alla fusione della Compagnia di Gesù con altre congregazioni religiose già esistenti.

1553 Dietro la pressione dei suoi compagni inzia a dettare le sue meomorie, comunemente designate come Autobiografia.

1556 Si aggravano le condizioni di salute di Ignazio, che si ritira prima in una casa sull'Aventino, poi rientra nella casa situata vicino alla cappella di Santa Maria della Strada (incorporata nell'attuale chiesa del Gesù di Roma), dove muore il 31 luglio.

1609 Paolo V proclama Ignazio beato.

1622 In una solenne celebrazione nella basilica di San Pietro, Gregorio XV proclama santo Ignazio di Loyola. (Dal sito www.gesuiti.it)

En todo amar y servir

"En todo amar y servir"

Preghiera di consacrazione pronunziata da S. Ignazio e dai suoi primi compagni:

"Offro interamente la mia volontà e la mia libertà perché la Divina Maestà possa servirsene secondo la sua santa volontà. Seguendo il Signore casto, dono il mio cuore, le mie energie d'amore affinché Cristo possa servirsene per amare sino alla fine quelli che sono nel mondo. Seguendo il Signore povero, lascio tutto affinché nè l'argento né l'oro ma la forza di Cristo risusciti i poveri, spirituali e materiali. Seguendo il Signore obbediente, dono la mia volontà, affinché il Signore per la mediazione del suo Vicario in terra possa servirsene per le sue missioni presso ogni uomo, ma di preferenza presso i piccoli del Regno, sua preferenza. Il Signore della vigna se ne sera, mediante il suo corpo e il suo sangue, per la più grande gloria del Padre suo, nel loro Spirito d'Amore. (Da "Folli per Cristo, Kolvenback, Ed. Borla)

Ignazio Di Loyola

(dipinto su stoffa)
S. Ignazio di Loyola (1491-1556)
Fondatore della Compagnia di Gesù
***
Prendi, o Signore,
e ricevi ogni mia libertà,
la mia memoria, la mia volontà,
tutto ciò che ho e che possiedo.

Tu me lo hai dato, a Te, o Signore
lo riconsegno:
tutto è tuo, disponi secondo la tua volontà:
dammi il tuo amore e la grazia,
che questa mi basta.

(Esercizi Spirituali, per ottenere amore)

martedì 22 luglio 2008

S. Maria Maddalena 3

Quante volte anche noi gemiamo come la Maddalena vicino a tombe ormai vuote e cerchiamo tra i morti Colui che è ben vivo! Lo cerchiamo proprio nei luoghi dove non potrebbe mai essere, e rischiamo di non sentire neanche la sua voce che ci sta chiamando e che ci sta inviando proprio ad essere araldi della sua resurrezione! Chiediamo al Signore che ci conceda quel movimento, "conversa est" della Maddalena che voltandosi, cambiando radicalmente posizione e il luogo della nostra ricerca, fa sì che anche noi lo ritroviamo "vivo" e che anche noi corriamo a dirlo ai nostri amici, prima, e poi a tutti coloro che lo stanno cercando in luoghi e situazioni sbagliate, in troppi amori, nelle droghe, nell'ebbrezza del potere e dei soldi, ma anche ahimè in forme liturgiche vuote di ogni vita, in assemblee di sepolcri imbiancati, dove ciò che palpita di vita è visto con sospetto e ciò che è autentico crea fastidio e scompiglio. Chiediamo alla Maddalena di aiutarci a riconoscerlo dove di volta in volta vuole a noi mostrarsi. Ricordiamoci che il suo aspetto sarà quasi sempre "velato". Se siamo forti e focosi di zelo come Elia, in una brezza leggera, se siamo anziani come Abramo e Sara in tre giovani pellegrini, se proveniamo come Mosè dalle corti egiziane, nel mistero di un roveto che arde e non brucia... (continua)
Se invece siamo come il giovane eccentrico Francesco, re delle feste di Assisi, nel volto sfigurato del fratello lebbroso, se pure come Madre Teresa di Calcutta siamo comunque già tra le mura di un lindo convento e portiamo avanti una santa vocazione all'insegnamento, in un mendicante che ha sete, se siamo incamminati verso una buona carriera ecclesiastica, come Don Bosco, ecco il Signore "velato" in quei teppistelli di strada, maleducati e ignoranti che cominciarono a trovare in lui un punto di riferimento. Se siamo Camillo de Lellis o Giuseppe Moscati, eccolo nascosto nelle membra sofferenti dei fratelli ammalati, se siamo brillanti intellettuali come Edith Stein, eccolo ad attenderci in quell'inconcepibile follia che furono i campi di sterminio ebrei. Ma se siamo Teresa di Gesù e godiamo già in questa vita di vederlo nella sua umanità o di sentire la sua voce, ecco che ci chiede di occuparci del suo corpo "mistico", dell'intera Chiesa scossa dall'estendersi dei cattivi costumi del clero e dalle inevitabili eresie che ne conseguivano. (Continua)
Ma se conduciamo una esistenza "normale", in una famiglia "normale", in tempi e luoghi "normali", dove si nasconderà il nostro Cristo Risorto, dove ci chiederà di cercarlo? Nella piccola via come scriveva la piccola Teresa d Lisieaux, oppure trasformando in "endecasillabi la prosa quotidiana", come amava dire Escrivà de Balaguer, cioè svolgendo al meglio il nostro lavoro quotidiano, che sia pulire le aule di una scuola o ricoprire una importante carica politica agli occhi del Signore non fa nessuna differenza.
Ecco la lezione della Maddalena, il Signore l'ha guarita da un modo sbilanciato di amare, l'ha messa in contatto con la fonte stessa dell'Amore, ma poi non le ha chiesto di rimanere ad in-trattenersi con questo Amore, le ha chiesto di portare agli altri, specialmente ai crocifissi della terra, la gioia del mattino di Pasqua. Sembra di sentirla cantare con il salmista "corro per la via dei tuoi comandi perchè Tu hai dilatato il mio cuore, Signore..." Solo la misericordia e l'amore del Signore può dilatare i nostri cuori. Maria Maddalena aveva sperimentato come tutto il resto, compreso i famosi sette demoni che secondo alcune interpretazioni la possedevano, nonostante il loro fascino perverso ( possono apparire molto affascinanti, se vogliono, non necessariamente con i piedi caprini!) rimpicciolivano il suo cuore e la sua capacità di amare. Ma anche Paolo di Tarso era un esperto di misericordia, e nella seconda lettera ai Corinzi così scrive: "Perciò, investiti di questo ministero per la misericordia che ci è stata usata, non ci perdiamo d'animo, al contrario, rifiutando le dissimulazioni vergognose, senza comportarci con astuzia, né falsificando la parola di Dio, ma annunziando apertamente la verità, ci presentiamo davanti a ogni coscienza, al cospetto di Dio. E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si perdono, ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è immagine di Dio." (MLA)

S. Maria Maddalena 2


In questo dipinto di Pedro Berruguete del 1500 una figura angelica tiene in mano un velo trasparente straordinariamente simile al bisso (seta marina) custodito nella preziosa teca del Santuario del Volto Santo di Manoppello. Secondo la tesi di alcuni accreditati studiosi, il velo di Manoppello altro non sarebbe che quella parte del corredo di sepoltura "messo a parte" all'interno della tomba, come leggiamo nel passo di Giovanni, che copriva la testa del Signore. E che mostra l'immagine di un volto ancora in parte ferito ma vivo, con gli occhi aperti e la bocca socchiusa. Chissà se l'autore pensava agli angeli veduti dalla Maddalena!

S. Maria Maddalena 1

Una autem sabbati Maria Magdalene venit mane, cum adhuc tenebrae essent, ad monumentum et vidit lapidem sublatum a monumento. Cucurrit ergo et venit ad Simonem Petrum et ad alium discipulum, quem amabat Iesus, et dicis illis: Tulerunt Dominum de monumento, et nescimus ubi posuerunt eum. Exiit ergo Petrus e ille alius discipulus et venerunt ad monumentum. Currebant autem duo simul , et ille alius discipulus praecucurrit citius Petro et venit primus ad monumentum. Et cum se inclinasset, vidit posita linteanima, non tamen introivit. Venit ergo Simon Petrus sequens eum et introivit in monumentum et vidit linteanima posita et sudarium, quod fuerat super caput eius, non cum linteanimibus positum, sed separatim involutum in unum locum. Tunc ergo introivit et ille discipulus, qui venerat primus ad monumentum, et vidit et credidit; nondum enim sciebant Scripturam, quia oportebat eum a mortuis resugere. Abierunt ergo iterum discipuli ad semetipsos. Maria autem stabat ad monumentum foris plorans. Dum ergo fleret, inclinavit se et prospexit in monumentum, et vidit duos angelos in albis sedentes, unum ad caput et unum ad pedes, ubi positum fuerat corpus Iesu. Dicunt ei illi: Mulier, quid ploras? Dicit eis: Quia tulerunt Dominum meum, et nescio ubi posuerunt eum.Haec cum dixisset, conversa est retrorsum et vidit Iesum stantem, et non sciebat quia Iesus est. Dicit ei Iesus: Mulier, quid ploras? quem quaeris? Illa existimans quia hortulanus esset dicit ei: Rabboni, quod dicitur magister. Dicit ei Iesus: Noli me tangere; nondum enim ascendi ad Patrem meum; vade autem ad fratres meus et dic eis: ascendo ad Patrem meum et Patrem vestrum, Deum meum et Deum vestrum. Venit Maria Magdalene annuntians discipulis: Quia vidi Dominum, et haec dixit mihi.
***
(Nel giorno dopo il sabato, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di buon mattino, quand'era ancora buio, e vide che la pietra era stata ribaltata dal sepolcro.Corse allora e andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l'hanno posto!». Uscì allora Simon Pietro insieme all'altro discepolo, e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l'altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro.Chinatosi, vide le bende per terra, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro che lo seguiva ed entrò nel sepolcro e vide le bende per terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le bende, ma piegato in un luogo a parte. Allora entrò anche l'altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Non avevano infatti ancora compreso la Scrittura, che egli cioè doveva risuscitare dai morti. I discepoli intanto se ne tornarono di nuovo a casa. Maria invece stava all'esterno vicino al sepolcro e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l'uno dalla parte del capo e l'altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove lo hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù che stava lì in piedi; ma non sapeva che era Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Essa, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l'hai portato via tu, dimmi dove lo hai posto e io andrò a prenderlo».Gesù le disse: «Maria!». Essa allora, voltatasi verso di lui, gli disse in ebraico: «Rabbunì!», che significa: Maestro! Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma và dai miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro». Maria di Màgdala andò subito ad annunziare ai discepoli: «Ho visto il Signore» e anche ciò che le aveva detto.)
Gv 20, 1-18

lunedì 21 luglio 2008

Elia Profeta

L'incontro con Dio (dal 1 Libro dei Re, 9-18)
Elia giunto nella caverna vi passò la notte. Ed ecco che la parola del Signore gli fu rivolta in questi termini: "Che fai qui, o Elia?" Egli rispose: Ardo di zelo per il Signore Dio degli eserciti, perché i figli d'Israele hanno abbandonato la tua alleanza, hanno distrutto i tuoi altari e ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo eppure essi cercano di togliermi la vita". Di rimando sentì dirsi: "Esci e sta' sul monte davanti al Signore". Ecco che il Signore passò. Ci fu un vento grande e gagliardo, tale da scuotere le montagne e spaccare le pietre, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il sussurro di una brezza leggera. Non appena santì questo, Elia si coprì la faccia con il mantelli, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco una voce che gli diceva: "Che fai qui o Elia?". Egli rispose: "Ardo di zelo per il Signore, perché i figli d'Israele hanno abbandonato la tua alleanza, hanno distrutto i tuoi altari e ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto io solo, eppure tentano di togliermi la vita". Il Signore gli replicò: "Va' riprendi il tuo cammino verso il deserto di Damasco. Andrai ad ungere Cazaèl come re di Aram. Poi ungerai Ieu figlio di Nimsi, come re d'Israele; infine ungerai Eliseo, figlio di Safat, da Abel-Mecola, come profeta al tuo posto. Chiunque sfuggirà alla spada di Cazaèl, sarà ucciso da Ieu, e chiunque sfuggirà alla spada di Ieu, sarà ucciso da Eliseo. Io poi mi serberò in Israele settemila uomini: tutte le ginocchia che non si sono piegate davanti a Baal e tutte le bocche che non lo hanno baciato".



domenica 13 luglio 2008

Nostrum Mare


(tecnica mista)

Gesti di pace


Nicolas Sarkozy a exhorté les pays de la rive Sud de la Méditerranée à suivre l'exemple de l'Europe après 1945:
"C'est ensemble que nous allons construire la paix en Méditerranée, comme hier nous avons construit la paix en Europe", a estimé le président français.
("E' Insieme che costruiremo la pace nel Mediterraneo, come ieri abbiamo costruito la pace in Europa", ha detto il Presidente della Repubblica francese.)
"Nous devons tisser des solidarités étroites autour de projets concrets."("Dobbiamo tessere solidarietà attorno a progetti concreti".) "Nous pouvons dire aujourd'hui que nous avons effectué un grand pas sur la voie de notre destin commun", a déclaré le président égyptien Hosni Moubarak, qui coprésidait la réunion. "Possiamo dire oggi che abbiamo fatto un grande passo verso il nostro comune destino", ha detto il Presidente egiziano Hosni Mubarak, che ha presieduto la riunione. "Je suis certain que nous irons très loin sur cette voie." "Io sono sicuro che andremo molto lontano in questa direzione."Le président syrien Bachar al Assad, qui siégeait pour la première fois aux côtés d'un Premier ministre israélien même s'ils ont soigneusement évité tout contact physique, a accepté samedi de normaliser ses relations avec Beyrouth lors d'une rencontre avec le président libanais Michel Souleïmane.Pour Kouchner, l'ouverture d'un dialogue indirect entre la Syrie et Israël sous l'égide de la Turquie et les perspectives de paix entre Palestiniens et Israéliens ouvertes par la conférence d'Annapolis sont autant de signes positifs. (Per Kouchner, l'apertura di un dialogo indiretto tra la Siria e Israele, sotto l'egida della Turchia e le prospettive di pace tra palestinesi e israeliani aperti dalla conferenza di Annapolis sono tutti segni positivi).Le président palestinien Mahmoud Abbas et le Premier ministre israélien Ehud Olmert ont fait assaut d'optimisme à l'issue d'une réunion dimanche avec le président français. (Il presidente palestinese Mahmoud Abbas e il Primo Ministro israeliano Ehud Olmert hanno gareggiato in ottimismo dopo l'incontro con il Presidente francese.) "Nous n'avons jamais été aussi proches de la possibilité d'arriver à un accord comme nous le sommes aujourd'hui", a dit Olmert tandis qu'Abbas déclarait: "Nous sommes tout à fait sérieux, nous sommes sérieux pour parvenir à cette paix." ("Non siamo mai stati così vicini alla possibilità di pervenire ad un accordo come siamo oggi", ha detto mentre qu'Abbas Olmert ha dichiarato: "Stiamo facendo sul serio per raggiungere questa pace. ")
Quarante-trois pays étaient représentés - les Vingt-Sept de l'Union européenne, les 12 membres du processus de Barcelone lancé en 1995 pour rassembler les deux rives de la Méditerranée ainsi que la Bosnie, la Croatie, Monaco et le Monténégro.
(Quarantatrè paesi rappresentati - ventisette dell'Unione europea, i 12 membri del Processo di Barcellona lanciato nel 1995 per riunire le due sponde del Mediterraneo, così come la Bosnia, Croazia, Monaco e Montenegro.)

Même le Premier ministre turc Recep Tayyip Erdogan, qui se méfie d'une initiative proposée par un pays qui ne veut pas de la Turquie dans l'Union européenne, a fait le voyage de Paris. (Anche il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan, che dovrebbe diffidare di una iniziativa proposta da un paese che non vuole la Turchia nell'Unione europea, ha fatto il viaggio da Parigi.)

Il a d'ailleurs obtenu l'engagement de Nicolas Sarkozy que la présidence française de l'Union européenne se comporterait de manière "loyale" et ouvrirait les chapitres de la négociation qui sont techniquement prêts, sans faire d'obstruction. (Egli ha inoltre ottenuto l'impegno di Nicolas Sarkozy che la Presidenza francese dell'Unione europea si comporterà in maniera leale aprirà capitoli dei negoziati che sono tecnicamente pronti, senza fare ostruzioni.) (...)

L'UPM entend se concentrer sur des projets concrets, comme la dépollution de la Méditerranée, les "autoroutes de la mer", la coopération en matière de protection civile pour la lutte contre les catastrophes naturelles, le développement de l'énergie solaire, l'éducation et l'aide aux PME. (La UPM intende concentrarsi su progetti concreti come ad esempio l'inquinamento del Mediterraneo, le "autostrade del mare", la cooperazione in materia di protezione civile nella lotta contro le catastrofi naturali, lo sviluppo di energia solare, istruzione e assistenza alle PME.) (Reuters)

***

Della nuova Unione faranno parte i 27 Paesi dell’Europa, 10 Paesi del bacino meridionale del Mediterraneo, più Albania, Croazia, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Monaco e l’Autorità palestinese, per un totale di 750 milioni di abitanti. “E’ un sogno che sta per realizzarsi”, ha assicurato il ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner. “Quasi tutti gli Stati arabi e tutta l’Unione Europea e Israele sono seduti oggi alla stessa tavola. Non vuol dire che i problemi siano tutti risolti, ma che il Mediterraneo è di tutti e ripudia la guerra”, ha annunciato da parte sua Sarkozy, questa mattina, al termine di un incontro con il premier israeliano, Ehud Olmert, e il presidente dell’Autorità palestinese, Abu Mazen. L’unione per il Mediterraneo è un’occasione per parlare di problemi complessi - ha aggiunto Sarkozy - assicurando che tutti sono impegnati per cercare di raggiungere la pace nell’area e per garantire la sicurezza. Altro fatto storico, l’incontro allo stesso tavolo del presidente siriano, Bashar al Assad - la cui venuta a Parigi ha provocato non poche polemiche - e il neopresidente libanese, Michel Suleiman, che hanno annunciato l’apertura di relazioni diplomatiche tra i due Paesi. Nonostante le molte reticenze che pesano ancora sul progetto di Unione mediterranea, la Francia considera questo vertice già una grande vittoria diplomatica. Al termine dei lavori, verrà adottata una dichiarazione di una decina di pagine. I passaggi sul processo di pace in Medio Oriente saranno oggetto di trattative fino all’ultimo momento ***

(Dal bollettino della Radio Vaticana)


Progetto Unione Mediterraneo

PARIGI (Da Reuters Italia) -
La Francia accelera sull'unione dei 43 paesi del Mediterraneo in materia di energia e immigrazione nella speranza di creare una nuova fase di distensione fra Siria ed Europa.
Il presidente siriano Bashar al-Assad sarà presente alla cerimonia di apertura della conferenza con oltre 40 capi di stato e di governo, tra cui il primo ministro israeliano Ehud Olmert, ed è la prima volta che i leader di Israele e Siria saranno presenti contemporaneamente alla stessa riunione.
I due paesi di recente hanno avviato un dialogo indiretto grazie alla mediazione turca. La ripresa delle diplomazia aiuta Assad a riemergere da un isolamento durato tre anni dopo l'omicidio del primo ministro libanese Rafik al-Hariri, che molti credono sia stato orchestrato da Damasco.
Il ministro degli esteri francese Bernard Kouchner ha detto che è arrivato i momento di superare le questioni passate e di mettere a punto nuove relazioni con l'Europa sulle pressanti questioni di questi giorni.
"Il progetto è semplice, prendere in mani i grandi cambiamenti del prossimo secolo", ha detto Kouchner parlando a un pre-summit fra i ministri degli Esteri dei paesi coinvolti.
"Il cambiamento climatico, la difesa dell'ambiente, l'accesso all'acqua e all'energia, l'immigrazione, il dialogo fra le diverse culture: il Mediterraneo è al centro di tutte queste questioni da cui dipende il nostro futuro", ha aggiunto il ministro francese.
La nuova organizzazione punta a mettere in campo progetti concreti con fondi dell'Unione europea e privati come ripulire il Mediterraneo, usare l'assolato Nord Africa per produrre energia solare, e costruire autostrade terrestri e del mare.
Ma il vertice di Parigi, un successo diplomatico del presidente francese Nicolas Sarkozy, che ha la presidenza di turno dell'Ue, potrebbe arricchirsi più di simbolismi che di sostanza, almeno agli inizi.
Francia ed Egitto saranno i primi due paesi a co-presiedere il nuovo organismo, ma i dettagli, come la definizione dei poteri o la localizzazione del Segretariato, rimangono ancora da risolvere, e il conflitto mediorientale che ha accompagnato nel passato la cooperazione euromediterranea appare ancora in essere.
Sarkozy è stato abile ad accelerare, riuscendo a mettere insieme tutti i leader dell'area, con la sola esclusione del libico Muammar Gheddafi, malgrado ci sia stata una sola riunione nel 2005 al summit di Barcellona.
Il leader francese ha collezionato un primo successo sabato quando ha ospitato l'incontro fra Assad e il presidente libanese Michel Suleiman, che hanno deciso di normalizzare le relazioni fra Damasco and Beirut per la prima volta dall'indipendenza nel 1943.
"Possiamo dire che il Libano sia passato dall'essere una zona di turbolenza, una zona di guerra, ad una zona più pacifica, in cui i libanesi, e solo i libanesi, hanno il diritto di determinare il proprio futuro", ha detto Assad, a lungo accusato dalla Francia di intromissioni nella politica libanese.
Il leader siriano, in maggio, ha accettato un accordo, con la mediazione dell'emiro del Quatar, per allontanare il Libano dalla soglia della guerra civile e ha accettato l'insediamento, venerdì, di un governo di unità nazionale.
Assad ha anche avviato colloqui indiretti di pace con Israele grazie alla mediazione turca, ma ha anche aggiunto di non aspettarsi negoziati diretti nei prossimi sei mesi fino a quando il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush non avrà lasciato l'incarico, perchè ritiene che l'attuale amministrazione americana non sia interessata alla pace.
I due paesi che si sono mostrati molto scettici sull'iniziale disegno dell'Euromed di Sarkozy, la Germania e la Turchia, hanno dato al progetto riscritto il loro appoggio completo sabato.
Il ministro degli esteri turco Ali Babacan ha detto che Ankara vuole avere un ruolo costruttivo e ha accettato le assicurazioni francesi che questo non avverrà a discapito della domanda di ingresso nella Ue, che Sarkozy ha a lungo osteggiato.
La cancelliera tedesca Angela Merkel, che ha forzato Sarkozy a includere tutti i paesi dell'Unione nella nuova organizzazione, ha detto nel suo briefing settimanale che il Medio Oriente e il Nord Africa hanno un'importanza strategica per l'intera Europa.
"In futuro noi vogliamo discutere i problemi con le nazioni del Mediterraneo da una posizione di eguaglianza", ha detto la Merkel.

venerdì 11 luglio 2008

Benedetto

Dal Prologo della Regola di S. Benedetto
Ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e tendi l'orecchio del tuo cuore, accogli volentieri gli insegnamenti del padre affettuoso ed eseguili con impegno, affinché mediante la fatica dell'obbedienza, Tu possa ritornare a Colui dal quale ti eri allontanato mediante la pigrizia della disobbedienza. La mia parola, quindi si rivolge ora a te, chiunque tu sia che, rinunziando alle tue proprie volontà, per militare sotto Cristo Signore vero Re, ti cingi delle temprate e splendenti armi dell'obbedienza.
In primo luogo, per ogni opera buona che ti appresti a compiere, chiedi al Signore con una preghiera intensa che egli stesso la porti a compimento, dimodoché Colui il quale si è già degnato di considerarci nel numero dei suoi figli, non debba mai adirarsi per le nostre azioni indegne...Sorgiamo dunque una buona volta sotto l'incitamento e la parola della S. Scrittura: "E' oramai ora di levarci dal sonno" e apprendo i nostri occhi a quella luce divina, ascoltiamo con orecchie attonite di che ci ammonisca la voce divina che quotidianamente risuona: "Oggi udendo la sua voce, non vogliate indurire il cuore;" e ancora: "Chi ha orecchio per ascoltre, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese". E che cosa dice? "Venite, figli, ascoltatemi, vi insegnerò il timore di Dio. Correte affinché avete la luce della vita, perché le tenebre della morte non debbano avvolgervi". Ed il Signore, cercando nella moltitudine del popolo, a cui annunzia ciò, il suo operaio, dice di nuovo: "Quale uomo vuole la vita e desidera vedere giorni migliori? E se tu, udendo ciò rispondi, "Io", Dio ti dice: "Se vuoi avere la vera vita, quella eterna, trattieni la tua lingua dal male e le tue labbra non pronunzino inganno; allntanati dal male e opera il bene, cerca la pace e seguila". Quando avrete fatto ciò, i miei occhi saranno sopra di voi e le mie orecchie intente alle vostre preghiere, e prima che mi invochiate vi dirò: "Eccomi". Che cosa è più dolce di questa voce del Signore che ci invita fratelli carissimi? Ecco, nella sua misericordia il Signore ci indica la via della vita. Cinti dunque i nostri fianchi con la fede e con la pratica delle opere buone, sotto la guida del Vangelo percorriemo le sue vie, per meritare di vedere Colui che ci ha chiamato nel suo regno.
Preghiera
O Glorioso Padre San Benedetto, che chiamasti con l'esempio tante anime a seguirti nella scuola del servizio di Dio e con la santa Regola ridonasti al mondo l'orante e operante coscienza cristiana, volgi il tuo sguardo pietoso su tutti i tuoi devoti e difendili da ogni male, perché vivendo secondo Dio possano ricevere l'eterna ricompensa. Amen

giovedì 10 luglio 2008

Parole di pace
















(Le Monde 26-06-2008)

Sarkozy affirme que la création d'un Etat palestinien est "une priorité pour la France"

(nell'immagine il muro di Betlemme)










BETHLÉEM (CISJORDANIE) ENVOYÉ SPÉCIAL

Pour sa première visite dans les territoires occupés, Nicolas Sarkozy a rendu, mardi 24 juin, un hommage appuyé à Mahmoud Abbas, président de l'Autorité palestinienne. Il l'a qualifié d'"homme de paix" et a rejeté, s'adressant au Mouvement de la résistance islamique (Hamas), "toute discussion avec les poseurs de bombes". "Il faut séparer ceux qui veulent la paix d'avec les terroristes", a-t-il insisté.



Le président français a répété que la création de l'Etat palestinien est "une priorité pour la France". Insistant sur le fait qu'il est "un ami d'Israël", il a réaffirmé que "la sécurité de l'Etat juif sera mieux assurée lorsque la Palestine aura un Etat". "On ne résoudra pas l'injustice faite au peuple juif en créant les conditions d'une injustice pour le peuple palestinien", a-t-il assuré, promettant que la France et l'Union européenne qui, à ses yeux, n'ont pas été assez présentes dans le processus de paix, devaient s'engager beaucoup plus.

"La France est prête à mettre à votre disposition la puissance de son économie, la puissance de ses finances, ses soldats, la puissance de sa diplomatie pour que la paix vienne maintenant ; pas demain, pas après-demain : maintenant", a appuyé M. Sarkozy.

Cette rencontre, la troisième avec Mahmoud Abbas, a été l'occasion pour M. Sarkozy de lui dire que ses bonnes relations avec Israël ne l'empêchent pas d'être aussi "l'ami du peuple palestinien" et de préciser qu'"il n'y a pas deux langages, un langage à la Knesset et un langage différent ici. Il n'y a pas deux poids-deux mesures : la France est aux côtés de ceux qui veulent la paix".

Et la paix, pour M. Sarkozy, doit être avant tout l'oeuvre des Israéliens et des Palestiniens. "On veut vous aider à créer les conditions de la confiance", a-t-il fait remarquer, désireux de jouer un rôle de bons offices.

Pour la première fois, venant de Jérusalem, le couple présidentiel a pu se rendre compte de visu d'une partie de la situation sur le terrain. Interrogé sur le mur qu'il a dû franchir pour pénétrer dans la ville de la naissance de Jésus, M. Sarkozy a mesuré la réalité de la division et de la peur.

"J'ai vu ce que pouvaient représenter les check-points, le mur et toutes les incompréhensions d'un côté et de l'autre. Il faut que cela cesse", a-t-il plaidé, tout en faisant remarquer "qu'il pouvait comprendre l'état d'esprit des familles israéliennes qui vivent la peur au ventre". Et cela avant de s'interroger : "A mes amis israéliens, je veux dire : croyez-vous que c'est le mur qui garantira à vie la sécurité d'Israël ? On ne se protège pas par un mur, on se protège par un choix politique qui est celui de la paix."

Victor Batarseh, maire indépendant de Bethléem élu grâce aux voix du Hamas, s'est félicité des propos du président français, les qualifiant de "courageux". Le Hamas a pour sa part dénoncé des déclarations "biaisées" qui font l'amalgame entre "résistance" et "terrorisme".

M. Sarkozy a signé avec Mahmoud Abbas le projet d'aménagement d'une zone industrielle franco-palestinienne de 53 hectares qui doit devenir opérationnelle avant la fin de l'année. Il s'est rendu ensuite à la basilique de la Nativité.

A l'aéroport, la cérémonie de départ a été perturbée par le suicide d'un garde frontière israélien, qui a provoqué un début de panique. Nicolas Sarkozy est néanmoins monté avec calme dans son avion où le premier ministre, Ehoud Olmert, et le président israélien, Shimon Pérès, sont ensuite venus le saluer.

Michel Bôle-Richard

martedì 8 luglio 2008

Maria Causa Nostrae Laetitiae, detta dell'Archetto

Antica supplica a Maria SS.ma Causa nostrae Laetitiae recitata nella Cappella del piccolo Santuario a lei dedicata a Roma, in via S. Marcello, n. 41, il 9 di luglio e l'8 settembre.
***
Misericordiosissima Madre nostra, Maria, Voi che in tempi di grande angustie per la Chiesa e per le anime, voleste dimostrare la vostra grande bontà per mezzo di questa veneratissima immagine, movendo in essa prodigiosamente le sacre pupille; degnatevi di ascoltare le nostre preghiere. Voi che riconduceste il popolo cristiano di quest'alma città al cuore del del divin Figlio Gesù, additando col vostro sguardo amorevole le vie della preghiera e della penitenza, abbiate misericordia di noi che, qui prostrati v'invochiamo e vi proclamiamo con tutta l'effusione del cuore, cagione e fonte di ogni nostra allegrezza, luce della nostra anima e della nostra vita, tesoriera generosa di ogni grazia. Volgete o Madre il vostro amorevole sguardo su tutti noi, sulle nostre famiglie, sui nostri vicini e lontani, vivi e defunti, sui nostri nemici, su tutta quanta l'umanità oggi, più che mai bisognosa del vostro materno e potente soccorso. Proteggete o Vergine santa, confortate, ve ne preghiamo, i vostri figli sparsi in tutto il mondo. Perdonate quanti hanno bisogno del vostro perdono, confortate ed infiammate i deboli, accendete in sempre maggior ardore quanti vi amano e tutti ammonite, come faceste in quel lontano anno memorando dei vostri prodigi in questa immagine santa; e soprattutto indicate a tanti erranti ed aberranti in falsi sentieri, che non sono quelli della salvezza, la via per giungere a Cristo, affinché in Lui solo che è via, verità e vita trovino la desiderata tranquillità feconda di universale pace cristiana.
(recita dell'Ave Maria)
***
Vi supplichiamo o Madre di misericordia, di accogliere sotto il vostro manto quanti soffrono e gemono nell'ordine spirituale e temporale, fate che tanta copia di sofferenze nello spirito e nelle membra di tanti vostri figli sia loro cumulo immenso e prezioso di tesori per il cielo, sia motivo ed arra per tanti altri di redenzione e amore. Siate dunque o Vergine benedetta, quale vi canta la Chiesa con le espressioni delle Scritture "giubilo per il cuore, dolce refrigerio per lo spirito, siate quale vi decantò S. Alberto Magno "insuperabile sanatrice di ogni umano male". Guarite o Vergine santa, gli infermi, convertite i peccatori, infiammat sempre più nell'amor vostro santo quelli che vi amano e quanti si sono consacrati al servizio di Dio e Vostro per il bene dele anime, per il trionfo della giustizia e della carità. Assistete e difendete in ogni tempo, ve ne supplichiamo, la Santa Chiesa Cattolica e con essa il suo augusto Capo, il Sommo Pontefice, perché Egli possa portarla con cuore ardente e intrepida mano, agli eterni trionfi cui è destinata.
(recita dell'Ave Maria)
***
Benedite o Vergine santa, con il "dolce Cristo in terra", l'Episcopto cattolico, il clero, il popolo cristiano e quanti lavorano per estendere il mistico regno di Dio sulla terra. Non mancate ve ne preghiamo di assistere questa Patria nostra che fin dai secoli più remoti canta le vostre divine e inumeri misericordie, fate che essa continui proclamare per tutti i tempi la vostra dolce sovranità. E a noi, in particolar modo, o Madre tenera e buona, siate faro sempiterno di luce e d gioia, voi che della Luce e della felicità sempiterna parteciate più di ogni altra creatura. Tenete costantemente fisso la sguardo vostro su di noi, in questo tormentoso sentiero terreno, e noi un giorno nei fulgori immortali del cielo, non cesseremo giamai di ringrziarvi, di benedirvi, di chiaarvi col titolo dolce e soave di "cagione di ogni nostra allegrezza", O Clemente o Pia o Dolce Vergine Maria.
(recita della Salve Regina)
***
V) Ora pro nobis Causa nostrae laetitiae,
R) Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus
Concede nos famulos tuos, quaesumus, Dominus Deus, perpetua mentis et corporis sanitate gaudere: et gloriosa beatae Mariae semper Virginis intercessione, a praesenti liberari tristitia, et aeterna perfrui laetitia.
Per Christum Dominum nostrum.
R) Amen

Lettera contro la tortura


Conference of Catholic Bishops United States

March 5, 2008

The Honorable George W. Bush
President
The White House
Washington, DC

Dear Mr. President,
The FY 2008 Intelligence Authorization Act, HR 2082, will be placed before you shortly.It contains an important provision, Section 327, which would expand the ban on torture tointelligence agencies. I respectfully urge you to sign these anti-torture provisions into law.
Torture undermines and debases the human dignity of both victims and perpetrators. It isnever a necessary cruelty. Pope Benedict XVI, in a September 6, 2007 address, stated, "Ireiterate that the prohibition against torture cannot be contravened under any circumstances."
The issue of torture also has a major impact on the way the United States is viewedabroad. As a champion of human rights, the U.S. should avoid being perceived as engaging inactions that contravene Common Article 3 of the Geneva Convention.
I thank you for your consideration of this most important issue.

Sincerily yours,

Francis Cardinal, Georges OMI
Archbishop of Chicago

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Department of Justice, Peace and Human Development
3211 FOURTH STREET NE • WASHINGTON DC 20017-1194 • FAX 202-541-3339
WEBSITE: WWW.USCCB.ORG/SDWP


April 3, 2008

The Honorable Christopher R. Hill
Assistant Secretary of State for
East Asian and Pacific Affairs
U.S. Department of State
2200 C Street, NW
Washington, DC 20520

Dear Assistant Secretary Hill:
As Chairman of the Committee on International Justice and Peace of the United States Conference of Catholic Bishops, I note with concern that the protests which began peacefully in Lhasa, Tibet in early March have resulted in violence and loss of life. I commend the remarks made by Secretary Rice calling for calm in Tibet and asking the Chinese government to exercise restraint in responding to the protests as well as appealing to all parties to turn away from violence. We understand that the Dalai Lama has repeatedly urged the protesters, both monks and civilians, to be non-violent. In response to the deteriorating situation, Pope Benedict XVI has called for “dialogue and tolerance” as a way forward to a peaceful resolution to the current unrest in Tibet, and we add our voice to that call.
Over the years, our Bishops’ Conference has expressed its concern about protection of basic human rights, especially religious liberty, in the People’s Republic of China. The eyes of the world are on China in the run-up to the Summer Olympics 2008. In your interaction with the Chinese government, we would ask that you impress upon the Chinese leadership the need to respect the cultural diversity, traditions, and rights, including religious freedom, of minorities, be they Tibetan Buddhists or Chinese Christians.

Sincerely yours,
Most Rev. Thomas G.Wenski
Bishop of Orlando
Chairman, Committee on International
Justice and Peace