mercoledì 23 aprile 2014

L'importanza di Giovanni Paolo II nella mia vita

Niente da fare. Nonostante l'imminente canonizzazione che comporta la proclamazione pubblica di vita, opere, miracoli del santo in questione, su Giovanni Paolo II vi sono ancora degli scettici oppure, il che è peggio, dei mistificatori. Quindi colui che era definito l'atleta di Dio, diviene il santo della sofferenza e della malattia. Ma possono gli ultimi anni vissuti dal pontefice certamente in una condizione fisica altamente debilitata offuscare tutta un'esistenza vissuta invece in una invidiabile e rara (almeno in ambienti ecclesiastici...)  forma fisica? Oppure possono pochi giorni di afasia far dimenticare la sua voce forte e profetica? E che dire dei suoi studi filosofici e teologici? Chi scrive non parla per sentito dire ma ha sperimentato da vicino ed in prima persona la sua indubbia santità e la sua straordinaria lucidità.  Come è noto ai miei amici di vecchia data (e a qualche prelato a cui ho dato la mia testimonianza nells fase della raccolta degli eventi straordinari che, piaccia o no, sono necessari per queste cause), devo il mio ritorno alla fede a questo santo Papa. Devo a lui il risveglio del seme del battesimo e dei sacramenti dell'iniziazione cristiana che avevo ricevuto da ragazza come tutti ma che erano come morti, o per lo meno sembravano tali e iniziavano a mandare già cattivo odore, come Lazzaro nelle sue bende. Come è successo?  Poiché le mie giornate erano troppo piene di tante cose, si è fatto spazio nei miei sogni, a lungo per anni e, notare, avevo smesso anche di andare a Messa e di pregare ovviamente. Certamente esiste una perfetta pedagogia divina e il Signore ha scelto Giovanni Paolo II per ricondurmi a sé perché c'erano degli aspetti della sua personalità che mi affascinavano, pur avendo in quegli anni idee assai confuse in fatto di morale e di scelte di vita. Però le religioni, tutte mi appassionavano mi piaceva studiarle. Diciamo che ho iniziato a leggere le encicliche di Giovanni Paolo II ed alcuni suoi testi così come leggevo i miei autori preferiti. Ero certa che se quel Papa compariva così spesso nei miei sogni con dei segni e degli insegnamenti semplici ma straordinariamente efficaci, un motivo ci doveva essere... non avendo io una vita né monotona né vuota. Ho capitolato all'Amore di Dio che mi ha infine catturata nel 1995. Ecco perché ho sempre considerato Giovanni Paolo II il mio Mosè.  Colui di cui la bontà divina ha voluto servirsi per tirarmi fuori dall'Egitto. (Continua)

M.L.A.