giovedì 6 gennaio 2011

Comunicato COREIS

Buon Natale ai cristiani d'Oriente dai musulmani d'Occidente
Appello della COREIS Italiana per la fratellanza religiosa e la libertà di culto
contro ogni violenza, strumentalizzazione e discriminazione


Auguri della COREIS Italiana ai cristiani d'Oriente.
Alla vigilia del Santo Natale ortodosso, che segue il calendario giuliano e cade perciò il 7 gennaio, i musulmani della COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana desiderano trasmettere i propri auguri ai fratelli cristiani delle Chiese orientali.

Cristiani e musulmani uniti nell'attesa di Gesù, Spirito di Dio nato da Maria Vergine.
La santità della presenza cristica, che non può essere ridotta ad un evento storico, unisce oggi come ieri cristiani e musulmani. Entrambe le comunità riconoscono Gesù come Spirito di Dio nato dalla Vergine Maria e ne attendono la seconda venuta alla fine dei tempi. In questa prospettiva il nostro Vice Presidente, l'Imam Yahya Pallavicini, incontra ogni anno al Cairo Sua Santità Pope Shenouda III, guida religiosa della Chiesa copta d'Egitto, per rinnovare tale sacra sintonia. Infatti: “La base per questa pace e comprensione esiste già. Fa parte dei principi veramente fondamentali di entrambe le fedi: l’amore per l’unico Dio e l’amore per il prossimo. Questi principi si trovano ribaditi più e più volte nei testi sacri dell’Islam e del Cristianesimo. L’Unità di Dio, la necessità di amarLo e la necessità di amare il prossimo sono così il terreno comune tra Islam e Cristianesimo. Così nell’obbedienza al sacro Corano, come Musulmani invitiamo i Cristiani ad incontrarsi con noi sulla base di ciò che ci è comune, che è anche quanto vi è di più essenziale nella nostra fede e pratica” .

Da Oriente a Occidente, Natale ortodosso ed Epifania cattolica.
Il 7 gennaio i fratelli ortodossi festeggiano il Natale, mentre domani i fratelli cattolici celebrano l'Epifania, ricordando la visita che i tre Magi, sapienti venuti dall'Oriente, resero al neonato Gesù. La prossimità tra le due ricorrenze descrive simbolicamente il miracolo provvidenziale dello Spirito che si volge a riconoscere e a realizzare il Verbo divino che irrompe nel mondo. Dall'Oriente all'Occidente, secondo il percorso immutabile della luce spirituale di cui il sole è il simbolo cosmico per eccellenza.

Il valore incommensurabile dell'unità nella diversità.
Riconosciamo il valore incommensurabile dell'unità nella diversità, poiché Uno e Unico è il Signore di noi tutti e molteplice la Sua creazione. Allo stesso modo, una e unica è la comunità cristiana in Oriente e in Occidente, pur manifestandosi nella Chiesa Cattolica e in quella Ortodossa e Copta. Ebrei, cristiani e musulmani si integrano senza sincretismo nella comunità unica del monoteismo abramico, e in definitiva una e unica è anche la comunità mondiale dei credenti di ogni confessione, purché coerenti e sinceri nel rispetto del valore sacro e universale delle proprie dottrine e delle dottrine dei loro fratelli e delle loro sorelle. Nella risoluzione ONU che istituisce la “Settimana mondiale dell'armonia tra le fedi” si legge: “L'Assemblea Generale riafferma che la comprensione reciproca e il dialogo interreligioso costituiscono dimensioni importanti in una cultura di pace; proclama la prima settimana di Febbraio di ogni anno Settimana mondiale dell'armonia tra le fedi (...) basata sull'Amore di Dio e sull'amore per il prossimo (...) ciascuno nel rispetto delle proprie tradizioni religiose e convinzioni personali" .

Condanna di ogni violenza contro i credenti, ovunque e comunque.
In questo momento drammatico per i fedeli in tanti Paesi del mondo, la COREIS Italiana esprime la condanna ferma e inequivocabile di ogni violenza, discriminazione e strumentalizzazione che colpisca i credenti, la dottrina religiosa e addirittura la preghiera rituale, ai danni delle minoranze o delle maggioranze, in Oriente come in Occidente, senza nessuna eccezione. Esprimiamo il nostro ringraziamento al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che in queste ore difficili ha voluto ricordare quanto sia necessario '”distinguere tra la lotta contro il terrorismo ed il dialogo con l'Islam” . In questo senso anche i leaders religiosi europei ebrei e musulmani si sono recentemente espressi in maniera inequivocabile: “Noi denunciamo tutte le forme di violenza compiute in nome della religione o delle ideologie e faremo tutto il possibile per prevenire l'espansione dell’estremismo nel nome della fede, compresa la nostra. Noi continueremo a scoprire insieme i punti in comune delle nostre tradizioni e l’impegno comune per la libertà dalle costrizioni. Noi crediamo che se abbiamo successo nello stabilire legami di amicizia in Europa e nel resto del mondo, riusciremo anche a trasmettere un messaggio di speranza ai nostri fratelli e sorelle in Medioriente” .

Solidarietà ai fratelli cristiani d'Oriente: il terrorismo non ha religione.
In particolare, vogliamo ribadire la nostra solidarietà ai fratelli cristiani d'Oriente, colpiti negli ultimi mesi dalla follia terrorista in Iraq, Indonesia, Pakistan, Filippine, Nigeria, fino all’ultima strage di Alessandria d’Egitto. Una follia che non ha religione, poiché il terrorismo è la negazione di ogni sacralità. In questo senso si esprime anche il Consiglio Europeo dei Leaders Religiosi: “Fondati sulla comprensione della tolleranza, noi leader religiosi ci impegniamo a lavorare per tradurre l'atteggiamento di tolleranza in atti trasformanti di tolleranza. Noi chiaramente e pubblicamente ci esprimeremo contro ciò che genera intolleranza e discriminazione. Noi faremo tutto il possibile per contraddire ogni forma di discorsi o altri crimini di odio, nella forma di anti-semitismo, islamofobia, attacchi ai cristiani o a qualsiasi altra religione. Noi ci assumiamo la responsabilità di condannare tali atti specialmente quando sono presentati come se fossero motivati religiosamente” . Venerdì 7 gennaio, in occasione della preghiera comunitaria, i musulmani della COREIS dedicheranno presso la moschea al-Wahid di Milano un momento di raccoglimento rituale ai fratelli cristiani vittime degli attentati.

Solidarietà ai Governi dei Paesi colpiti: il pluralismo religioso patrimonio dell'umanità.
Vogliamo offrire la nostra solidarietà anche ai Governi dei Paesi orientali nel mirino del terrorismo internazionale, per sostenerne l'attenzione e la sensibilità istituzionale nel salvaguardare sempre meglio la sacralità della vita di ogni persona e il rispetto del pluralismo religioso come ricchezza imprescindibile dell'umanità. Facciamo infatti nostre le parole di cordoglio indirizzate dal Ministro degli Esteri Franco Frattini al suo omologo egiziano Ahmed Aboul Gheit a poche ore dalla strage di Alessandria: “Nell’esprimere sentimenti di profonda vicinanza all’Egitto colpito da un atto di violenza efferato e teso a minare tragicamente la convivenza pacifica tra diverse confessioni religiose, desidero rivolgerLe in questo difficile momento l’espressione della nostra più sentita solidarietà e partecipazione al dolore di tutte le Autorità della Repubblica Araba d’Egitto, dei familiari delle vittime, dell’intero popolo egiziano. Siamo ben consapevoli dell’impegno dell’Egitto, manifestato sempre dal Presidente Mubarak, di considerare i cristiani copti come parte integrante della società egiziana; per questa ragione rinnovo l’impegno dell’Italia per una forte azione comune contro il terrorismo, che colpisce con cieca e inumana brutalità”. La violenza mira infatti a fomentare le divisioni tra i cittadini e tra i credenti, secondo una modalità anche etimologicamente diabolica, e anche per questa ragione dobbiamo evitare la trappola del terrorismo e non incoraggiarne i tentativi disgreganti. La prospettiva simbolica della spiritualità, infatti, ha in vista l'unità di Dio, la conoscenza e la pace, l'ordine e l'armonia per tutte le creature.

Italia: verso il riconoscimento dell'Ortodossia e dell'Islam? La conoscenza contro l'ignoranza.
Il male dell'ignoranza, della prevaricazione e della violenza, infatti, può essere vinto solo grazie alla conoscenza, alla collaborazione e al rispetto, che si costruiscono in Oriente come in Occidente nel dialogo interculturale e nella coesione sociale tra uomini e donne responsabili, onesti e intelligenti, nel confronto costante tra cittadini, credenti e rappresentanti seri e saggi della volontà popolare. Questo sforzo virtuoso sta portando anche in Italia ad un auspicabile riconoscimento della relazione sana e costruttiva tra le autorità laiche e le confessioni religiose dove, dopo l'Intesa con i fratelli ebrei e le varie chiese cristiane protestanti, anche i cristiani ortodossi e i rappresentanti più autorevoli dell'Islam italiano possano sperare di esprimere e di condividere con i fedeli di ogni confessione il valore della libertà e dell'armonia tra fede e ragione, spiritualità e cittadinanza.

E dunque, ancora una volta, buon Natale ai cristiani d'Oriente dai musulmani d'Occidente!


La COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana

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