martedì 10 novembre 2009

Astrobiologia

Incontro sull'Astrobiologia in Vaticano per fare il punto sulla ricerca di vita intelligente fuori della terra

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E' iniziata oggi in Vaticano la settimana di studi dedicata all’Astrobiologia, un’iniziativa che rientra nell’ambito dell’attuale Anno dell’Astronomia e organizzata dalla Pontificia Accademia delle Scienze insieme alla Specola Vaticana. Il cardinale Giovanni Lajolo ha portato il saluto del Papa agli studiosi che partecipano all'incontro: un appuntamento che affronta la tematica della possibilità di una vita intelligente fuori della terra: "un compito che esige serietà scientifica - ha detto il porporato - e che non va confuso con la fantascienza". Il cardinale Lajolo ha quindi sottolineato che "nella ricerca nessuna verità può farci temere" perché "le scienze, proprio mentre aprono l'uomo a nuova conoscenza, contribuiscono a realizzare l'uomo come uomo". Ma cosa significa astrobiologia? Benedetta Capelli ha rivolto la domanda a padre José Funes, direttore della Specola Vaticana:

R. – L’oggetto dell’astrobiologia è la ricerca della possibilità di vita sia nel nostro sistema solare, nei luoghi più vicini dell’universo, sia in altri sistemi stellari. Finora sappiamo che ci sono circa 350 stelle che hanno pianeti che girano loro intorno; tra questi pianeti, potrebbero essercene di simili alla terra. Ecco, questo è lo scopo dell’astrobiologia: cercare possibilità di vita nell’universo, al di fuori della terra.

D. – Qual è l’obiettivo di questa settimana di studi?

R. – L’obiettivo è quello di fare il punto della situazione in questa disciplina scientifica. Si presenteranno gli ultimi risultati per aiutarci a capire meglio a che punto siamo nella ricerca della vita nell’universo; e anche per fare il punto della situazione in una disciplina in cui crediamo che sia molto importante che la Chiesa sia coinvolta in questo tipo di ricerca, almeno nel seguire i principali risultati riconosciuti dalla comunità scientifica.

D. – Per quanto riguarda la questione dell’“intelligenza altrove”, ci vuole spiegare che cos’è e soprattutto su cosa si rifletterà?

R. – Ci sono programmi destinati alla ricerca di "vita altrove" – ovviamente, parliamo di vita intelligente. Non abbiamo nessuna prova dell’esistenza di vita, nemmeno nelle forme più primitive, nell’universo. Ancor più si può dire della vita intelligente al di fuori della terra. Ci sono programmi seri, tra cui quello più conosciuto è quello che cerca di “catturare” – per così dire – possibili segnali di una civilizzazione più sviluppata della nostra. Questo ha come premessa che queste civilizzazioni siano sviluppate, abbiano una tecnologia almeno simile alla nostra e che siano in grado di emettere segnali. Finora, non c’è nessun risultato che ci possa indurre a credere che ci sia vita intelligente fuori dalla terra.

D. – Secondo lei, attraverso nuovi studi quali prospettive si pone, però, la scienza?

R. – Direi che questo è un confine, una frontiera della scienza; credo che il paragone tra gli studi che compiono i biologi sulla terra, come le forme di vita anche molto primitive che possano sopravvivere a condizioni estreme, come ad esempio nelle profondità degli oceani, ci possono aiutare a comprendere anche le possibilità che esista la vita anche in altri mondi. Allo stesso tempo, se riuscissimo a scoprire se c’è vita fuori dalla terra, questo potrebbe aiutarci a comprendere meglio come si è formata e sviluppata la vita sul nostro pianeta.

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“E’ possibile credere in Dio e negli extraterrestri” e “si può ammettere l’esistenza di altri mondi e altre vite, anche più evolute della nostra, senza per questo mettere in discussione la fede nella creazione, nell’incarnazione e nella redenzione”. Lo afferma il direttore della Specola Vaticana, padre Josè Gabriel Funes, in una intervista all’0sservatore romano.
Anche se “molti astronomi non perdono occasione per fare pubblica professione di ateismo”, rimarca Funes nell’intervista, “è un po’ un mito ritenere che l’astronomia favorisca una visione atea del mondo. Mi sembra – aggiunge – che proprio chi lavora alla Specola offra la testimonianza migliore di come sia possibile credere in Dio e fare scienza in modo serio”.
“Come esiste una molteplicità di creature sulla terra, – afferma padre Funes – così potrebbero esserci altri esseri, anche intelligenti, creati da Dio. Questo non contrasta con la nostra fede, perché non possiamo porre limiti alla libertà creatrice di Dio. Per dirla con San Francesco, se consideriamo le creature terrene come ‘fratello’ e ’sorella’, perché non potremmo parlare anche di un ‘fratello extraterrestre’? Farebbe parte comunque della creazione”.
A proposito dei problemi che altri mondi porrebbero al concetto di redenzione, l’astronomo osserva che “se anche esistessero altri esseri intelligenti, non è detto che essi debbano aver bisogno della redenzione. Potrebbero essere rimasti nell’amicizia piena con il loro Creatore”. E se questi extraterrestri fossero peccatori? “Gesù – osserva il gesuita – si è incarnato una volta per tutte. L’incarnazione è un evento unico e irripetibile. Comunque sono sicuro che anche loro, in qualche modo, avrebbero la possibilità di godere della misericordia di Dio, così come è stato per noi uomini”.

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PONTIFICIA ACCADEMIA SCIENZE: SEMINARIO ASTROBIOLOGIA

CITTA' DEL VATICANO, 10 NOV. 2009 (VIS). Questa mattina, presso la Sala Stampa della Santa Sede, ha avuto luogo la Conferenza Stampa di presentazione della Settimana di Studio su "Astrobiology", organizzata dalla Pontificia Accademia delle Scienze e dalla Specola Vaticana.
Alle Conferenza Stampa sono intervenuti:
Il Padre José Funes, S.J., Direttore della Specola Vaticana; il Professor Jonathan Lunine, Università di Tor Vergata (Roma), Dipartimento di Fisica; il Professor Chris Impey, The University of Arizona, Department of Astronomy and the Steward Observatory, Tucson (Stati Uniti d'America); e la Dottoressa Athena Coustenis, Observatoire de Paris-Meudon, LESIA/CNRS (Francia).

"Perché il Vaticano si interessa di Astrobiologia?" - è l'interrogativo del Padre Funes, S.I. che nel suo intervento ha risposto: "Sebbene l'Astrobiologia sia un una scienza emergente, è tuttora una scienza in evoluzione, gli interrogativi sulle origini della vita e se la vita esista in altre parti nell'universo sono molto pertinenti, ed occorre prestarvi seria attenzione. Tali questioni comportano molte implicazioni filosofiche e teologiche, tuttavia l'incontro si concentrerà sull'aspetto scientifico".

"L'Astrobiologia è lo studio del rapporto della vita con il resto del cosmo" - ha spiegato il Professor Lunine - "I maggiori temi comprendono l'origine della vita e i materiali precursori, l'evoluzione della vita sulla Terra, le prospettive future fuori e dentro il Pianeta. (...) La Settimana di Studio offre una speciale opportunità agli scienziati che si occupano di diverse discipline fondamentali di trascorrere una settimana intensa dedicandosi alla comprensione di come la ricerca nella loro particolare disciplina possa avere un impatto in altri ambiti o a sua volta essere influenzata da essi".

"Se la biologia non è un'esclusività della Terra" - ha affermato il Professor Impey - "o la vita in altre parti dell'universo differisce bio-chimicamente dalla nostra versione, o se mai ci mettessimo in contatto con specie intelligenti nella vastità dello spazio, profonde saranno le implicazioni per l'immagine che abbiamo di noi stessi. È oltremodo opportuno che un incontro su tale pionieristico argomento sia stato promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Le motivazioni e metodologie possono differire, ma scienza e religione concepiscono la vita come una particolare manifestazione di un universo vasto e in gran parte inospitale. Ci sono tutte le premesse per un dialogo fra studiosi di astrobiologia e quanti cercano di comprendere il significato della nostra esistenza in un universo biologico".

La Conferenza di presentazione della Settimana di Studi (6-10 novembre, Casina San Pio IV, Vaticano), si è conclusa con l'intervento della Dottoressa Coustenis, dedicato all'esplorazione di altri pianeti e dei loro sistemi.
OP/ASTROBIOLOGIA/FUNES

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