lunedì 30 novembre 2009

Ritiro di Avvento

In occasione della I Domenica di Avvento, il Card. Severino Poletto ha proposto a tutte le religiose e le consacrate della diocesi di Torino una bella e forte meditazione sottolineando come la venuta di Gesù esiga stupore adorante. Per vivere questo atteggiamento del cuore si rende necessario evitare l'”abitudine” nel fare e nel pregare, coltivare una forma di attesa “vigilante”. Gesù viene a dirci Talità Kum, “fanciulla alzati” cioè a rivitalizzare tutta la nostra esistenza per essere davvero specchio visibile di una amore invisibile. Chi vive questa speciale scelta di vita deve essere in modo speciale portatrice o portatore di quella luce che emana dall'essere fortemente radicati in Cristo; una fede che non è una “vernicetta” un pio “sentimento”, ma che come S. Paolo urla: “Io so a chi ho creduto !” Amare fortemente il Signore con tutto il nostro essere, altrimenti non si è fedeli neanche al nostro Battesimo oltre che a questa vocazione. Cosa vuol dire essere consacrate se non “non appartenersi” più, non è impoverimento essere di Gesù Cristo, essere a sua completa disposizione, soprattutto amare senza mediocrità, la mediocre è senza gioia, la gioia è per chi si comporta come la povera vedova che getta tutto il suo avere nel tesoro del tempio.
Allora per primo ascoltare ed accogliere nella fede l'annunci che Gesù è veramente venuto ed è qui con noi, poi mettersi in cammino, come i pastori, poi ancora prostrarsi per adorarlo, come i Magi, con una adorazione non solo di preghiera ma di vita, infine comunicare agli altri la grazia del nostro incontro con Lui, non tanto con le parole, ma con l'irradiazione silenziosa di quella speciale gioia che abbiamo nel cuore.

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