domenica 3 febbraio 2008

XXX Giornata per la Vita


3 febbraio 2008

Le donne che hanno vissuto il trauma dell'aborto, (è sempre tale anche quando una donna rimane convinta di aver fatto la scelta migliore) devono sapere che questo evento lascia dei residui a livello psico-fisico e che è possibile (e doveroso) utilizzare ogni mezzo a disposizione per rimediarvi. Ritengo che ciò avvenga sia quando la persona ha ricevuto una educazione cristiana, sia quando non è così. Bisogna evitare di "colpevolizzare", chi ha ceduto a questa trappola perché intere generazioni di donne sono cresciute indottrinate sulla liceità dell'atto e con le battaglie per la conquista di questa "libertà". E numerose sono le donne che vi sono state costrette dal partner o dalla famiglia, o da cattivi consiglieri. Chi scrive ricorda bene come in certi anni alcuni dicevano che era come andare dal dentista! Ma la scienza ha fatto molti progressi da allora e sembra oggi abbastanza chiaro che al di là di ogni giudizio etico o moralistico che vi sono delle indiscutibili ripercussioni sulla salute della donna. Questo non significa che i danni siano irreparabili, vi sono donne che sono incappate in questo dramma e che oggi vivono tranquillamente e svolgono professioni prestigiose (in tutti i campi sociali, anche tra i "vip") cavandosela anche bene. Diverso è per i le classi sociali meno abbienti e per le donne extracomunitarie (le statistiche dicono che siano loro oggi le più numerose) certamente l'ignoranza e la mancanza di consapevolezza di ciò che si è fatto costituiscono una buona attenuante, ma rimane l'aspetto psico-fisico e lì è opportuno informare. Molte donne hanno curato questa ferita con la psico-terapia, altre adottando bambini a distanza, altre svolgendo attività caritative. Per le donne di tradizione cattolica è ovviamente fondamentale il sacramento della confessione e il catechismo della Chiesa Cattolica prevede per questo genere di mancanze un confessore che sia almeno un religioso o un Vescovo, qualcuno che abbia un carisma superiore alla media. Sono interessanti le testimonianze di donne che hanno raccontato cosa è avvenuto in loro dopo aver fatto la confessione e ricevuto l'assoluzione per questo tipo di colpa, o dopo aver dato un nome al bambino mai nato e aver fatto celebrare anche delle messe a suffragio per queste creature. Avviene allora che molte sperimentano un miglioramento del proprio stato psico-fisico e la scomparsa di veri e propri "blocchi" a livello energetico e di rigidità nel corpo. Occorre comunque sempre molta delicatezza, sono da evitare le campagne anti-abortiste violente, perché è come sparare nel mucchio, spesso dietro certe scelte ci sono veri e propri drammi umani, si rischia di esasperare situazioni di fragilità, di causare accanimento invece che pentimento. Va anche detto che molti accaniti anti-abortisti non dimostrano la stessa sensibilità verso le numerose etnie di migranti che attraversano i nostri paesi e che poveri di tutto sono indifesi proprio come "embrioni" scacciati dal ventre materno, oppure anziani dimenticati negli ospizi e anziani a cui viene accorciata brutalmente la durata naturale dell'esistenza perché tanto oramai sono solo un peso per la famiglia che ha troppo da fare. Allora difendere la sacralità della vita significa difendere tutta la vita in tutte le sue fasi lì dove è minacciata. (M.L.A.)
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O Maria, Aurora del mondo nuovo,
Madre dei viventi,
affidiamo a Te la causa della vita:
guarda o Madre al numero sconfinato
di bimbi cui viene impedito di nascere,
di poveri cui è reso difficile vivere,
di uomini e donne vittime di disumana violenza,
di anziani e malati uccisi dall'indifferenza
o da una presunta pietà.
Fa' che quanti credono nel tuo Figlio
sappiano annunciare con franchezza e amore
agli uomini del nostro tempo il Vangelo della vita.
Ottieni loro la grazia di accoglierlo
come dono sempre nuovo,
la gioia di celebrarlo con gratitudine
in tutta la loro esistenza
e il coraggio di testimoniarlo
con tenacia operosa, per costruire,
insieme con tutti gli uomini di buona volontà,
la civiltà della verità e dell'amore,
a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Giovanni Paolo II

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