giovedì 20 novembre 2008

Presentazione al tempio 1


Papa Pio XII ci ha lasciato alcuni bellissimi documenti sulla vita consacrata. Quello he segue è l'introduzione della "Sacra Virginitas", firmata nel 1956. Pur considerando che sono stati scritti prima del Concilio Vaticano II e in una epoca in cui la condizione femminile non era certamente quella di oggi, non hanno perso nulla della loro bellezza. (Nell'immagine S. Teresa di Gesù)

SACRA VIRGINITAS
LA CONSACRATA VERGINITÀ (Pio XII)

 
INTRODUZIONE
La sacra verginità e la castità perfetta consacrata al servizio di Dio sono certamente, per la chiesa, tra i tesori più preziosi che il suo Autore le abbia lasciato, come in eredità.
Per questo motivo i santi padri sottolineavano che la verginità perpetua è un bene eccelso di carattere essenzialmente cristiano. Essi osservano a buon diritto che, se i pagani dell'antichità richiedevano dalle vestali un tale tenore di vita, questo era temporaneo;(2) e quando nell'Antico Testamento si comanda di conservare e praticare la verginità, si trattava soltanto di una condizione preliminare al matrimonio (cf. Es 22,16-17; Dt 22,23-29; Eccle 42,9); sant'Ambrogio(3) aggiunge: «Noi leggiamo che anche nel tempio di Gerusalemme vi erano delle vergini. Ma che cosa dice l'apostolo? "Tutte queste cose avvenivano ad essi in figura" (1Cor 10,11) per preannunciare il futuro».
E, certamente, fin dai tempi apostolici questa virtù cresce e fiorisce nel giardino della chiesa. Quando negli Atti degli apostoli (At 21,9) si dice che le quattro figlie del diacono Filippo furono vergini, più che la loro giovinezza, si vuole indicare uno stato di vita. Non molto tempo dopo, Sant'Ignazio di Antiochia ricorda nel suo saluto le vergini,(4) che costituivano già, insieme con le vedove, un elemento importante della comunità cristiana di Smirne. Nel II sec. - come attesta s. Giustino - «molti e molte, di sessanta e settant'anni, si conservano intatti sin dall'infanzia, per l'insegnamento di Cristo».(5) Poco alla volta si accrebbe il numero di uomini e donne che avevano consacrato a Dio la loro castità; e nello stesso tempo il loro compito nella chiesa acquistò importanza maggiore, come più diffusamente abbiamo esposto nella Nostra costituzione apostolica Sponsa Christi.(6)
Inoltre i santi padri - come Cipriano, Atanasio, Ambrogio, Giovanni Crisostomo, Girolamo e Agostino e non pochi altri - nei loro scritti celebrarono la verginità con altissimi elogi. Questa dottrina dei santi padri, arricchita nel corso dei secoli dai dottori della chiesa e dai maestri dell'ascetica cristiana, influisce certo molto tra i cristiani d'ambo i sessi nel suscitare e confermare il proposito di consacrarsi a Dio con la perfetta castità e di perseverare in essa fino alla morte.
Il numero dei fedeli così consacrati a Dio, dall'origine della chiesa fino ai nostri giorni, è incalcolabile: gli uni hanno conservato intatta la loro verginità, gli altri hanno votato al Signore la loro vedovanza dopo la morte del consorte; altri, infine, hanno scelto una vita casta dopo aver fatto penitenza dei loro peccati; ma tutti hanno questo di comune tra loro: che si sono impegnati ad astenersi per sempre, per amore di Dio, dai piaceri della carne. Ciò che i santi padri hanno proclamato circa la gloria e il merito della verginità, sia a tutte queste anime consacrate di invito, di sostegno e di forza a perseverare fermamente nel sacrificio e a non sottrarre e prendere per sé una parte anche minima dell'olocausto offerto sull'altare di Dio.
La castità perfetta è la materia di uno dei tre voti che costituiscono lo stato religioso(7) ed è richiesta nei chierici della chiesa latina ordinati negli ordini maggiori(8) e nei membri degli istituti secolari,(9) ma è praticata pure da numerosi laici, uomini e donne che, pur vivendo al di fuori dello stato pubblico di perfezione, rinunziano completamente, di proposito o per voto privato, al matrimonio e ai piaceri della carne per poter servire più liberamente il loro prossimo e unirsi a Dio più facilmente e intimamente.
A tutti i dilettissimi figli e figlie, che in qualsiasi modo hanno consacrato a Dio il loro corpo e la loro anima, rivolgiamo il Nostro cuore paterno e li esortiamo vivamente a confermarsi nel loro santo proposito e a restarvi diligentemente fedeli.
Vi sono, però, oggi alcuni che, allontanandosi in questa materia dal retto sentiero, esaltano tanto il matrimonio da anteporlo alla verginità; essi disprezzano la castità consacrata a Dio e il celibato ecclesiastico. Per questo crediamo dovere del Nostro apostolico ufficio proclamare e difendere, al presente in modo speciale, l'eccellenza del dono della verginità, per difendere questa verità cattolica contro tali errori.
 

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