sabato 17 aprile 2010

I veri Padri vivono per sempre


Si è spento ieri sera a Roma, all’età di 90 anni, il cardinale Tomáš Špidlík. Il Papa, in un telegramma inviato al preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Adolfo Nicolás, ha espresso la sua “viva commozione” per la morte di questo “insigne gesuita e zelante servitore del Vangelo”, di cui ha apprezzato “le doti di mente e di cuore”. Ricorda quindi “con profonda gratitudine” la sua “solida fede, la paterna affabilità e l’intensa operosità culturale ed ecclesiale, specialmente quale autorevole conoscitore della spiritualità cristiana orientale”. La salma sarà esposta nella Cappella del Centro Aletti, Via Paolina 25 (vicino alla Basilica di Santa Maria Maggiore), fino alla sera di lunedì prossimo. La Messa esequiale sarà celebrata nella Basilica Vaticana martedì prossimo, alle 11.30, presieduta dal cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio cardinalizio. Alla fine della liturgia, Benedetto XVI rivolgerà la sua parola ai presenti e presiederà il rito dell’Ultima Commendatio e della Valedictio.

Il cardinale Špidlík è stato un uomo di Dio: un grande teologo e padre spirituale e nello stesso tempo una persona semplice che conquistava per i suoi modi miti e gentili e per il fine humour con cui condiva la profondità del suo parlare. Nasce il 17 dicembre 1919 a Boskovice (diocesi di Brno) in Moravia, allora Cecoslovacchia, oggi Repubblica Ceca: in gioventù conosce i lavori forzati, impostigli prima dai nazisti e poi dai comunisti. Entrato nel 1940 nel noviziato dei Gesuiti di Benesov, vicino Praga, nel ’42 prende i voti religiosi. Nonostante le difficoltà del conflitto mondiale, conclude gli studi filosofici e teologici, diventando docente universitario al Pontificio istituto Orientale e all'Università Gregoriana. E’ stato predicatore di esercizi spirituali e nel 1995 ha curato quelli per il Papa e la Curia Romana. Ha scritto numerosi libri e articoli. Creato cardinale da Giovanni Paolo II nel 2003, per 50 anni è stato uno dei più stretti collaboratori del Programma ceco della Radio Vaticana. Ha vissuto e lavorato, fino all’ultimo, al Centro Aletti, affiancato all'Istituto Orientale, a stretto contatto con padre Marko Ivan Rupnik. Qui ha promosso contatti personali con intellettuali e uomini di cultura, specialmente dell'Est europeo. È stato inviato più volte in Russia e nel 1992 è stato ricevuto al Cremlino dal presidente Eltsyn e dal Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Alessio II. Il 17 dicembre scorso il Papa aveva presieduto nella Cappella Redemptoris Mater, in Vaticano, una celebrazione eucaristica con la Comunità del Centro Aletti, in occasione dei 90 anni del cardinale Špidlik. Benedetto XVI nella sua omelia, aveva ricordato il pensiero teologico del porporato, improntato al dialogo tra Occidente e Oriente cristiano e fondato sulla duplice dimensione della libertà e dell’amore. Le parole del Papa per l'occasione:

"La sua lunga vita e il suo singolare cammino di fede testimoniano come sia Dio a guidare chi a Lui si affida. Ma egli ha percorso anche un ricco itinerario di pensiero, comunicando sempre con ardore e profonda convinzione che il centro di tutta la Rivelazione è un Dio Tripersonale e che, di conseguenza, l’uomo creato a sua immagine è essenzialmente un mistero di libertà e di amore, che si realizza nella comunione: il modo stesso di essere di Dio. Questa comunione non esiste per se stessa, ma procede – come non si stanca di affermare l’Oriente cristiano – dalle Persone divine che liberamente si amano. La libertà e l’amore, elementi costitutivi della persona, non sono afferrabili per mezzo delle categorie razionali, per cui non si può comprendere la persona se non nel mistero di Cristo, vero Dio e vero uomo, e nella comunione con Lui, che diventa accoglienza della "divinoumanità" anche nella nostra stessa esistenza. Fedele a questo principio, il Cardinale Špidlík ha intessuto lungo gli anni una visione teologica vivace e, per molti aspetti, originale nella quale confluiscono organicamente l’Oriente e l’Occidente cristiani, scambiandosi reciprocamente i loro doni”.

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