venerdì 10 dicembre 2010

ACAT - Associazione dei cristiani per l'abolizione della tortura

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L'Italia respinge la richiesta dell'ONU di inserire la definizione del termine "tortura" nel nostro Codice Penale.

ACAT Italia denuncia la decisione del governo italiano

Roma, 11 giugno 2010 (ACAT/NEV-05) – ACAT Italia (Azione dei Cristiani per l'Abolizione della Tortura) esprime con forza il suo disappunto per la decisione del Governo italiano di respingere la raccomandazione ONU che invita il nostro paese a introdurre una definizione esplicita del termine “tortura” nel Codice Penale.
L’Italia infatti ha accolto la stragrande maggioranza delle 92 raccomandazioni che il Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite ha formulato lo scorso febbraio dopo aver esaminato lo stato del nostro Paese, ma ne ha respinte 12, tra le quali appunto quella relativa all'introduzione del reato di tortura.
Lo ha riferito l'ambasciatore d'Italia presso le Nazioni Unite Laura Mirachian presentando a Ginevra le risposte dell'Italia al Consiglio ONU. «Manca un testo unico, ma in vari capitoli dei nostri codici per la tortura sono già previste pesanti sanzioni», dichiara la diplomatica.
L'Italia si impegnerebbe, invece, a ratificare il protocollo facoltativo relativo alla Convenzione contro la tortura, tutto ciò “quando si sarà dotata di un meccanismo nazionale di prevenzione indipendente".
L'ACAT ricorda che la Convenzione ONU contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti (firmata a New York il 10 dicembre 1984 e ratificata dall'Italia sin dall’11 febbraio 1989) impone agli Stati aderenti l'obbligo di legiferare affinché qualsiasi atto di tortura sia espressamente previsto come reato nel diritto penale interno, prevedendo anche severe pene per chi lo commette.
ACAT Italia ha promosso su questo specifico argomento una petizione, da indirizzare al Presidente della Repubblica, ai due rami del Parlamento e al Governo. Nell'attesa di consegnare le migliaia di firme raccolte, ACAT Italia sollecita i destinatari della petizione a impegnarsi per introdurre nel nostro Codice Penale il reato di tortura, mantenendo fede agli impegni internazionali assunti da oltre 20 anni, accogliendo così anche questa specifica raccomandazione del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU.

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