venerdì 23 dicembre 2011

Una storia avvincente

"Da dove viene il vento" di Mariolina Venezia è sulla scia delle precedenti opere dell'autrice, una storia avvincente di quelle che non si mollano prima di essere arrivati in fondo alle pagine. Ma anche questa sua opera si presta a diversi livelli di lettura e, possiamo dire, accontenta diversi palati. Al di là dell'intreccio ben congegnato e quindi avvincente, c'è l'aspetto di denuncia sociale di alcuni tristi mali del nostro tempo, come la vicenda dell'extracomunitario Idir, prototipo di una nuova categoria di eroi tragici spesso vittime di nuove forme di schiavitù. (Non credo sia stato un caso che l'Einaudi abbia voluto presentare il libro a Torino con la presenza della stessa autrice nella libreria La Torre di Abele!) Ma non mancano neanche una sorta di remake o di citazioni sparse qua e la di celebri opere letterarie tutte aventi come protagonista il viaggio, che alla fine si rivela come il vero protagonista o il vero tema della storia, emblematico in questo senso è lo stesso titolo del romanzo! Idir viaggia fisicamente per motivi sopravvivenza, Salvatore "viaggia" con l'ausilio di sostanze stupefacenti con le quali cerca di tenere a bada una "normalità" subìta, a causa di una moglie troppo accondiscendente, ma non scelta consapevolmente, anche Dora "viaggia" nel tipo di insegnamento che svolge all'università. Persino la voce narrante che a tratti fa capolino nell'intreccio dà l'impressione di star sempre per uscire di casa o di voler uscire da sé stessa. E lo stesso finale non può che risolversi in una vera e propria fuga! Ma c'è una caratteristica che accomuna tutti i personaggi di questo romanzo di Mariolina (e mi è parso così anche in Immacolata Tataranni, protagonista di "Come piante nei Sassi" o di Delfina di "Rivelazione all'Esquilino"), sono tutti disperatamente autentici. (MLA)

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