lunedì 17 marzo 2008

Settimana Santa

Inno penitenziale (Rabbula di Edessa)

Tu che sei ricco di misericordia e di grazia, tu che lavi tutti i peccatori dalle loro machie, mondami con il tuo issopo purificante ed abbi pietà di me! Nella tua misericordia, sii a me benigno come un giorno al pubblicano e alla peccatrice! Cristo, tu che rimetti ai peccatori le loro colpe e accogli tutti i penitenti, o redentore del genere umano, redimi anche me nella tua misericordia! Persino il giusto si salva a fatica e con difficoltà: che farò dunque io peccatore! Io non ho sopportato il peso del giorno e la vampa del sole, ma appartengo alla schiera di coloro che solo all'undicesima ora si misero al lavoro. Salvami ed abbi pietà di me! I miei peccati mi hanno prostrato al suolo, mi hanno precipitato dall'altezza su cui stavo. Io ho gettato me stesso nella perdizione come in una fossa. Chi potrebbe ora ridonarmi la mia splendida beltà se non tu, o Creatore sapientissimo, che all'inizio mi hai creato a tua immagine e somiglianza? Mi sono reso volontariamente schiavo del peccato: nella tua misericordia, liberami, Signore, ed abbi pietà di me! I miei pensieri mi turbano e mi atterriscono: dubito della mia vita, perché la mia colpa è più grande del mare e le macchie del mio peccato sono più numerose delle sue onde. Ma poi odo ciò che la tua grazia dice ai peccatori: Chiamatemi e vi ascolterò; battete e vi aprirò! Per questo io grido a te come quella peccatrice, ti supplico come il pubblicano, e come il figlio che aveva consumato tutti i suoi beni ti dico: "Ho peccato contro il cielo e contro di te!". O mio redentore, sii indulgente nella tua misericordia anche con me, ed anche se con i miei peccati ti ho mosso all'ira, abbi pietà di me! Quando penso ai miei peccati e alle azioni cattive che ho commesso, temo di fronte alla giustizia che scruta le mie macchie e le mie ferite. Non oso guardare il cielo, perché le mie colpe si innalzano fino ad esso, e la terra grida sotto di me, perché i miei trascorsi sono più numerosi dei suoi abitanti. Guai a me quando appariranno davanti a Dio i giusti e i pii, quando lo splendore delle loro opere buone rifulgerà come il sole! Cosa farò io in quell'ora, o Signore giacché le mie opere sono tenebre? Guai a me quando si presenteranno i sacerdoti per offrire i talenti ricevuti, mentre io Signore, ho sepolto in terra il mio: che risposta darò allora? Non sia allora straziato dal fuoco perché tu mi hai nutrito con il tuo corpo e il tuo sangue. Non sia allora cacciato nell'inferno, perché tu mi hai rivestito con la tua veste battesimale. irrorami con la rugiada della tua grazia e cancella la mia colpa con la tua misericordia, o Signore che sei al di sopra di tutto. Sia lode a te!

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