giovedì 20 marzo 2008

Settimana Santa

Salmo 69

Salvami, o Dio l'acqua mi giunge alla gola.

Affondo nel fango e non ho sostegno;
sono caduto in acque profonde
e l'onda mi travolge.

Sono sfinito dal gridare,
riarse sono le mie fauci;
i mei occhi si consumano nell'attesa del mio Dio.

Più numerosi dei capelli del mio
sono coloro che mi odiano senza ragione.
Sono potenti i nemici che mi calunniano:
quanto non ho rubato, lo dovrei resituire?

Dio, tu conosci la mia stoltezza
e le mie colpe non ti sono nascoste.

Chi spera in te a causa mia non sia confuso,
Signore Dio degli eserciti,
per me non si vergogni chi ti cerca, Dio d'Israele.

Per te io sopporto l'insulto
e la vergogna mi copre la faccia;
sono un estraneo per i miei fratelli,
un forestiero per i figli di mia madre.

Poiché mi divora lo zelo per la tua casa,
ricadono su di me gli oltraggi di chi ti insulta.
Mi sono estenuato nel digiuno
ed è stata per me una infamia.

Ho indossato come vestito un sacco
e sono diventato il loro scherno.
Sparlavano di me quanti sedevano alla porta,
gli ubriachi mi dileggiavano.

Ma io innalzo a te la mia preghiera,
Signore, nel tempo della benevolenza;
per la grandezza della tua bontà, rispondimi,
per la fedeltà della tua salvezza o Dio.

Salvami dal fango che io non affondi,
liberami dai miei nemici
e dalle acque profonde.

Non mi sommergano i flutti delle acque
e il vortice non mi travolga,
l'abisso non chiuda su di me la sua bocca.

Rispondimi, Signore, benefica è la tua grazia
volgiti ame nella tua grande tenerezza.

Non nascondere il volto al tuo servo,
sono in pericolo: presto rispondimi.
Avvicinati a me, riscattami,
salvami dai miei nemici.

Tu conosci la mia infamia,
la mia vergogna e il mio disonore;
davanti a te sono tutti i miei nemici.

L'insulto ha spezzato il mio cuore e vengo meno.
Ho atteso compassione ma invano,
consolatori ma non ne ho trovati.

Hanno messo nel mio cibo veleno
e quando avevo sete mi hanno dato aceto.
La loro tavola sia per essi un laccio,
un'insidia i loro banchetti.

La loro casa sia desolata, senza abitanti la loro tenda,
perché inseguono colui che hai percosso,
aggiungono dolore a chi tu hai ferito.

Io sono infelice e sofferente;
la tua salvezza, Dio, mi ponga al sicuro.

Loderò il nome di Dio con il canto,
lo esalterò con azioni di grazie,
che il Signore gradirà più dei tori,
più che i giovenchi con corna e unghie.

Vedano gli umili e si rallegrino;
si ravvivi il cuore di chi cerca Dio,
poiché il Signore ascolta i poveri
e non disprezza coloro che sono prigionieri.

A lui acclamino i cieli e la terra,
i mari e quanto in essi si muove.

Poiché Dio salverà Sion,
ricostruirà le città di Giuda:
vi abiteranno e ne avranno il possesso.

La stirpe dei suoi eredi ne sarà erede,
e chi ama il suo nome vi porrà dimora.

Posted by Picasa

Nessun commento:

Posta un commento