mercoledì 3 febbraio 2010

Presentazione del Signore al Tempio

"Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista, per rimettere in libertà gli oppressi e predicare un anno di grazia del Signore" (Lc 4, 18-19).
Il 2 febbraio, Festa della Presentazione del Signore al tempio, dal 1997 per volontà di Giovanni Paolo II è divenuta la giornata dedicata nella Chiesa a rendere grazie per il dono della vita consacrata. In occasione dell'ultimo Giubileo è stato pubblicato un piccolo documento preparatorio per la ricorrenza a cura della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica. Eccone qualche passo tra i più significativi che possono aiutarci a comprendere meglio cosa significa vita "consacrata".
Il progetto eterno di Dio è quello di rendere gli uomini partecipi della sua vita trinitaria: attraverso Gesù Cristo nello Spirito Santo l'uomo ha accesso al Padre.
La paternità di Dio non rappresenta un fatto sentimentale; essa è piuttosto una realtà che trasfigura l'uomo inserendolo nell'intimità della famiglia trinitaria. I cristiani sono "partecipi della natura divina" (2 Pt 1,4) perché come afferma la Lettera agli Efesini "nell'unico Spirito per mezzo di Cristo abbiamo accesso al Padre" (2,18).
Essere santi significa partecipare alla natura di Dio Padre per mezzo di Cristo, nello Spirito santo. I cristiani diventano così "concittadini dei santi e familiari di Dio" (Ef. 2,19).
Siamo stati chiamati dall'eternità "in" e "mediante" Cristo ad essere santi, cioé a partecipare della "vita santa" di Dio, della sua infinita trascendenza. Ciò costituisce la "consacrazione" di ogni battezzato, anzi, si può dire che nel disegno di Dio ogni essere razionale ha questa vocazione. La consacrazione si identifica con la divinizzazione dell'uomo e questa con la sua cristificazione che avviene con l'effusione dello Spirito. La vocazione del consacrato e della consacrata è quella di rendere ancora più visibile questa "consacrazione". La vita consacrata è una esistenza cristiforme che può essere realizzata soltanto sulla base di una speciale vocazione e in forza di un peculiare dono dello Spirito. In essa infatti la consacrazione battesimale è portata a una risposta radicale nella sequela di Cristo mediante l'assunzione dei consigli evangelici. In questo modo il consacrato è chiamato a diventare, pur nella sua debole umanità, una trasparenza vivente del mistero giubilare di Cristo. Il consacrato in modo radicale e ancora più evidente è chiamato a diventare icona vivente di Cristo: la sua "speciale consacrazione" non è altro che la chiamata ad una progressiva cristificazione, ad essere come un sacramento vivente della presenza di Cristo in mezzo agli uomini.
I consacrati, lasciandosi guidare da Dio in un incessante cammino di purificazione, diventano giorno dopo giorno "persone cristiformi", prolungamento nella storia di una speciale presenza del Signore risorto (VC 19). Il consacrato è cosciente di essere umilmente chiamato a rendere visibile oggi questo mistero di Cristo. Se "la religione che si fonda in Gesù Cristo è religione della gloria, è un esistere in novità di vita a lode della gloria di Dio (Ef 1,12); e se l'uomo è epifania della gloria di Dio, chiamato a vivere della pienezza della vita in Dio" molto di più lo sarà il consacrato che è chiamato a testimoniare ancora più radicalmente in mezzo al mondo il mistero di Cristo. I consacrati hanno un motivo in più per inneggiare e ringraziare Dio: essi sono stati chiamati da Dio, attraverso la loro consacrazione religiosa, a rendere sperimentabile agli uomini e alle donne di oggi questo ineffabile mistero di Dio che, nella persona di Cristo, ha fatto irruzione nella nostra storia.
L'uomo contemporaneo ha bisogno di vedere che le promesse di Dio, realizzatesi nella persona di Cristo duemila anni fa, si compiono anche oggi per lui.
L'uomo contemporaneo, soffocato da mille messaggi, più che mai ha bisogno del "lieto messaggio", della Parola che si fa carne della sua carne. L'uomo di oggi è stanco di false promesse di felicità, egli ha bisogno di qualcuno che lo aiuti a superare le sue angosce, le sue paure, le sue incertezze, ha bisogno di qualcuno che dia senso all'apparente assurdità che lo circonda.
La vita consacrata, riscoprendosi come segno della vita in comunione, indica al mondo contemporaneo la risposta che Dio stesso dà all'uomo che anela a una relazione vera con lui e con gli uomini.
L'uomo infatti è esigenza di comunione e di felicità totale. Nella nostra epoca, dolorosamente segnata da individualismi estremi che pongono l'uomo contro l'uomo è necessario ricordare a tutti il mistero della comunione rivelataci in Cristo e offerta a tutti gli uomini, che scaturisce dal cuore stesso di Dio Trinità.
A immagine del mistero divino, le persone sono chiamate a uscire da se stesse per trovare la propria vera identità nel dono di sé all'altro. La vita consacrata rivela che la partecipazione alla comunione consacrata può cambiare i rapporti umani, creando un nuovo tipo di solidarietà. Le persone consacrate vivono "per" Dio e "di" Dio e, proprio per questo possono confessare la potenza dell'azione riconciliatrice della grazia che abbatte i dinamismi disgregatori presenti nel cuore dell'uomo e nei rapporti sociali (VC 41).
La missione dei consacrati deve essere quella di Cristo: "annunziare ai poveri un lieto messaggio". I nostri fratelli e le nostre sorelle soffrono non soltanto della povertà materiale (fame, sradicamento dalla propria terra, persecuzione, guerra, disoccupazione, malattia, abbandono...) ma anche della povertà spirituale (solitudine, disperazione, degrado morale, perdita dei valori, sfruttamento...).
A tutti questi i consacrati sono mandati ad annunziare il lieto messaggio della salvezza, della liberazione. Essi, che hanno fatto esperienza nella loro vita dell'azione liberatrice di Cristo, potranno testimoniare i frutti della redenzione a tutti gli uomini. Essi diranno con la loro vita, con la parola e con le opere che il regno di Dio, inaugurato da Gesù Cristo venti secoli fa, è potente ed efficace per tutti, esso può e deve penetrare nel tessuto della nostra società, può e deve cambiare l'ingiustizia in giustizia, la disperazione in speranza, l'odio in amore.

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