domenica 31 gennaio 2010

Giornata di preghiera per la Terrasanta


(s.e.)Giornata di intercessione per la pace in Terra Santa. Alla sua seconda edizione, prevista per domenica 31 gennaio, l'iniziativa di preghiera, promossa dall'Apostolato Giovani per la vita, dall'associazione nazionale Papaboys, dalle Rete internazionale delle cappelle di adorazione perpetua e dai gruppi di Adunanza eucaristica, è riuscita a coinvolgere realtà giovanili ecclesiali di oltre 1.000 città di tutto il mondo in tutti e cinque i continenti, da Roma a New York, dall'indiana Bangalore all'ugandese Kampala, e naturalmente a Gerusalemme e Betlemme. Lo scorso anno furono 480 le città coinvolte.
Per ventiquattr'ore consecutive, dunque, migliaia di giovani di tutto il mondo torneranno a pregare per la pace in Terra Santa. Lo faranno nelle parrocchie, durante le messe domenicali, ma anche in tante iniziative organizzate per l'occasione; riuniti in gruppo, oppure anche singolarmente (le adesioni si raccolgono via internet sul sito web dei Papapoys).

«Il numero delle celebrazioni cresce di ora in ora, e aumenterà fino all'ultimo», ci spiega Daniele Venturi, presidente dei Papaboys, che spiega come la maggior parte dei momenti di preghiera sarà costituito «soprattutto da celebrazioni e adorazioni eucaristiche, e quindi saranno molto intensi».

«Un coro che si passa la voce da un punto all'altro del mondo e invoca la pace per un piccolo lembo di terra che ci appartiene perché ci è stato dato insieme alla fede nel Signore Gesù»: così ha descritto la Giornata, nel suo messaggio, il Custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa. «Che ne abbiamo fatto della pace? - continua il Custode, invitando alla responsabilità personale -. Pregare per la pace in Terra Santa diventi un volersi ritrovare nella sincerità, ognuno davanti a se stesso, gli uni davanti agli altri, tutti insieme davanti a Dio per ri-scoprire il dono della pace, per assumerci la responsabilità della pace, per ri-dare gli uni agli altri il dono che abbiamo così gratuitamente ricevuto». Un richiamo condiviso anche dal vescovo Mario Toso, segretario del Pontificio consiglio Giustizia e Pace: «Il mondo è purtroppo segnato da ingiustizie e conflitti, da sentimenti di odio e violenza che turbano l'esistenza della famiglia umana e che non possono lasciare indifferenti. Tutti, e noi cristiani per primi, siamo chiamati ad essere operatori di pace. È la vocazione dei cristiani».

Anche il patriarca di Gerusalemme, monsignor Fouad Twal, ha inviato un suo messaggio per la Giornata: «È un'esperienza di Chiesa, che, in quanto "forza spirituale" è una realtà che, come ci ha ricordato il Santo Padre Benedetto XVI, "può contribuire ai progressi nel processo di pace". A nome della comunità dei cristiani in Terra Santa grazie a tutti voi, in modo particolare voi giovani, che senza esitare e con molta generosità vi riunirete, in tante parti del mondo, per 24 ore consecutive nella preghiera».

www.terrasanta.net

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