sabato 23 luglio 2011

Fondamentalismo cristiano o false piste?

Proprio alcuni giorni addietro stavo rileggendo alcuni passi del Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, documento firmato in prefazione dalla Segreteria di Stato, con la presentazione dei Card. Raffaele Martino e Giampaolo Crepaldi  firmato in data 2 aprile del 2004, (esattamente un anno prima della scomparsa del compianto Beato Giovanni Paolo II ! ) e dedicato dal Dicastero "Giustizia e Pace" allo stesso Pontefice Giovanni Paolo II. Può essere utile a chiarire le idee su alcune confuse affermazioni che si stanno diffondendo nell'etere, il colpevole della terribile carneficina viene definito con tre parole: "Cristiano" (ma cattolico, protestante, ortodosso? chissà...), "fondamentalista", "celibe". Si aggiunge poi l'Islamofobia e l'appartenenza ad una non meglio identificata estrema destra. .
Dal compendio della Dottrina Sociale della Chiesa:

                           La condanna del terrorismo

Il terrorismo è una delle forme più brutali della violenza che oggi sconvolge la Comunità internazionale: esso semina odio, morte, desiderio di vendetta e di rappresaglia. Da strategia sovversiva tipica soltanto di alcune organizzazioni estremistiche, finalizzata alla distruzione delle cose e all'uccisione delle persone, il terrorismo si è trasformato in una rete oscura di complicità politiche, utilizza anche sofisticati mezzi tecnici, si avvale spesso di ingenti risorse finanziarie ed elabora strategie su vasta scala, colpendo persone del tutto innocenti, vittime casuali delle azioni terroristiche. Bersagli degli attacchi terroristici sono, in genere, i luoghi della vita quotidiana e non obiettivi militari nel contesto di una guerra dichiarata. Il terrorismo agisce e colpisce al buio, al
di fuori delle regole con cui gli uomini hanno cercato di disciplinare, per esempio mediante il diritto internazionale umanitario, i loro conflitti: « In molti casi il ricorso ai metodi del terrorismo è considerato un nuovo sistema di guerra ». Non vanno trascurate le cause che possono motivare tale inaccettabile forma di rivendicazione. La lotta contro il terrorismo presuppone il dovere morale di contribuire a creare le condizioni affinché esso non nasca o si sviluppi. Il terrorismo va condannato nel modo più assoluto. Esso manifesta un disprezzo totale della vita umana e nessuna motivazione può giustificarlo, in quanto l'uomo è sempre fine e mai mezzo. Gli atti di terrorismo colpiscono profondamente la dignità umana e costituiscono un'offesa all'intera umanità: « Esiste perciò un diritto a difendersi dal terrorismo ». Tale diritto non può tuttavia essere esercitato nel vuoto di regole morali e giuridiche, poiché la lotta contro i terroristi va condotta nel rispetto dei diritti dell'uomo e dei principi di uno Stato di diritto.
L'identificazione dei colpevoli va debitamente provata, perché la responsabilità penale è sempre personale e quindi non può essere estesa alle religioni, alle Nazioni, alle etnie, alle quali i terroristi appartengono. La
collaborazione internazionale contro l'attività terroristica « non può esaurirsi soltanto in operazioni repressive e punitive. È essenziale che il pur necessario ricorso alla forza sia accompagnato da una coraggiosa e lucida analisi delle motivazioni soggiacenti agli attacchi terroristici ». È necessario anche un particolare impegno sul piano « politico e pedagogico »  per risolvere, con coraggio e determinazione, i problemi che, in alcune drammatiche situazioni, possono alimentare il terrorismo:
« Il reclutamento dei terroristi, infatti, è più facile nei contesti sociali in cui si semina l'odio, i diritti vengono conculcati e le situazioni di ingiustizia troppo a lungo tollerate ».
È profanazione e bestemmia proclamarsi terroristi in nome di Dio:  così si strumentalizza anche Dio e non solo l'uomo, in quanto si ritiene di possedere totalmente la Sua verità anziché cercare di esserne posseduti. Definire « martiri » coloro i quali muoiono compiendo atti terroristici è stravolgere il concetto di martirio, che è testimonianza di chi si fa uccidere per non rinunciare a Dio e al Suo amore e non di chi uccide in nome di Dio.
Nessuna religione può tollerare il terrorismo e, ancor meno, predicarlo. Le religioni sono impegnate, piuttosto, a collaborare per rimuovere le cause del terrorismo e per promuovere l'amicizia tra i popoli.

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