giovedì 21 luglio 2011

Il genere, la generazione e il tempo



Questo è il titolo di una delle sezioni di un bel volume dal titolo "L'uomo e la donna nella teologia di H.U. von Balthasar" scritto da un sacerdote salesiano milanese, Don Roberto Carelli, docente di Antropologia Teologica nella sezione torinese della Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Salesiana. Il testo, edito nel 2007 dalla EUPRESS FTL di Lugano, è introdotto da Jacques Servais, che mette subito a fuoco l'attualità della questione sul maschile e femminile, tanto che filosofi, teorici sociali e politici, moralisti e teologi se ne occupano sovente. Che cosa distingue alla fine l'uomo dalla donna? Si dice, scrive Servais, che le differenze sessuali affondino le loro radici nelle ideologie culturali che le diverse società avrebbero coniato. Così le nozioni di maschio e femmina non possiedono più una stabile definizione, ma costituiscono due poli di libera scelta individuale. La questione appare in tutta la sua importanza anche in campo educativo, ecco allora che questo "corposo" studio, circa 700 pagine, di Don Roberto Carelli, attingendo al pensiero di giganti della teologia come von Balthasar, K. Barth e Adrienne von Spyr ( ma non solo, vengono riportati sull'argomento anche il pensiero di tanti altri teologi e teologhe) , ci introduce ad una "teologia dei sessi" che ci apre orizzonti nuovi su una antica questione. "La teologia cristiana, scrive Servais, ci offre un'attenta e valida meditazione del mistero della differenza sessuale, intesa non in base alle correnti ideologiche ma secondo il piano del Dio il cui nome è Amore".  Se la prima parte del testo offre i termini generali della questione teorica, la seconda mostra analiticamente il pensiero di Balthasar sull'argomento, dopo aver preso in considerazione da diversi punti  di vista epistemologico, mariologico, cristologico, ecclesiologico il modo in cui l'uomo e la donna sono coinvolti nell'opera della creazione e della redenzione. In conclusione del testo don Carelli scrive: "(...) L'uomo è donazione fecondante e la donna accoglienza feconda, o se si vuole, l'uno è fecondità che principia da sé, mentre l'altra è fecondità che procede dall'altro. In forza dell'unica origine il padre è trasmissione della vita, la donna è il grembo della vita. [...] Sviluppando le virtualità presenti nell'illustrazione balthasariana delle polarità antropologiche, si potrebbero confrontare i due sessi mostrando che se il femminile emerge come integrazione logica del somatico, il maschile interviene per l'integrazione logica del sociale. Il che suggerisce l'evidente analogia fra il mistero familiare e quello ecclesiale, dove a fronteggiarsi sono in effetti l'onnicomprensiva interiorità del motivo mariano e il sacerdozio ministeriale del principio petrino."

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