venerdì 23 maggio 2008

La Santissima Trinità

(Genesi 18,17)

Poi il Signore apparve a lui (Abramo) alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: "Mio Signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo. Si vada a prendere un po' d'acqua, lavatevi i piedi e accomodatevi sotto l'albero. Permettete che vada a prendere un boccone di pane e rinfrancatevi il cuore; dopo, potrete proseguire, perché è ben per questo che voi siete passati dal vostro servo". Quelli dissero: "Fa pure come hai detto". Allora Abramo andò in fretta nella tenda, da Sara, e disse: "Presto, tre staia di fior di farina, impastala e fanne focacce". All'armento corse lui stesso, Abramo, prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo. Prese latte acido e latte fresco insieme con il vitello, che aveva preparato, e li porse a loro. Così, mentre egli stava in piedi presso di loro sotto l'albero, quelli mangiarono. Poi gli dissero: "Dov'è Sara tua moglie?". Rispose: "E' là nella tenda". Il Signore riprese: "Tornerò da te fra un anno a questa data e allora Sara tua moglie, avrà un figlio". Intanto Sara stava ad ascoltare all'ingresso della tenda ed era dietro di lui. Abramo e Sara erano vecchi, avanti negli anni; ed era cessato a Sara ciò che avviene regolarmente alle donne. Allora Sara rise dentro di sé e disse: "Avvizzita come sono dovrei provare il piacere mentre il mio Signore è vecchio!". Ma il Signore disse ad Abramo: "Perché Sara ha riso dicendo: Potrò davvero partorire, mentre sono vecchia? C'è forse qualche cosa di impossibile per il Signore? Al tempo fissato tornerò da te e alla stessa data e Sara avrà un figlio". Allora Sara negò: "Non ho riso!" perché aveva paura; ma quegli disse: "Sì, hai proprio riso".
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Nella sua redazione finale questo racconto jahvista narra una apparizione di Jahve accompagnato da due angeli. Il testo esita in più luoghi tra il plurale e il singolare.
In questi tre uomini ai quali Abramo si rivolge al singolare, molti Padri hanno visto l'annunzio del mistero della Trinità, la cui rivelazione era riservata al Nuovo Testamento. Abramo si prostra fino a terra non come adorazione ma come segno di omaggio. Riconosce dapprima nei visitatori solo ospiti umani e testimonia loro una magnifica ospitalità. Il loro carattere divino non si manifesterà che progressivamente
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Questo episodio biblico è, a ragion veduta, considerato come simbolo dell'accoglienza per eccellenza, sempre ricompensata dal Signore.
Certo, nessuno è così ingenuo da vedere in tutti i pellegrini, migranti, itineranti e che dir si voglia che vengono a bussare alla nostra porta, degli angeli del Signore travestiti, anzi molti hanno sperimentato da vicino quanto possano divenire spietate certe creature umane abbrutite dalla disperazione e dallo sdradicamento culturale. Sicuramente l'ospitalità è rimasta in molte culture mediterranee rivestita di una indiscussa sacralità, senza escludere gli ambienti monastici, basta leggere la regola di S. Benedetto. Ma i tre misteriosi ospiti di Abramo hanno una missione da compiere: "voglio scendere a vedere se hanno proprio fatto tutto il male di cui è giunto il grido fino a me; lo voglio sapere!" E qui si colloca la famosa
preghiera di intercessione di Abramo che mercanteggia con la misericordia di Dio, cercando di mitigare la sua ira ricordando che qualche giusto vi sarà anche lì: abbiamo qui ben esplicitato il ruolo dei santi nel mondo. Questo episodio biblico viene, infatti, immediatamente prima di quello della distruzione da parte del Signore, di Sodoma e Gomorra, dove al posto della disinteressata e squisita accoglienza di Abramo, troviamo la perfidia e la corruzione dei loro abitanti che vanno alla ricerca di quegli stessi pellegrini ma per fare loro violenza, abusarne. Ecco allora comparire quell'incredibile e quasi inverosimile per i nostri parametri, Lot, che è disposto a tutto pur di proteggerli, persino a sacrificare le proprie figlie.

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Di pellegrini misteriosi ne è piena la tradizione ebraica, cristiana, musulmana. Dall'ebreo "errante" ad alcuni famosi "sufi", fino allo stesso Cristo Risorto che si affianca come viandante a due discepoli in cammino verso Emmaus "un villaggio lontano 11 chilometri da Gerusalemme". Nel noto episodio evangelico i due discepoli ancora sconvolti e depressi dalla crocifissione del loro "rabbunì", raccontano di alcune donne del loro gruppo che recandosi all'alba presso la tomba non hanno più trovato il suo corpo. Successivamente, poiché
"si fa sera e il giorno già volge al declino", invitano il viandante con cui avevano scambiato alcune parole a fermarsi con loro. Poi, mentre si rifocillano intorno ad un tavolo e il viandante pronuncia la benedizione nello spezzare il pane lo riconoscono! (Luca 24,13).

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E' interessante vedere alcune recenti posizioni assunte da nazioni che hanno da più tempo dovuto fronteggiare forti ondate migratorie:

Da "La Repubblica, le religioni, la speranza" intervista a N.Sarkozy", ed. Nuove Idee, 2004, introd. di G. Fini:
(...) Se lo Stato risponde ai radicali con la stessa intransigenza, non fa che alimentarla. Lo Stato non deve lottare contro il terrorismo con le armi del terrorismo. La Repubblica non deve lottare contro l'integralismo con le armi dell'integralismo. In questo gioco la democrazia è sempre battuta. La Repubblica deve lottare contro l'integralismo con le armi sue proprie: offre agli osservanti la possibilità di operare pubblicamente nel rispetto della legge repubblicana con le forze dell'ordine pronte a intervenire per sdradicare ogni residuo di integralismo irriducibile. E' questa la logica repubblicana ed è in questo modo che i valori repubblicani trionfano.
La Repubblica può dunque inserire una certa forma di fondamentalismo, ma non di integralismo.
Cosa è più normale per uomini di fede che credono "fondamentalmente", che basano la loro vita sulla fede e vogliono rispettare i fondamenti della loro religione? Lo stato non può avere voce sul modo con cui le persone praticano o non praticano. Ognuno è libero di andare a messa tutti i giorni, di recitare cinque preghiere quotidiane o di rispettare scrupolosamente gli obblighi del sabato. L'integralismo rappresenta al contrario una volontà di vivere la propria religione imponendosi agli altri. Si può dire con il disprezzo dell'ientità altrui. Cerca di dominare di imporre una interpretazione del mondo, dell'uomo, dei rapporti tra politica e mistica".

"Esiste un nesso tanto stretto quanto evidente tra la riduzione durevole della delinquenza ed il buon esito dell'integrazione. Chi può credere che potremo stabilmente assicurare la sicurezza imponendo doveri senza mettere la stessa energia al servizio dei diritti?"

"Associando, invitando persone al tavolo della Repubblica non potranno che rispettare meglio le nostre regole. Rifiutando loro uno spazio, potrete anche porli fuori della Repubblica nel senso proprio come nel senso figurato. Si può sempre avere interesse a tentare di spingere le persone a crescere, a valorizzarle piuttosto che a mortificarle. Credo nel mio intimo che l'umiliazione spinga a tutte le violenze e a tutte le incomprensioni. Al contrario quando si tende la mano, quando si accoglie, quando si ospita, si aumentano le possibilità dell'integrazione. E' vero che si può rimanere delusi. In questo caso non dobbiamo esitare a tirarne le conseguenze in termini di ordine pubblico."



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